Ci sono arrivate vari quesiti sul verbo tifare: è sempre intransitivo o anche transitivo, come sembrano documentare esempi come noi tifiamo te, tifare Argentina? E, nell’uso intransitivo, si deve usare sempre la preposizione per (tifare per la Juventus) o ammette anche la preposizione a (tifare all’Inter)?
Il verbo tifare è un denominale da tifo ‘passione sportiva’. In tale accezione tifo (e anche tifare) è registrato per la prima volta nella lessicografia italiana nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini (VII ed. del 1935), un repertorio assai attento agli sviluppi della semantica lessicale. Si tratta di un uso esteso e figurato della voce tifo ‘malattia contagiosa’ (dal greco tŷphos ‘fumo, vapore’, poi ‘febbre soporosa’), a sua volta diffusasi in italiano agli inizi del XIX secolo. Il verbo tifare, dal significato sportivo (e in particolare calcistico), ha sviluppato quello di ‘sostenere con grande trasporto’, riferito sia a persona sia a referente inanimato: tifare per un candidato, tifare per un partito, tifare per un progetto. La costellazione lessicale si completa con il derivato (aggettivale e nominale) tifoso, che ha a sua volta generato tifoseria, ovvero ‘l’insieme dei tifosi di una squadra o di un campione’.
Entrando nel merito dei quesiti, non c’è dubbio che tifare sia un verbo intransitivo che si costruisce con la preposizione per: io tifo per la Fiorentina; nel ciclismo c’era chi tifava per Coppi e chi per Bartali. Tale costrutto è per di più rafforzato dall’uso perifrastico alternativo fare il tifo per: facciamo tutti il tifo per la Nazionale; faccio il tifo per te ‘spero che tu riesca nei tuoi propositi’. Possiamo dunque escludere la liceità del costrutto fare il tifo a.
Per quanto riguarda invece l’uso transitivo del verbo, il GDLI lo ritiene possibile nella lingua colloquiale, ovvero in contesti diafasicamente bassi. Ecco che frasi come tifo Napoli, tifo Milan (meno plausibili tifo il Napoli, tifo il Milan, come dimostrano anche le scarse occorrenze in Rete) si sentono spesso e rispondono a un principio di economia linguistica. Non si dimentichi, inoltre, l’alto livello di emotività che caratterizza il linguaggio sportivo e in particolare quello dei tifosi: noi tifiamo te presenta un tasso di espressività certamente superiore rispetto a noi tifiamo per te.
Che tuttavia il verbo non sia davvero transitivo è dimostrato dalla sostanziale inaccettabilità di molte frasi passive: si può dire, infatti, io tifo te, ma non *tu sei tifato da me; si trovano tuttavia in rete esempi recenti di è stato tifato.
Claudio Giovanardi
20 aprile 2018
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