Maurizio Pesare di Cerveteri, Raffaele Caccia di Cutro e Francesca Maugeri di Catania, fra gli altri, ci chiedono se stanotte si riferisca alla notte ventura o a quella appena trascorsa. Andrea Gherardi di Firenze, chiede se stamani mattina sia corretto o non sia invece da considerarsi ripetizione inutile.
Sugli avverbi di tempo
stanotte e stamani / stamane
Abbiamo ricevuto diverse richieste riguardo all'uso corretto dell'avverbio stanotte in riferimento alla notte appena trascorsa o a quella che deve arrivare. In realtà come testimoniato dalla lessicografia la forma può riferirsi a tre momenti diversi, ovvero, alla notte in corso, a quella immediatamente passata, o a quella che sta per venire. Effettivamente l'avverbio è tuttora "trasparente", cioè facilmente analizzabile nel suo valore di 'questa notte' e quindi concordemente con il significato dell'aggettivo dimostrativo questo, si riferisce alla notte 'più vicina nel tempo al momento in cui agisce il parlante'.
Altre lingue come l'inglese o lo spagnolo distinguono la notte appena trascorsa (last night, anoche) da quella che è in corso o sta per venire (tonight, esta noche), il tedesco ha un sistema tripartito ed usa il dimostrativo per la notte in corso diese Nacht, kommende Nacht per quella ventura e letzte Nacht per quella appena trascorsa, a cui però si affianca l'unica forma heute Nacht, che vale come in italiano per tutte e tre i riferimenti temporali.
In realtà anche la nostra lingua ha ampie possibilità di distinzione avendo a disposizione la scorsa notte, o la notte scorsa, la notte passata, e la notte ventura, o prossima; è vero però che non esiste una forma che si sia fissata nell'uso per l'uno o l'altro senso. D'altra parte il nostro sistema verbale con l'uso del passato prossimo, del presente e del futuro risolve all'interno del contesto l'eventuale ambiguità ingenerata dall'avverbio.
Da uno spoglio dei testi letterari attraverso la consultazione della Letteratura Italiana Zanichelli (LIZ) si riscontra l'uso trivalente di stanotte, attestato nella forma etimologica istanotte nel Novellino, in Dante, in Sacchetti, nei Motti e facezie del piovano Arlotto, in Pulci, nell'Aretino. Sembra anche potersi rilevare una tendenza alla cristallizzazione di questa notte passata, - con tredici attestazioni di cui quattro nel Decameron, tre nelle Novelle del Bandello -, o di stanotte passata, - testimoniato solo in tre luoghi (nella quattrocentesca Novella del grasso legnaiuolo, ne Le otto giornate del Fuggilozio del napoletano Tommaso Costo e nella Vita di Benvenuto Cellini). Questa tendenza però sembra esaurirsi alla fine del XVI secolo e non trova riscontro in testi posteriori.
Qualcosa di simile può ravvisarsi nella scelta di questa notte che viene per indicare la notte prossima, che ha tre testimonianze in autori toscani tre-quattrocenteschi (Boccaccio, Antonio Pucci e Lorenzo de' Medici), ma trova anche due attestazioni nel D'Annunzio de L'Innocente. Si tratta comunque sempre di possibilità del sistema, tra altre scelte disponibili accanto a stanotte che continua a coprire le tre alternative temporali.
Il Vocabolario della lingua Italiana di Nicola Zingarelli (ed. 2004) è il solo che registra stamani mattina glossandolo come "popolare toscano"; non se ne trova invece traccia né nelle edizioni 2008 del DISC e del Devoto-Oli, né del Grande dizionario italiano dell'uso di Tullio de Mauro di solito attento agli usi emergenti anche a diffusione regionale. Non ci sono del resto attestazioni nella tradizione letteraria, come testimonia lo spoglio del GDLI e la consultazione della LIZ. In effetti come nota lo stesso lettore, stamani (o la variante più rara stamane) derivando da ista mane, ha il valore di 'questa mattina' analogicamente a stasera o stanotte: stamani mattina quindi è forma sicuramente ridondante.
L'uso però sembra diffondersi: da una ricerca della locuzione su Internet emergono moltissime testimonianze al riguardo e, benché risulti usata in buona parte da utenti toscani (su un campionamento di 142 attestazioni 55 sono sicuramente identificabili come provenienti dalla Toscana), appare come una tendenza in espansione specie in ambito giornalistico o burocratico (è presente frequentemente in articoli di giornale, relazioni di enti amministrativi o di associazioni; con riferimento alla stessa campionatura, 42 su 142). Probabilmente concorrono alla sua diffusione da un lato la perdita di trasparenza di stamani che non risulta altrettanto facilmente analizzabile nelle sue parti costituenti quanto stasera o stanotte, e dall'altro le locuzioni parallele ieri mattina e domani mattina.
Per approfondimenti:
Letteratura Italiana Zanichelli, LIZ 4.0. CD-ROM della letteratura italiana, a cura di P. Stoppelli e E. Picchi, Bologna, Zanichelli, 2001
A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
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