Sono numerosi i lettori che si interrogano sull’origine della forma esclamativa mannaggia: ecco la risposta di Giuseppe Patota.
Mannaggia!
Intorno all’origine e ai tempi, modi e luoghi della diffusione della parola mannaggia – un’esclamazione che può ricorrere da sola (“Mannaggia!”) o concorrere a formarne altre (“Mannaggia a te!”, “Mannaggia (al)la miseria!”) con lo stesso, ben noto significato di accidenti! –, i vocabolari generali, storici ed etimologici danno indicazioni diverse, talvolta contrastanti.
Una prima ipotesi è che sia una voce di origine meridionale, derivata dalla fusione (tecnicamente, l’univerbazione) di tre parole distinte: mal(e) n(e) aggia (equivalente meridionale di abbia); una seconda ipotesi è che sia la forma ridotta per sincope (cioè per perdita di una sequenza fonica interna) della parola malannaggia, anch’essa ritenuta di provenienza meridionale, nata a sua volta dal tamponamento di malanno ‘anno cattivo’ e aggia ‘abbia’ (dunque significante, letteralmente, ‘abbia un malanno’).
Per decidere quale delle due ipotesi sia corretta sarà necessaria una ricerca più approfondita. Chi scrive – che s’impegna a farla fin d’ora, ringraziando i lettori per avergliene dato l’idea – propende per la seconda ipotesi, e contemporaneamente è portato a considerare di provenienza meridionale non l’intera sequenza (e dunque non il suo risultato finale malannaggia) ma la sola forma verbale aggia, già attestata nei poeti siciliani e per loro tramite diffusa fin dal Duecento in testi letterari prodotti in varie zone d’Italia, Toscana compresa.
Per approfondimenti:
8 settembre 2017
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