Si può essere un patriota con una o con due t

“È corretto dire (e scrivere) patriotta per patriota?”, ha chiesto qualche tempo fa un nostro lettore. Alla sua domanda se ne sono aggiunte altre che le sono a vario titolo legate: “È corretto patriotico o piuttosto patriottico?”; “Perché l’aggettivo patriottico raddoppia la t rispetto al sostantivo patriota?”; infine: “Si può usare patriottici come sostantivo?”

Risposta

Dalla risposta alla prima domanda si dipaneranno, come vedremo, quelle relative alle altre tre. Ma prima di pronunciarci sulla forma grafico-fonetica di tutte quante queste parole, sarà bene dire qualcosa sul significato della prima. Nelle sue più remote attestazioni, che risalgono all’inizio del XV secolo, il termine patriota (così pronunciato e scritto) significava  ‘dello stesso Paese, della stessa patria’: aveva insomma il significato che oggi ha la parola compatriota. Solo a partire dal XVIII secolo il termine ha assunto il significato di ‘persona che ama la patria e mostra il suo amore lottando o combattendo per essa’; e solo a partire dal settembre-ottobre 1943 esso è stato adoperato anche per indicare, in particolare al plurale, i partigiani che si opposero con le armi al nazifascismo. Nell’uso italiano attuale, il significato ricorrente è il secondo; il primo è, di fatto, uscito dall’uso, e il terzo è circoscritto all’àmbito storico di cui si è detto. La forma con una sola t, che è la più antica, proviene da patriota(m), parola che il latino tardo aveva a sua volta assunto dal greco patriòtes, in cui è presente una terminazione  (-òtes) la cui continuazione prima latina e poi italiana (-òta) ricorre, come suffisso derivativo, in molti nomi e aggettivi geografici ed etnici (per esempio cairota, cipriota, italiota) e d’altro tipo (pilota). Dal Cinquecento in poi patriota si è alternato con diverse varianti: non solo patriotta (che, per quanto rara e desueta, è dunque ammissibile), ma anche patrioto e patriotto (estranee all’uso italiano contemporaneo parlato e scritto). L’oscillazione fra patriota e patriotta ha investito anche l’aggettivo che ne è derivato, la cui prima attestazione risale, a quanto dicono i dizionari storico-etimologici, al Settecento: sicché, accanto al ben più ricorrente patriottico (evidentemente derivato da patriotta), che si presenta con due t (o meglio con una t che siamo abituati a chiamare “doppia” o “intensa”), nell’italiano scritto è documentato anche, benché più raramente, patriotico, che si presenta con una sola t (o meglio con una t che definiamo “scempia”). Patriottico (o patriotico) è un aggettivo, si è detto, e non un nome: sicché, al lettore che lo chiede, rispondiamo senz’altro che non può essere usato come sostantivo.


Giuseppe Patota  

 

2 marzo 2018


Agenda eventi

  Evento di Crusca

  Collaborazione di Crusca

  Evento esterno


Avvisi

Chiusura invernale

Avviso da Crusca

L'Accademia della Crusca resterà chiusa il 27 dicembre 2023, il 2 e il 3 gennaio 2024.

Vai alla sezione

Notizie dall'Accademia

Corso di formazione per insegnanti Le parole dell’italiano: idee e pratiche efficaci per insegnare e apprendere il lessico

15 nov 2023

25 ottobre 2023: il Collegio della Crusca nomina 10 nuovi accademici

27 ott 2023

Aspettando la Piazza delle lingue: quattro incontri all'Accademia della Crusca

05 ott 2023

L'Accademia della Crusca distribuisce gratuitamente il libro della Ventitreesima Settimana della lingua italiana nel mondo

02 ott 2023

L'Accademia della Crusca ricorda Giorgio Napolitano

22 set 2023

L'opera di Agostino Biagi al XIX Convegno della Associazione Italiana di Studi Cinesi/AISC 2023

19 set 2023

Scomparso l'accademico Ottavio Lurati

15 set 2023

L'Accademia della Crusca partecipa alla Bright Night dell'Università di Firenze

08 set 2023

Vai alla sezione