Sul genere di clitoride

Non è la prima volta che ci viene rivolto un quesito a proposito del genere di clitoride, abbiamo quindi deciso di pubblicare la risposta.

Risposta

 

Sul genere di clitoride

 

Clitoride è un termine dotto basato sul greco κλειτορίς -ίδος e creazione del lessico medico. In italiano è registrato a partire dalla IV edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1729-1738) con una citazione dalle Osservazioni intorno agli animali viventi (1684) di Francesco Redi in cui si usa la forma al femminile ("Da tal fessura s'innalza una massiccia clitoride soda, dura, acuta in punta, e quasi della stessa grossezza del membro genitale de' maschi"). Una seconda citazione, sempre dalle Osservazioni del Redi appare alle voci ermafrodito e ridicolosamente e anche in questa clitoride è usato al femminile ("Questa così fatta clitoride credo, credo sia stata la cagione, che il volgo de' cacciatori vadasi ridicolosamente immaginando, che le lepri sieno tutte ermafrodite"). Anche la V edizione del Vocabolario degli Accademici (1863-1923, ma il vol. III che contiene la voce è datato 1878), che non riporta la citazione da Redi né alcuna altra, dà la voce come femminile. È il Dizionario della lingua italiana di Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini (1861-1879: vol. I parte II 1865) il primo a notare anche la possibilità di un uso parallelo al maschile: "più com[umenente] fem[minile] che masc[hile]". Nello stesso dizionario si riporta un unico passo dalle Lettere familiari del Magalotti con la forma al femminile. Inoltre alla voce clitorideo la definizione è "Che appartiene alla clitoride". Venendo alla lessicografia contemporanea, i dizionari consultati danno entrambi i generi in libera alternanza, ad eccezione del Grande dizionario italiano dell'uso (2007) diretto da Tullio De Mauro, che nella nota grammaticale dichiara "il termine è comunemente usato spec. al maschile". Infine il Vocabolario Treccani online dà una spiegazione dell'uso al maschile attribuendolo all'influenza del francese: "l’uso come masch. è dovuto a influenza del fr. le clitoris".

Lessicografia a parte cerchiamo di misurare l'uso scritto: il corpus dei libri in italiano messo a disposizione da Google permette una stima numerica decisamente a favore del maschile (la sequenza "il clitoride" registra 8.110 occorrenze, mentre "la clitoride" 2.880). Se si esaminano i risultati distribuiti per secolo vediamo che già nel XVIII la forma maschile, a differenza di quanto registrava la IV Crusca, era dominante (314 a 110) negli stessi testi di anatomia. Nel XIX secolo invece si registra un'inversione di tendenza per cui clitoride preceduto dall'articolo femminile la raggiunge le 428 occorrenze, mentre il clitoride si ferma a 411. L'ascesa del femminile si arresta decisamente nel secolo successivo che mostra un rapporto di 1460 a 495 a favore del maschile; anche l'inizio del nostro secolo registra analoga tendenza (630 a 191). Se poi ci si rivolge al serbatoio indifferenziato e composito della rete, il rapporto è addirittura di 412.000 occorrenze per "il clitoride" rispetto a 31.500 per "la clitoride".

Evidentemente la tendenza è verso il maschile e anche nei testi di medicina e anatomia si va nella stessa direzione: nel Dizionario dei termini di medicina, chirurgia, veterinaria, chimica, farmacia, botanica, fisica e storia naturale di G. B. Fantonetti, A. Leone ed A. Omodei, datato 1849 il sostantivo era considerato esclusivamente di genere femminile, mentre nel Dizionario medico Larousse del 1984 la voce è usata al maschile. Negli anni recenti, tuttavia, molte donne sostengono che sia più opportuno usare il genere femminile; dal momento che esiste la doppia possibilità, si può scegliere l'una o l'altra opzione.

 

A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

 

8 novembre 2016


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