Alcuni lettori ci chiedono se i verbi loggare e sloggare (anche nelle forme pronominali loggarsi, sloggarsi) siano corretti e, dunque, si possano usare in italiano.
Il verbo intransitivo loggare (così come l’intransitivo pronominale loggarsi) è un termine d’ambito informatico registrato dalla lessicografia italiana (il Supplemento 2009 del GDLI, il GRADIT, che riporta però soltanto loggarsi, e lo Zingarelli 2021) con il significato di ‘collegarsi a un sistema informatico facendosi riconoscere per mezzo di un codice precedentemente registrato nel sistema’. La voce, la cui prima attestazione risale al 1998 (Zingarelli 2021), è considerata dai tre repertori lessicografici sopra indicati un derivato denominale. Deriverebbe infatti da un’altra parola del mondo informatico, ovvero login ‘accesso, collegamento a un sistema informatico per mezzo di un codice identificativo’, prestito non adattato dall’inglese log-in (o anche univerbato login) ‘the action or an act of logging in’ (OED), a sua volta formatosi dal verbo frasale (to) log in ‘to open one’s on-line access to a computer, esp. a database or other timeshared system, from a terminal’ (OED), proveniente dalle voci d’ambiente nautico (to) log ‘registrare sul giornale di bordo (di una nave)’ e log ‘registrazione’. Opportunamente lo Zingarelli 2021 indica come base log(in), con (in) tra parentesi, cosa che dimostra che chi ha formato la parola conosce bene l’inglese, diversamente da quanti, recentemente, hanno usato lockdownare e non, se mai, lockare. Anche login è stato accolto nella lessicografia italiana: il GDLI e il GRADIT lo considerano un nome invariabile di genere femminile, probabilmente sulla base del traducente ‘registrazione’, e con doppia possibilità di pronuncia (/loˈɡin/ e /ˈlodʒin/ per il GRADIT). Oggi, però, il sostantivo è usato per lo più al maschile con la pronuncia /loˈɡin/ (così nello Zingarelli 2021, che lo retrodata al 1992) ed è nettamente preferito al suo sinonimo logon (anch’esso peraltro presente nei dizionari italiani), come dimostrano i seguenti grafici tratti da Ngram Viewer:
Ritornando, invece, alla forma verbale, si può vedere, sempre grazie a Ngram Viewer, la preferenza di loggarsi rispetto a loggare:
Il termine sloggare, invece, è una neoformazione italiana che ha come base il termine loggare a cui è stato aggiunto il prefisso s- con valore negativo che, premesso ai verbi, esprime l’azione contraria al significato della base (es. slegare, scaricare, smascherare, spettinare e struccare). Il verbo non risulta ancora registrato all’interno dei dizionari italiani (neppure tra i neologismi del Vocabolario Treccani online), che riportano invece i sostantivi logoff e logout (quest’ultimo nettamente maggioritario), prestiti non adattati dall’inglese che indicano la ‘procedura per terminare l’attività nell’area riservata di un sistema informatico (per es. di un sito Internet), il cui inizio aveva richiesto l’effettuazione del login’. Tuttavia sloggare è ampiamente attestato in rete (già dal 2007 su piattaforme di social network come Twitter) e su Google libri, da cui si riportano alcuni esempi recenti:
Poiché esiste anche il “log out” sentiremo anche “sloggarsi”? In questo caso attenzione alla doppia g, con una sola si rischia di farsi male. (Massimo Loche, Lo scottante problema delle caldarroste. Piccolo vademecum per giornalisti televisivi (e non), San Cesario di Lecce, Manni, 2005)
Si è registrato con il suo indirizzo email per ripescare quelle poche canzoni messe insieme un giorno e ha dimenticato di sloggarsi (Federica Manzon, La nostalgia degli altri, Milano, Feltrinelli, 2017)
La app è fatta bene e permette di passare da un account all’altro con un click, al contrario della versione web che obbliga a sloggarsi e riloggarsi nel caso si gestiscano più account (Elena Farinelli, Web marketing per micro imprese e professionisti: comunicare e vendere online con poco budget, Milano, U. Hoepli, 2018)
Jaron Lanier propone nel suo pamphlet di abbandonare i social media, e lo fa con un decalogo per punti ben costruito, propone di sloggarsi, di cancellare gli account. (Gabriele Ferraresi, Cortocircuito: come politica, social media e post-ironia ci hanno fottuto il cervello, Milano, Ledizioni, 2019)
Va notato che in italiano le coppie loggarsi/login e sloggarsi/logout non rappresentano le uniche possibilità per esprimere questi concetti, perché la stessa rete ci offre diverse alternative. Nei social network l’opzione preferita a loggarsi/login è accedi (Facebook, Instagram, TikTok e Twitter), così come anche in alcuni siti di istituzioni o aziende italiane (es. Poste Italiane, Trenitalia) o internazionali (es. Google). Altri aggiungono anche entra (Agenzia delle Entrate, INPS, Roma Capitale, Zanichelli). L’area riservata del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca invece riporta in sequenza login ed entra. Per quanto riguarda invece sloggarsi/logout, l’unica alternativa trovata è esci (Facebook, Instagram, TikTok e Twitter; Google; Agenzia delle Entrate, INPS, Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca Roma Capitale, Trenitalia); logout è utilizzato invece da Poste Italiane e Zanichelli.
Oggi, dunque, l’uso di loggare e loggarsi sembra ormai affermato, come confermano le loro presenze nella lessicografia, mentre sloggarsi e sloggare risultano per lo più limitati al parlato: hanno infatti ancora poche attestazioni nello scritto e non sono presenti nei dizionari italiani. Le due coppie però rientrano prevalentemente nell’uso gergale. Sebbene il prestigio dell’inglese in ambito informatico non debba sorprenderci (si pensi a tutte le parole dell’informatica già entrate nel lessico italiano dall’inglese: banner, blog, chat, cookie, refresh e così via), è opportuno ricordare che anche la nostra lingua offre alcune parole che nel corso del tempo hanno assunto nuovi significati atti a descrivere tali operazioni, come accedere, autenticarsi, collegarsi, connettere, entrare (a cui abbiamo scherzosamente sostituito loggare nella citazione dantesca iniziale) e, al contrario, disconnettersi, scollegarsi e uscire.
Kevin De Vecchis
14 settembre 2021
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