Sia... sia o sia... che? Un quesito posto frequentemente riguarda la forma più corretta nei nessi correlativi.
Sia... sia / sia... che
Riportiamo quello che suggeriscono a tale proposito Valeria Della Valle e Giuseppe Patota nel loro Il Salvaitaliano (Sperling & Kupfer Editori, 2000, pp. 172-3).
«La forma tradizionale, per questo tipo di correlazioni, è sempre stata sia... sia. Pensate che nel passato, quando ancora si coglieva il fatto che quei due sia erano forme del verbo essere, si potevano trovare anche altre coppie di voci verbali, come siano... siano o fosse... fosse.
La forma sia... che, comparsa per la prima volta nell'Ottocento, oggi è diffusissima, e non può certo essere considerata un errore; noi, comunque, vi suggeriamo di non usarla, sia per amor di tradizione, sia perché, in frasi lunghe e complesse, potrebbe generare confusione con altri tipi di che. Pensate a una frase come questa: "La mostra è adatta sia agli adulti, che apprezzeranno l'equilibrio delle linee e dei colori, che ai bambini, che potranno divertirsi nello 'spazio disegni' creato apposta per loro". Se, al posto di sia... che, userete sia... sia, eviterete quella gran folla di che, e tutto diventerà più chiaro: "La mostra è adatta sia agli adulti, che apprezzeranno l'equilibrio delle linee e dei colori, sia ai bambini, che potranno divertirsi nello 'spazio disegni' creato apposta per loro".»
30 settembre 2002
Evento di Crusca
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