A. P., da Roma, ha sentito usare in Toscana il verbo svenirsi al posto di svenire: ci chiede se sia una forma corretta. A una domanda simile ha già risposta Luca Serianni sulle pagine della Crusca per voi n.15 (ottobre 1997).
Si sviene o ci si sviene?
«Prof. Elisabetta Pratesi, Firenze:
Fra alcune insegnanti di Lettere della scuola dove insegno è sorta una piccola disputa di fronte a una frase come "la ragazza si è svenuta", in quanto due insegnanti toscane trovavano normalissima tale forma verbale, mentre ad altre non toscane sembrava del tutto scorretta.
Nell'italiano antico i verbi intransitivi completati da un pronome personale atono, erano molto più numerosi di oggi: accanto ad accorgersi o pentirsi si poteva dire anche giacersi, tacersi o morirsi (come Dante, Vita nova § 14 ediz. Gorni: "Di necessitade conviene che la gentilissima Beatrice alcuna volta si muoia"). In alcuni casi la lingua contemporanea ha mantenuto la possibilità di scegliere (sedere / sedersi), molto più spesso ha generalizzato la forma intransitiva semplice, come è avvenuto per svenire. È questa l'unica forma registrata da due aggiornati e autorevoli dizionari dell'uso, lo Zingarelli (ediz. 1998) e il DISC di Francesco Sabatini e Vittorio Coletti (pubblicato dalla Giunti nel 1997), mentre il grande Vocabolario della lingua italiana dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana diretto da Aldo Duro (1986-1994) alla voce svenire annota: "In usi region[ali] anche intr[ansitivo] pron[ominale], svenirsi".
Si tratta di una forma ben attestata nell'italiano dei secoli scorsi: agli esempi cinquecenteschi citati nel Dizionario Tommaseo-Bellini (1865-1879: Varchi e Buonarroti il Giovane) possiamo aggiungerne altri due di scrittori non toscani: il Goldoni, nella commedia in versi La sposa persiana (atto V sc. I: "Fosse spirata allor quando si svenne") e il Verga (I ricordi del capitano d'Arce: "quando la signora Ginevra ti si svenne o quasi nelle braccia"). Se un fortunato vocabolario del secolo scorso, il Nòvo dizionàrio universale della lingua italiana di Policarpo Petrocchi (1887-1891) ammetteva ancora la possibilità di scegliere tra svenire e svenirsi, nel ventesimo secolo la seconda forma è uscita dall'uso generale. Si tratta, a rigore, non d'un errore ma di una forma antiquata che rischia di lasciare perplessi gran parte degli italofoni e che, per questo, non va incoraggiata».
Luca Serianni
Piazza delle lingue: La variazione linguistica
18 novembre 2013
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
Partecipa alla realizzazione del piccolo glossario illustrato della lingua del fumetto!
Tutte le informazioni qui.
Durante il periodo natalizio gli uffici dell'Accademia resteranno chiusi il 24 e il 31 dicembre 2024.
L'Archivio resterà chiuso dal 24 al 31 dicembre 2024 compresi, la Biblioteca dal 24 dicembre 2024 al 3 gennaio 2025 compresi.
Per concomitanza con le Feste, la visita all'Accademia della Crusca dell'ultima domenica del mese di dicembre è stata spostata al 12 gennaio 2025 (ore 11).