Alcuni lettori ci chiedono se il termine norreno sia utilizzabile solo in riferimento alla lingua e alla letteratura o possa estendersi anche ad altri aspetti culturali di quella popolazione (artigianato norreno, invasioni norrene, tradizioni norrene ecc.).
Con norreno, dal nordico norron ‘settentrionale’, che il GRADIT data al 1954 con la marca TS indicante voce “tecnico-specialistica”, s’intende per il GDLI tutto ciò “che si riferisce alla lingua e alla letteratura norvegese e islandese al IX al XIV sec., cioè nell’età vichinga”, con la seguente specificazione: “e il termine è impiegato per designare globalmente le culture sviluppatesi in Norvegia, in Islanda e nelle colonie minori dell’Atlantico settentrionale e, in partic., le forme e i generi letterari comuni a tale area geografica, come il carme eddico, il carme scaldico e la saga; si può ricordare in proposito che la saga dei Nibelunghi [...]”.
Il Vocabolario Treccani online è più dettagliato e aggiunge che tali opere ci permettono “di conoscere la mitologia, la religione, la vita dell’antico mondo germanico al culmine del suo sviluppo storico e alla vigilia del passaggio al cristianesimo. In partic. sono noti come saghe n. anonimi racconti in prosa fissati per iscritto, soprattutto in Islanda, a partire dal sec. 13°, dopo una lunga tradizione orale, e aventi per tema i fatti salienti della colonizzazione dell’isola e della storia norvegese che a essi è collegata”.
Quanto alla prima presunta attestazione in italiano, una ricerca su Google Libri consente di retrodatare norreno almeno al 1894, anno di pubblicazione del saggio Letteratura norvegiana del catanese Santi Consoli (Milano, Ulrico Hoepli). Tra le occorrenze nel testo si legge norreno/-a/-e/-i associato a poesia 11 volte (più una a poeti), a lingua 10, poema/-i 5, tradizioni 5, prosa/-e 3, letteratura 3, miti/mitologia 3, versificazione/verso 3, voce/-i 2, eroi 1, skaldi 1 (intesi come poeti itineranti di corte in corte in era vichinga); 8 volte norreno è glottonimo, una volta infine vale come etnico. Da segnalare che i norreni sono indicati come “gli odierni norvegiani”.
È pertanto evidente e del tutto naturale che l’aggettivo norreno riguarda tutto quanto sappiamo del mondo norreno e che alcune popolazioni del Nord Europa hanno ereditato, coltivano e studiano: la lingua, certo, che alcuni considerano collocarsi rispetto alle parlate scandinave moderne come il latino alle lingue romanze; ma anche la cultura in generale, la storia, la religione, usi e costumi.
E di là da fatti linguistici, culturali in senso lato (si parla spesso di “eredità norrena”) e storici, troviamo in rete rare attestazioni anche di “mare norreno”, “fiordi norreni”, “pianure norrene”, “terra, landa, costa norrena”, dunque voci d’àmbito geografico, e inoltre derivati occasionali come norrenocentrico (in un blog dove il termine norreni viene usato come sinonimo di ‘polentoni, milanesi, italiani del nord’ e altro ancora, denotando una notevole confusione e pur tuttavia testimoniando una certa familiarità con la voce...).
Infine norreno può essere utilizzato in funzione suppletiva anche in tempi moderni, come sinonimo in particolare di norvegese e di islandese. Lo incontriamo in rete, sia pure in casi rarissimi, in ambito sportivo. Nessuna meraviglia, se si considera quanti suppletivi da etnici o toponimi/oronimi/idronimi antichi popolano, e ancor più popolavano nel XX secolo, le cronache soprattutto calcistiche per amor di variatio. Tuttora non è inconsueto leggere o ascoltare lusitani per ‘portoghesi’, magiari per ‘ungheresi’, ellenici per ‘greci’, elvetici per ‘svizzeri’.
Enzo Caffarelli
30 aprile 2019
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