La mostra «Leggere Comporre, e Fare spettacoli»: l’Accademia della Crusca “oltre” il Vocabolario (1586-1647)

Documenti autografi preziosi e opere a stampa di grande pregio saranno presentati nella mostra «Leggere Comporre, e Fare spettacoli»: l’Accademia della Crusca “oltre” il Vocabolario (1586-1647), curata da a cura di Elisabetta Benucci e Marta Ciuffi e allestita presso la Sala delle Pale dell’Accademia della Crusca (14 maggio 2025-14 maggio 2026) con lo scopo di ricordare i primi anni dell’attività dell’istituzione, quando, accanto agli impegni considerati più “seri”, come la lettura di testi linguistici e letterari e la composizione di opere, gli Accademici erano impegnati in occupazioni legate agli eventi e agli spettacoli della corte medicea.

Scopo della mostra, che presenterà manoscritti d’Archivio e volumi della Biblioteca (in particolare un fondo antico di opere musicali), è mettere in luce come e quanto gli Accademici della Crusca, soprattutto nel periodo 1586-1637, furono coinvolti, oltre che nei lavori per il Vocabolario, nella creazione letteraria di commedie e in quella letteraria e musicale dei relativi intermedi.

Il percorso della mostra, partendo dal "Fare spettacoli" che si legge in un verbale antico del marzo 1586, accompagna alla scoperta di queste attività (feste, giochi come il palio delle bufale e il gioco del calcio, intrattenimenti come gli stravizzi, e più grandiosi componimenti per le nozze granducali). Le composizioni letterarie e musicali di Giovanni de’ Bardi, con Bernardo Buontalenti che si occupò della scenografia e delle macchine teatrali, e le descrizioni di Bastiano de’ Rossi degli sfarzosi apparati per le nozze di Cesare d’Este con Virginia de’ Medici (1586) o per quelle ancora più famose di Ferdinando de’ Medici con Cristina di Lorena (1589), segnarono uno spartiacque che aprì la strada al teatro in musica e al melodramma. 

L’interesse e il coinvolgimento da parte degli accademici negli spettacoli di corte continuò anche negli anni successivi per la parte poetica (la commedia da rappresentare e gli intermedi) e la descrizione ufficiale dei festeggiamenti; la composizione musicale passò del tutto ai compositori legati alla Camerata fiorentina (dall’Euridice di Ottavio Rinuccini, musicata da Jacopo Peri e Giulio Caccini, rappresentata nel 1600 per le nozze di Maria de’ Medici, fino all’ultimo sfarzoso allestimento delle Nozze degli dei nel 1637). Successivamente i granduchi dedicarono meno attenzione allo sfoggio teatrale anche per motivi politici, e il teatro in musica, nel 1637 a Venezia, aveva aperto le porte al pubblico pagante.

Completano l’esposizione i preziosi trattati di musica cinque-secenteschi posseduti dalla Biblioteca, tra cui le opere di Gioseffo Zarlino (al quale si deve la codificazione della scienza musicale nel ’500) e di Vincenzo Galilei (liutista e teorico musicale), padre del famoso scienziato. Infine uno sguardo all’officina del Vocabolario degli Accademici della Crusca con il manoscritto del mecenate e raffinato collezionista d’arte Leopoldo de’ Medici, che propone un elenco di termini e di sintagmi musicali destinati all’aggiornamento del vocabolario, e un raro glossarietto musicale, attribuito a Giovan Battista Doni (le cui trattazioni musicali sono di fondamentale importanza per la storia della musica), che presenta dettagliate definizioni di parole del lessico musicale, anch’esse riservate alla  revisione del dizionario.