Un utente di Matera chiede se la formula “Sono pro a…” in luogo di “Sono favorevole a…”, che sente usare sempre più spesso in contesti informali, sia accettabile, in particolare nella lingua scritta.
Chi irrida a qualunque intervento normatore risponderà affermativamente a questa domanda, alla quale, invece, io – che pure non identifico la norma nell’immobilismo grammaticale e lessicografico – mi permetto di rispondere negativamente. In italiano esistono tre pro: un pro preposizione (dalla preposizione latina pro), che significa ‘per’, ‘in favore di’, ‘a difesa di’ qualcuno o qualcosa (“Per aiutare le persone colpite dal sisma, la Rai ha aperto un conto pro terremotati”; si pensi anche a nomi di squadre di calcio come la Pro Vercelli o la Pro Patria, di Busto Arsizio); un pro avverbio (derivato dalla stessa base), che significa ‘a favore’ e si oppone all’avverbio contro sul piano del senso (“Non si sa ancora se l’opposizione voterà pro o contro”) e infine un pro nome (troncamento di prode, dall’indeclinabile prode del latino tardo, a sua volta dal verbo prodest, terza persona singolare dell’indicativo presente di prodesse ‘essere utile’), che significa ‘vantaggio’, ‘utile’, ‘fine’ (“A che pro fare questo?”).
Evidentemente, la formula “Essere pro a qualcosa” nasce da un’interpretazione inedita del nostro pro, che viene percepito come se fosse un aggettivo significante ‘favorevole’. Che possa trattarsi di un troncamento di prode usato come aggettivo nel senso di ‘valoroso’ (“Avanti, miei prodi!”) pare molto improbabile (e presupporrebbe o una continuità storica non documentata o una consapevolezza metalinguistica difficile da provare); è più economico ipotizzare e che si tratti di una sorta di conversione in aggettivo dell’avverbio pro, seguito dalla preposizione a che normalmente segue favorevole. Nessun vocabolario (consultati: Zingarelli, Devoto-Oli, Sabatini-Coletti, Vocabolario Treccani, GRADIT), in ogni caso, neanche il più recente e aggiornato, registra questa funzione, questo significato e questa costruzione di pro, e anche in rete se ne contano pochi esempi. Per ora, dunque, suggerisco di non accogliere la formula “Essere pro a”, soprattutto nella lingua scritta.
Giuseppe Patota
18 dicembre 2023
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