Ci sono pervenute varie domande che chiedono se sono corrette o possibili in italiano frasi come noi mi sembriamo…, noi mi ricordiamo…, noi mi amiamo, noi mi piacciamo.
Le domande pongono una questione interessante: se in un nucleo frasale un verbo può avere come primo argomento (soggetto) il pronome di prima persona plurale e come secondo argomento (oggetto, diretto o indiretto) il pronome di prima persona singolare espresso da un clitico.
Iniziamo col dire che la prima persona plurale (detta anche, da molti, quarta persona) include la prima singolare (il noi comporta necessariamente la presenza dell’io, mentre può includere o escludere il tu); pertanto non sono possibili (anzi, per dirla in termini tecnici, sono agrammaticali) tutte le frasi in cui il verbo è transitivo (e dunque il mi è un oggetto diretto), come *noi mi amiamo, *noi mi vediamo, *noi mi ammiriamo, *noi mi ascoltiamo.
Quando invece il verbo è intransitivo o comunque il mi è in funzione di oggetto indiretto, le cose sono più complesse. Sono agrammaticali anche frasi come *noi mi parliamo, *noi mi diciamo, *noi mi diamo (se non forse in usi figurati che possiamo lasciare da parte in quanto assolutamente marginali: noi mi diamo l’idea di essere superati; noi mi diciamo poco, da questo punto di vista).
Viceversa, sono senz’altro accettabili frasi in cui il legame tra la prima persona singolare e la prima persona plurale, grazie alla semantica del verbo, sia meno stringente: è come se l’io “si tirasse fuori” e guardasse al noi, per così dire, dall’esterno. Dunque è senz’altro possibile trovare una sequenza come (noi) mi sembriamo (da completare però con un complemento predicativo): (noi) mi sembriamo forti, (noi) mi sembriamo bravi, (noi) mi sembriamo impreparati, ecc.; in rete ci sono esempi come “Mi sembriamo un po’ pochini per sovvertire il sistema”; “Oggi mi sembriamo un po’ arruffatini”. Google libri restituisce perfino un esempio (sicuro) da un numero imprecisato della rivista “Le cronache scolastiche. Rassegna quindicinale dell'istruzione media” all’interno di un paradigma: “Noi mi sembriamo essere molto prudenti”.
Lo stesso discorso vale per noi mi ricordiamo, che pure richiede un analogo completamento: “(noi) mi ricordiamo un po’ quel gruppo rock che ebbe successo vent’anni fa” o simili.
Anche noi mi piacciamo è accettabile, e ancor di più con il verbo al passato; è infatti del tutto possibile, per esempio, che un allenatore di calcio dica a un giornalista che lo intervista una frase come la seguente: “nel primo tempo noi non mi siamo piaciuti affatto, mentre loro sono stati più bravi nel possesso palla; nella ripresa, invece, abbiamo fatto un’ottima partita e mi siamo sembrati un’altra squadra”.
Vero è, però, che in frasi del genere di quelle sopra presentate il noi (a meno che non si contrapponga a un altro pronome, come nell’ultimo esempio proposto) viene generalmente sottinteso (come avviene negli unici due passi autentici riportati), sia perché ricavabile dal verbo, sia anche per evitare la sequenza noi mi, di cui effettivamente è difficilissimo reperire attestazioni probanti e che evidentemente risulta fastidiosa. Tuttavia Kevin De Vecchis (che ringraziamo) è riuscito a reperire un paio di esempi in Twitter:
Ragazzi sti arbitri sono scarsi ma noi mi sembriamo molto molto molto scarsi!! Qui se non si gioca e non si corre e non ci si impegna sarebbe meglio stare a casa! (26 agosto 2018)
Ma veramente noi mi sembriamo piuttosto sinceri...dove sei finito per trovare tutti questi strani profili? Quello che si trova dipende anche da dove si cerca, eh. (4 ottobre 2019)
Insomma, per concludere, possiamo dire che frasi con noi mi non sono certamente frequenti in italiano, ma non si possono considerare sempre agrammaticali: lo sono certamente quando il verbo è transitivo e mi è oggetto diretto; lo sono altrettanto quando mi è oggetto indiretto ma la semantica del verbo non consente di separarlo da noi. Sono invece accettabili frasi con verbi come sembrare o parere, che richiedono però un complemento predicativo, e anche costruzioni con verbi come ricordare, piacere, in cui il rapporto tra l’io e il noi è, per così dire, meno stringente. Lo stesso vale per voi ti (è certamente grammaticale una frase come: “dimmi la verità, ti siete sembrati all’altezza della situazione?”), ma probabilmente si tratta di una “combinazione” ancora più rara.
Paolo D'Achille
Cristiana De Santis
27 febbraio 2023
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