Se accediamo a un sito, il sito viene acceduto?

Numerose sono le segnalazioni arrivate in redazione a proposito dell’uso passivo del verbo accedere in ambito informatico.

Risposta

Accedere è un verbo di movimento bivalente intransitivo: prevede infatti, oltre al soggetto, un secondo argomento retto dalla preposizione a: qualcuno accede a un luogo (in senso proprio o figurato).

Attestato fin dal XIV sec., il verbo ha acquistato negli ultimi decenni un significato specifico, legato all’uso che se ne fa nel linguaggio informatico: quello di “avere accesso a una memoria o a un sistema per consultazioni o operazioni: accedere a una banca dati” (Il nuovo De Mauro).

Si tratta di un calco dall’inglese (to) access, verbo transitivo che si trova spesso usato al passivo, specialmente nei testi informatici, in riferimento a file, database, sistemi operativi, siti web, account ai quali si può accedere.

Questa è la definizione del verbo che si legge nel dizionario online Merriam-Webster, seguita da un esempio al passivo: “to open or load (a computer file, an Internet site, etc.): a file that can be accessed by many users at the same time”.

Per analogia, anche nel gergo informatico italiano si è diffuso l’uso passivo del verbo accedere, in esempi come quelli segnalati alla redazione: “il server dovrà essere acceduto attraverso la piattaforma web”. Un uso che non è recentissimo, dato che risulta attestato nel corpus dell’italiano scritto CORIS/CODIS (Università di Bologna, sezione 1980-2000): “il canale può essere acceduto solo su invito”.

Si tratta sicuramente di una forzatura sintattica, che può essere evitata ricorrendo alla costruzione impersonale: al canale si può accedere solo su invito. La diffusione della costruzione “forzata” tuttavia non stupisce tenuto conto sia della forza modellizzante dell’inglese nella terminologia informatica dell’italiano, sia di una tendenza che è stata notata per altri verbi bivalenti intransitivi dell’italiano contemporaneo, sempre più spesso usati nella forma passiva: è il caso di verbi come alludere a, accennare a, ricorrere a (De Santis 2018).

In effetti nei verbi bivalenti la presenza di un secondo argomento, sia pure indiretto (cioè introdotto da preposizione), può a certe condizioni favorire la trasformazione passiva, specialmente quando ci sia contiguità semantica con altri verbi transitivi di significato analogo: ‘accedere’ a una pagina web è come dire ‘caricare, aprire’. Nel caso di accedere, poi, conta anche la storia della parola, che deriva dal verbo latino accedo che (come adeo) poteva essere sia intransitivo sia transitivo.

Al momento, l’uso passivo di accedere sembra circoscritto all’accezione informatica: si dice di luoghi (virtuali) che sono accessibili o ai quali si può accedere seguendo determinate procedure. Andrà notato che, facendo una ricerca in rete, oltre a migliaia di risultati riferiti all’uso passivo di accedere, si trovano anche esempi di uso transitivo del verbo, sempre riferiti a procedure di accesso informatico (es. “la tua azienda può fare una lista di indirizzi e-mail dei proprietari che hanno acceduto il tuo sito web aziendale”).

Non è tuttavia escluso che questo uso si estenda anche in altri ambiti, come in uno degli esempi segnalati alla redazione: "la valle era una delle meno accedute...".

Bisognerà osservare, in questo come in altri casi, come evolverà l’uso, tenuto conto che le oscillazioni sul piano della diatesi dei verbi nell’italiano contemporaneo stanno aumentando, al di là dei casi evidenti di forzatura della costruzione passiva dovuti al contatto con l’inglese.

D’altra parte, va tenuto presente che transitività e intransitività non vanno considerate come proprietà lessicali del verbo ma come proprietà sintattiche della frase in cui il verbo è utilizzato. L’uso di un verbo in accezioni nuove, diverse da quelle comuni, può creare le condizioni per una risistemazione delle relazioni sintattiche stabilite dal verbo all’interno della frase, con un conseguente cambiamento o arricchimento delle costruzioni possibili. Per approfondimenti si rimanda a La Fauci 2009 e De Santis 2021.

Nota bibliografica:

  • De Santis 2018: Cristiana De Santis, “Obbedire ed essere obbedita”. Sul passivo dei verbi preposizionali, “Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata”, XLVII, 3 (2018), pp. 439-457.
  • De Santis 2021: Cristiana De Santis, La sintassi della frase semplice, Bologna, il Mulino, 2021.
  • La Fauci 2009: Nunzio La Fauci, Compendio di sintassi italiana, Bologna, il Mulino, 2009.


Cristiana De Santis

30 settembre 2022


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