Proponiamo la risposta di Valeria Della Valle, uscita su La Crusca per voi (n° 35, ottobre 2007, p. 12) a proposito della recente diffusione mediatica della parola tesoretto usata per indicare l'extra-gettito delle finanze statali. In particolare alcuni lettori hanno chiesto se si tratti di un neologismo o di un nuovo significato assunto da una parola esistente.
Recente diffusione mediatica di tesoretto
ll diminutivo tesoretto non significa solo 'piccolo tesoro', 'gruzzolo di danaro', ma anche 'camera blindata di una banca', 'cassaforte', 'caveau' (con questo valore il sostantivo è registrato nel Grande dizionario della lingua italiana, fondato da Salvatore Battaglia, Torino, UTET, 1961-2002, nonché nello Zingarelli 2008). In seguito il termine è passato, nel linguaggio bancario, a indicare una 'riserva', e ha avuto grande diffusione e popolarità, a partire dal 2007, per indicare il tipo particolare di riserva finanziaria detto, con espressione più tecnica, "extra-gettito". Alla popolarità e alla diffusione della parola hanno contribuito di sicuro i giornalisti, che nei loro articoli hanno preferito usare il più semplice tesoretto (che non solo evoca il titolo del poemetto allegorico di Brunetto Latini, ma, come tutti i diminutivi, ha una connotazione più accattivante e quasi familiare) rispetto al burocratico extra-gettito.
11 aprile 2008
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