Origine e uso corrente dell’espressione vuoto per pieno

È arrivata in redazione una richiesta di chiarimenti circa il significato dell’espressione vuoto per pieno.

Risposta

L’espressione vuoto per pieno trae origine dal linguaggio dell’architettura, dove si riferisce a un metodo di calcolo utilizzato per determinare il volume lordo di un edificio, considerando l’intero spazio racchiuso dalle pareti esterne, dal pavimento più basso fino alla copertura, senza escludere elementi come porte, finestre o altri vuoti presenti nella struttura. Tale metodo è impiegato per stimare – a prescindere da eventuali spazi vuoti – costi di costruzione, oneri urbanistici e valutazioni volumetriche in àmbito edilizio.

La locuzione ha origini antiche: se ne hanno occorrenze fin dal XIV secolo, come attestato in questi patti fra l’Opera del Duomo di Siena e Piero di Gionta da Rondine datati al 6 gennaio 1368:

E debba l’operario predecto prestare a lloro legname per fare e ponti, cioè ritorte e grati e correnti; e le finestre dal palco in su e l’usciaie si misurino voto per pieno. (Alessandro Aresti, Il lessico delle arti e il volgare a Siena fra Tre e Cinquecento, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2024, p. 28)

Nei secoli l’espressione si estese al diritto commerciale, dove, nei contratti di noleggio delle navi mercantili, finì per essere utilizzata come clausola che obbligava il noleggiatore a corrispondere il pagamento del nolo in base alla quantità di merce concordata, indipendentemente dal fatto che l’effettivo carico trasportato risultasse inferiore:

Ove la nave sia noleggiata con la clausola ‘vuoto per pieno’, che, cioè, il vuoto debba essere pagato per pieno, e se il prezzo è differente, devesi calcolare il nolo relativo al vuoto sul prezzo convenuto per ogni specie di mercanzia. (Gerolamo Boccardo, Dizionario universale di Economia politica e di Commercio, 2 voll.,  2a ed., Milano, Trèves, 1875-77, citato da GDLI s.v. vuoto § 16, vol. XXI, p. 1030)

In alcune circostanze si rileva anche l’espressione vano per pieno, con il primo aggettivo utilizzato nella sua accezione antica e letteraria di “vuoto nella parte interna; cavo” (GDLI s.v. vano § 10,vol. XXI, p. 660), come emerge a più riprese nella documentazione sulla costruzione dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze:

[…] E i detti maestri debbono avere per loro premio dal detto uficio lo infrascripto salario, cioè per tutto di muro disteso, becchatelli, volte, volticciuole e torri a ongni spesa de’ decti maestri come detto è, del braccio quadro misurando vano per pieno soldi dieci di p. e dove fusse meno che braccio misurando in faccia. (21 maggio 1425)

Anchora siamo d’acordo che ’ parapetti e’ merli sono braccia 3040, chosta il braccio de’ parapetti e merli tra concio e pietre e rena e maestero misurando vano per pieno e in faccia in tutto il braccio soldi otto di p[aga], avanza al maestro soldi due di p[aga] al braccio. (6-10 ottobre 1429; per entrambi i testi cfr. Opera di Santa Maria del Fiore, Gli anni della Cupola 1417-1436)

L’espressione – oggi formalizzata anche a livello giuridico, come si evince dall’art. 3 del D.M. 02/04/1968, n. 1444 – si è gradualmente trasferita dal linguaggio architettonico e commerciale a un uso più figurato, con un’estensione semantica che ne ha ampliato il significato.

In senso metaforico, vuoto per pieno ha iniziato così a designare situazioni in cui si accettano approssimazioni, oppure quando si attribuisce un valore senza verificare i dettagli o l’effettiva sostanza della cosa misurata:

Ma quando la Bonaccorti è malata e la sostituisce Giancarlo Magalli, come è accaduto nelle ultime settimane? È qui la sorpresa. Le cifre sono le stesse. Vuoto per pieno, spettatore in più per spettatore in meno, la “audience” di questa trasmissione sostanzialmente non cambia: lo dicono le cifre. (Beniamino Placido, A parer mio, “la Repubblica”, 30/11/1986)

Con l’albergatore è facile ridurre i prezzi. Gli si dice: ti garantisco 25.000 presenze all’anno, ti pago il vuoto per pieno, cioè ti garantisco che le camere ti saranno pagate anche se non vengono occupate, ma tu in compenso mi devi assicurare a 50 un servizio che di solito costa 100. (Carlo Chianura, Il gran business dietro il settore dei voli charter, “la Repubblica”, 10/2/1989)

Il Livorno-Sestri-Livorno è un treno d’agenzia venduto vuoto per pieno alle compagnie di crociera, quindi si effettua solo quando queste lo acquistano. (Ferrovie.it, 23/6/2011)

Al momento abbiamo sulla carta, un edificio la cui potenza installata è di circa 500 kW di cui (vuoto per pieno) 300 kW di CDZ (in copertura, tra pdc circolazione e ventilazione). (electroyou.it, 4/3/2019)


Gianluca Valenti

23 giugno 2025


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