Pròtasi del periodo ipotetico con il verbo al congiuntivo trapassato o al condizionale: si analizza il quesito posto da alcuni lettori proponendo la risposta di Giovanni Nencioni a Guido Sàpora apparsa su La Crusca per voi, (n° 23, ottobre 2001, p. 12).
Sintassi del periodo ipotetico
«Pensa di attribuire alla protasi del periodo ipotetico col verbo al congiuntivo trapassato (se avesse potuto) il senso di oggettiva impossibilità di eseguire l'intervento indicato nell'apodosi (sarebbe intervenuto) dando invece con l'impiego del condizionale (se avrebbe potuto) il senso di una libera scelta del proprio non intervento. Avendo ricevuto obiezioni chiede un parere dell'accademia.
Col quesito postoci dal signor Sàpora ci troviamo nel complicato campo della sintassi del periodo ipotetico, composto, nel modulo più semplice del suo costrutto, di un proposizione subordinata detta pròtasi, introdotta da un se condizionale e seguita da una proposizione principale detta apòdosi, condizionata nel suo significato da quello della prima. Esempi modulari con tempi e modi diversi: Se piove non parto; Se pioveva non partivo; Se pioverà non partirò; Se piovesse non partirei; Se avrà piovuto non partirò; Se avesse piovuto non partirei; Se avesse piovuto non sarei partito. Come si vede, i modi usati dalla pròtasi sono l'indicativo e il congiuntivo, quelli dell'apòdosi l'indicativo e il condizionale.
Ciò premesso, avviciniamoci al caso del nostro corrispondente citando l'esempio di un grande scrittore, oltre che scienziato, Galileo, esempio presentato sotto la voce Se nel Grande dizionario della lingua italiana di S. Battaglia, XVIII, 1996, p. 382: «L'inappetenza è grande, nessuna cosa mi gusta, e se alcuna cosa mi gusterebbe, mi è del tutto proibita»; esempio che nella pròtasi usa il condizionale, il quale potrebbe essere sostituito con un mi gustasse, il che però toglierebbe alla proposizione condizionante la nota della potenziale partecipazione apprezzativa. «Il condizionale - scrive L. Serianni nella sua grammatica intitolata Italiano, p. 331 - può semplicemente servire a connotare un'azione nel senso della soggettività e della relatività», e quindi essere opportunamente usato nel senso proposto dal signor Sàpora.»
30 settembre 2002
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