I lettori ci pongono due quesiti, uno riguardante quale forma preferire tra incapsulamento e incapsulazione; in particolare, alcuni si meravigliano del fatto che il termine incapsulazione si incontra nelle terminologie tecniche dell’informatica, mentre sia nei dizionari dell’uso sia in quelli più comprensivi – come il Vocabolario Treccani e il GRADIT – è lemmatizzato soltanto incapsulamento. L’altro quesito riguarda la non attestazione nei dizionari del verbo decapsulare nonostante l’esistenza dei sostantivi decapsulazione e decapsulatrice.
Una prima risposta è che i due nomi incapsulamento e incapsulazione sono entrambi derivati regolari, dal punto di vista sia formale sia semantico, del verbo incapsulare. Per quanto riguarda la loro attestazione nella lingua e la diffusione del loro impiego, la recente disponibilità dei servizi online Ngram e Scholar di Google offre la possibilità di consultare agevolmente una quantità e una varietà di testi fino a pochi anni or sono di difficile accesso anche per le redazioni dei migliori dizionari. Possiamo dunque riscontrare che entrambi i nomi derivati sono attestati a partire dalla seconda metà dell’800: il nome incapsulamento può essere retrodatato di circa un secolo rispetto a quanto indicato nel GRADIT (1957) e anche il verbo incapsulare risulta essere significativamente preesistente nell’uso (1863) rispetto all’attestazione riportata nel GRADIT (1914/15).
Separato dal rimanente organismo per una speciale incapsulazione costituita da un involucro di tessuto connettivo. (Felix Von Niemeyer, Patologia e terapia speciale basate particolarmente sui recenti progressi della fisiologia e dell'anatomia patologica, vol. IV, Milano, Francesco Vallardi, 18662, p. 528)
Ma già colla incapsulazione di tutte le trichine o della loro maggior parte provocata in questo modo termina la malattia della trichiniasi. (Felix Von Niemeyer, Patologia e terapia speciale basate particolarmente sui recenti progressi della fisiologia e dell'anatomia patologica, vol. III, 18662, p. 830)
Per l’incapsulamento di corpi estranei si genera un gran numero di cisti (A[dolf] Bardeleben, Istituzioni di patologia chirurgica e medicina operatoria, vol. I, Napoli, Nicola Jovene, 1876, p. 415)
Dopo il primo periodo di vita libera (di rabdite) le larve si incistidano; succede cioè un vero incapsulamento o incistidamento paragonabile all'incrisalidamento degli insetti, all'incapsulamento della trichina nei muscoli (su Osservazioni elmintologiche relative alla malattia sviluppatasi endemica negli operai del Gottardo, Memoria del prof. Edoardo Perroncito, Reale Accademia dei Lincei, anno CCLXXVII, 1879-80, “Archivio per le scienze mediche”, vol. IV, 1880, pp. 453-463: p. 459)
I tessuti che conferiscono ad incapsulare il vermicino. (Discussione sulla trichina spiralis e sulla malattia prodotta da essa, “Giornale della R. Accademia di medicina di Torino”, serie II, vol. XLVI, 1863, pp. 492-509: p. 508)
La consecutiva reazione poté incapsulare il sangue estravasato. (Ferdinando Verardini, Studi intorno l’ematocele peri o retro-uterino, “Memorie della Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna”, serie II, vol VIII, 1868, pp. 363-415: p. 370)
Se è vero che il periodo di prima attestazione coincide per le due forme, dalle stesse fonti online si può tuttavia notare che incapsulamento è la forma più usata a partire dalle prime apparizioni sino ad oggi. Inoltre, sia incapsulamento che incapsulazione sono stati impiegati in origine come esatti sinonimi, negli stessi contesti, in pubblicazioni scientifiche di àmbito medico, zoologico e biologico per indicare la formazione di una capsula di tessuto intorno a un ascesso o a un corpo estraneo. Da tale significato originario si sono poi sviluppati altri sensi in cui i due nomi e il verbo da cui sono derivati indicano il processo o il risultato di una separazione o di una delimitazione. Ad esempio incapsulare è attualmente impiegato, come segnala un lettore, nella terminologia informatica col significato di ‘manipolare un gruppo di informazioni come un’entità unica, senza modificare la loro struttura interna’, ma anche nella terminologia della linguistica testuale in riferimento all’utilizzo di elementi usati per richiamare quanto già detto in precedenza al fine di garantire la coesione di un testo; è inoltre impiegato nella terminologia della produzione industriale col significato di ‘munire di capsula ermetica una bottiglia, un flacone o simili’. Da quest’ultima accezione derivano il nome della macchina incapsulatrice e quello del processo di capsulatura, cioè l’applicazione di capsule. Queste considerazioni possono giustificare il fatto che incapsulamento sia la sola forma attestata nei dizionari, opere in cui la tendenza all’esaustività dell’informazione è contemperata dal principio di economia delle risorse, sacrificando – laddove non vi siano motivi di prestigio o di documentazione relativa a fasi precedenti della lingua – le forme meno frequenti in favore di quelle sinonimiche più frequenti.
L’uso di incapsulazione in contesti relativi alla terminologia informatica può essere stato recentemente rinforzato dalla presenza nell’inglese del nome encapsulation, unico derivato del verbo to encapsulate insieme alla variante incapsulation. Tuttavia, come abbiamo già osservato, la forma incapsulazione è attestata almeno a partire dal 1866, periodo in cui l’influenza della lingua inglese sulla prosa scientifica in italiano non era così pervasiva come adesso.
