Alcuni lettori si interrogano su quale sia l’ausiliare del verbo convenire.
L’incertezza sull’ausiliare di convenire non riguarda i costrutti transitivi del verbo nel significato di ‘stabilire di comune accordo’ (“abbiamo convenuto un prezzo”), e in quello, specialistico, di ‘citare qualcuno in giudizio’ (“l’avvocato ha convenuto in giudizio il socio”), in cui l’ausiliare è ovviamente avere; né riguarda i suoi usi pronominali, con i valori di ‘accordarsi’ o di ‘essere adeguato’, in cui l’ausiliare è altrettanto ovviamente essere (“tra le parti si è convenuto di stipulare il seguente accordo”; Dante, Pd. XXXIII: “Veder voleva come si convenne / l’imago al cerchio”), ma c’è (ed è comune) con i costrutti intransitivi. Qui, infatti, a seconda dei significati, l’ausiliare dei tempi composti è ora essere ora avere.
Nel senso, detto di più persone, di ‘confluire in uno stesso luogo’ e, con soggetto (prevalentemente) non animato o frase soggettiva, in quello di ‘essere opportuno, vantaggioso, utile, appropriato, giusto ecc.’ (Pd. XXVI: “I s’appellava in terra il sommo bene / onde vien la letizia che mi fascia; / e El si chiamò poi: e ciò convene”) vuole essere (riprendo esempi anche dalle domande dei lettori):
Siamo convenuti qui per ricordare un amico
I rappresentanti dei vari Paesi sono convenuti ieri a Parigi
Il prezzo mi è convenuto
ci è convenuto tacere e andarcene
non mi sarebbe convenuto essere associato a lui
Invece, nel significato di ‘concordare su qualcosa’ (detto di due o più persone) o ‘di concordare con qualcuno su qualcosa’, vuole avere (scriveva il dizionario ottocentesco Tommaseo-Bellini alla voce: “Coll’avere denota più determinatamente il patto fatto, che coll’essere”):
abbiamo convenuto tra di noi di soprassedere
i presenti hanno convenuto sull’opportunità di rinviare la partita / di rinviare la partita / che è opportuno rinviare la partita
io ho convenuto con lui sull’urgenza della decisione / di decidere rapidamente
Queste variazioni spiegano l’incertezza dei lettori. Per di più, il transitivo attivo (“i presenti hanno convenuto un prezzo”, lo hanno concordato), se volto al passivo (come spesso accade), vuole ovviamente essere (“dai presenti è convenuto il seguente prezzo”, viene concordato), con una morfologia e un significato che favoriscono lo slittamento di senso (da ‘concordare’ a ‘essere vantaggioso, opportuno’) e di costruzione all’intransitivo (“ai presenti non è convenuto il prezzo”, non gli è andato bene). Una serie di incroci che spiegano l’incertezza e debbono indurre, negli usi formali, a una particolare sorveglianza.
Se ci si chiede, infine, perché due ausiliari diversi per uno stesso costrutto, si può ricorrere alle risposte di Bruno Moretti e di Raffaella Setti (a proposito dell’ausiliare di migliorare e di appartenere) sulla “Crusca per voi” n. 61 (2020, II) e pensare al ruolo diverso del soggetto nei due usi intransitivi di convenire: meno attivo, nei casi in cui, con i significati più etimologicamente vicini al venire che sta dentro il verbo, di ‘radunarsi in un luogo’ e soprattutto in quello di ‘essere vantaggioso, opportuno ecc.’, è richiesto essere (“gli è convenuto patteggiare”), e più operativo nei casi (col senso traslato di ‘concordare’) in cui è previsto avere: “Giorgio ha concordato con Anna un prezzo”.
Vittorio Coletti
9 novembre 2021
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