M.C. Marsano, C. Gobbetti, M. Librandi e S. Riva hanno scritto al servizio di consulenza linguistica chiedendo lumi sull’esistenza o meno in italiano della parola attrattività.
L’attrattiva di attrattività
Non ci sono dubbi sul fatto che la parola attrattività sia oggi molto popolare in italiano: Google indicizza, per pagine scritte nella nostra lingua, 698.000 risultati.
Ciononostante, una prima ricerca sui dizionari dell’italiano contemporaneo fornisce risultati discordanti: il Vocabolario Treccani, il Devoto-Oli 2012, lo ZINGARELLI 2012 e il Sabatini Coletti 2008 non riportano la parola. La registra, in compenso, il GRADIT 2007, che ne fornisce due accezioni: una marcata come di basso uso, «l’essere attrattivo | insieme delle attrattive che suscitano l'interesse per qcs. o qcn» e una propria del lessico tecnico dell’economia e dell’amministrazione aziendale, «insieme delle caratteristiche che rendono un settore potenzialmente in grado di confluire in un altro più vasto». La prima attestazione registrata da questo dizionario risale al 1985, nell’opera di Maria Bellonci Rinascimento privato.
Controllando gli archivi storici in linea di due dei maggiori quotidiani italiani, “Corriere” e “Repubblica”, si può verificare l’impiego della parola nel corso degli ultimi anni. Nell’archivio del “Corriere”, che parte dal 1992, troviamo 257 occorrenze. L’attestazione più vecchia risale al 22 marzo 1992, in un articolo nel quale si parla dell’attrattività dell’oro come bene rifugio; nella maggior parte dei casi le attestazioni riportate si riferiscono all’ambito economico-finanziario e del marketing.
L’archivio storico di “Repubblica” parte invece dal 1984 e riporta 520 attestazioni; la prima è del 27 luglio 1985, in un articolo della sezione Spettacolo. Ma anche in questo caso, la maggioranza delle altre occorrenze riguarda contesti legati al mondo della finanza.
Pare quindi che oggi prevalga l’impiego del termine in senso specialistico, in un settore ben definito della lingua. Una verifica nel GDLI permette tuttavia di scoprire che attrattività ha avuto una certa fortuna anche in secoli precedenti: il termine è contenuto nel volume I dell’opera (pubblicato nel 1961), ma riportando attestazioni presenti già nel Dizionario della lingua italiana di Niccolò Tommaseo e Bernardo Bellini, pubblicato tra il 1861 e il 1879 e nella quinta impressione del Vocabolario degli Accademici della Crusca. Nel primo sono registrate due accezioni: una fondamentalmente sinonimo di attrattiva, esemplificata da una citazione tratta dall’opera La vita di Benvenuto Cellini scritta da lui medesimo (595, Firenze, Le Monnier, 1852) e chiosata dagli autori stessi come «Non com., nè [sic] forse necessario nel fig., ove basta d’ordinario Attrattiva», una invece ricondotta al linguaggio scientifico: «La maggiore o minore attrattività dei corpi; per risparmiare tre vocaboli: Forza d’attrazione». Il Vocabolario degli Accademici della Crusca riporta il termine attrattività solo nel primo volume della quinta impressione (1863), «Sost. Femm. Astratto di Attrattivo. L’essere attrattivo, Qualità di attrarre». L’esempio portato è lo stesso del Tommaseo-Bellini, tratto dalla Vita del Cellini, anche se il pezzo citato è più lungo: «Io l’ho condotto quasi che alla fine [un Crocifisso], e non tanto messoci tanto studio e forza d’arte, quanto io ho mai potuto, che ancora io l’ho voluto accompagnare con quella più piacevole attrattività che io al mondo ho potuta immaginare».
Dunque, la parola è stata impiegata per un periodo della storia della lingua italiana, per poi sparire dai dizionari quasi del tutto (una ricerca a campione nelle varie edizioni dello Zingarelli, a partire da quella del 1936, mostra che tale dizionario non registra mai attrattività); nell’uso sono a lungo prevalse attrattiva (1.670.000 occorrenze su Google in pagine in italiano) e attraenza, marcata dai dizionari come di basso uso, ma per la quale il motore di ricerca riporta ben 17.200.000 risultati. Il “recupero” moderno del termine, non registrato ancora dalla maggioranza dei dizionari, è con tutta probabilità legato alla sua fortuna come termine specialistico dell’economia, contesto nel quale assume un significato specifico e univoco, nonché alla fortuna del suffisso –ità, rimasto sempre molto produttivo in italiano. Un ruolo in tale ritrovata popolarità, seppure in un contesto circoscritto e con relativamente pochi passaggi alla lingua comune – come sinonimo a pieno titolo di attrattiva – l’ha forse giocato anche... l’attrattività del vocabolo inglese attractiveness, impiegato sia in contesti comuni che specialistici.
A cura di Vera Gheno
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
9 marzo 2012
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