Tornando ad argomenti interni alla lingua italiana, la preferenza nell’uso della forma incapsulamento rispetto a incapsulazione può essere spiegata con il fatto che i nomi derivati con il suffisso -mento sono formati di preferenza da verbi prefissati con ad- o in- (per es. abbassamento, assoggettamento, inebetimento, rispettivamente da abbassare, assoggettare, inebetire), mentre i nomi derivati con il suffisso -zione sono più frequenti a partire da verbi prefissati con de- (per es. decontaminazione, detassazione, rispettivamente da decontaminare, detassare). Sono tuttavia possibili controesempi (come impersonificazione, defenestramento).
L’argomento della prefissazione dei verbi costituisce un punto di collegamento con la domanda relativa all’esistenza dei nomi decapsulatore e decapsulatrice in mancanza del verbo decapsulare da cui dovrebbero derivare.
I lettori hanno ragione nel constatare che decapsulare non è attestato nei dizionari della lingua italiana. È comunque documentato, sia pure in un ristretto numero di esempi tratti da riviste scientifiche (specialmente di àmbito medico), già a partire dagli inizi del ’900 (es. “I reni sono iperemici, si lasciano decapsulare facilmente”, G. Donzello, Di un microrganismo isolato da un caso di pseudo-tubercolosi polmonare di un coniglio selvatico, “Il Morgagni”, vol. XLVII, 1905, pp. 593-611: p. 610).
Il fatto che nomi deverbali come decapsulatore o decapsulatrice siano attestati prima o siano di uso più frequente del verbo stesso non deve sorprendere qualora si tratti di termini di àmbito scientifico o tecnico-specialistico. Nei testi di tipo scientifico infatti la funzione di tipo denominatorio/classificatorio è svolta tipicamente dai nomi, mentre il verbo tende ad apparire in un secondo momento e solo qualora sia necessario indicare con un termine specifico lo svolgimento del processo designato dal nome. Inoltre, in medicina, incapsulare indica la reazione naturale allo sviluppo di un evento patogeno, mentre il verbo decapsulare indica un intervento dall’esterno consistente nella rimozione di una capsula: è dunque del tutto plausibile attendersi che il verbo decapsulare sia apparso in un secondo momento e che sia meno frequente rispetto a incapsulare.
Tornando a decapsulatore e decapsulatrice, si tratta di due sinonimi che servono a indicare sia uno strumento per rimuovere gli inneschi dai bossoli delle cartucce usate sia una macchina per togliere dal collo delle bottiglie stappate i residui delle capsule di stagnola o plastica; ad essi si affianca decapsulazione, termine della medicina con cui si indica l’asportazione chirurgica della capsula di un organo.
In conclusione, incapsulamento e incapsulazione sono entrambi derivati regolari del verbo incapsulare, usati sin dalle loro prime manifestazioni negli stessi contesti e con lo stesso significato. Il confronto degli usi di incapsulamento e incapsulazione non permette di ravvisare una distinzione di significato come quella che si può osservare in alcune coppie di derivati da uno stesso verbo tramite l’impiego dei suffissi -mento e -zione. Se si confrontano, ad esempio, i significati di costipamento e costipazione si può notare che nel primo prevale il significato ‘l’atto di costipare’, mentre nel secondo il valore risultativo ‘il fatto di essere costipato’.
L’uso prevalente di incapsulazione nella terminologia informatica è plausibilmente dovuto alla presenza di encapsulation in inglese, la lingua dominante in tale disciplina. La recente diffusione di incapsulazione può essere stata favorita anche dalla preferenza per l’impiego dei derivati con -zione nelle terminologie scientifiche (per es. coibentazione, denaturazione) rispetto ai derivati con -mento, che sono invece più usati in parole del lessico colloquiale o corrente (per es. rompimento, snaturamento) I derivati con -zione sono attualmente favoriti anche dalla grande produttività del suffisso, che risulta dominante rispetto agli altri suffissi formatori di nomi deverbali a partire dai numerosi nuovi verbi suffissati con -izzare: si confrontino acutizzare → acutizzazione (non *acutizzamento) e aggravare → aggravamento.
I lettori non devono dunque sorprendersi, specialmente nel caso di parole di uso ristretto a lessici specialistici e di impiego non molto frequente, che si formino coppie di sinonimi in cui la preferenza di un membro o l’altro della coppia per l’espressione di una specializzazione di senso non è riconducibile a una distinzione semantica generalizzabile. Nel nostro caso, incapsulamento e incapsulazione sono due sinonimi e, se dalle prime apparizioni ad oggi incapsulamento è stata la forma più usata, incapsulazione potrebbe nel futuro affermarsi a spese di incapsulamento per le ragioni sopra esposte.
Sebbene l’assenza nei dizionari del verbo decapsulare sia in contrasto con la regolarità morfologica dei paradigmi secondo cui parole come decapsulazione e decapsulatrice sono derivate da verbi tramite suffissazione, di fatto si tratta di una lacuna non grave data la scarsa frequenza, l’ambito settoriale e l’immediata interpretabilità del significato del verbo. Bisogna ricordare inoltre che, seppure morfologicamente più semplici, i verbi nelle terminologie scientifiche tendono a essere usati in un numero minore di contesti e ad apparire dopo che i nomi corradicali si sono ben attestati e diffusi nell’uso.
Claudio Iacobini
Mikaela Cordisco
10 maggio 2023
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