Sulla locuzione al netto di

Non sono pochi i lettori ci scrivono per chiederci cosa si intenda esattamente con l’espressione al netto di.

Risposta

Ripercorrere la storia della locuzione avverbiale al netto (di) aiuta a comprenderne gli usi odierni, nei quali si riscontra un valore semantico che presenta caratteri di novità rispetto alle attestazioni più antiche. L’agg. netto (< lat. nitĭdu(m), a sua volta dal verbo nitēre ‘risplendere’) è attestato fin dalla seconda metà del Duecento con il significato di ‘risplendente’ (Guido delle Colonne, Ancor che ll’aigua per lo foco lasse, v. 69: “vostro amoroso viso netto e chiaro”), ‘pulito’, ‘terso’ (Guittone d’Arezzo, Tanto sovente dett’aggio altra fiada, v. 32: “d’onne laidezza netto”); anche in senso figurato. Fin dalle origini, il vocabolo assume il significato di ‘con esclusione di imposte, tasse e simili’ in ambito economico (Lettera lucchese del 1296: “mandateci a dire quello che vi possiamo avere netto”), che si continua sino ai nostri giorni, come documentano concordemente i vocabolari odierni. Ad esempio, Sabatini-Coletti: “econ. detto di valore economico la cui entità sia calcolata dopo aver detratto le imposte, le spese o altri oneri a cui è soggetto (in contrapposizione a lordo): stipendio, guadagno, utile netto; il profitto netto di unazienda; prezzo netto senza iva; ­­–reddito netto reddito al netto delle ritenute fiscali e dei contributi assicurativi”; Zingarelli 2024: “detto di capitale, importo, rendita, guadagno e sim. da cui sono state detratte tutte le spese, le imposte e altri oneri: […] prezzo al netto dell’IVA; ecc.”. Accostabile è il significato ‘del peso di una merce da cui sia stata detratta la tara’: peso netto.

La prima attestazione della loc. al netto ricorre in una lettera di Alessandra Macinghi Strozzi (ante 1471) con il valore tecnico di ‘detraendo da un guadagno o da una rendita le spese vive o le trattenute di legge’: “quanto e’ fece de’ suo’ fatti e come lasciò quel poco che aveva: che si scrisse che, come avesse recato al netto, t’avviserebbe”. Rientra ancora nell’ambito economico un’occorrenza di Giovan Battista Adriani (ante 1579): “riscuotere e mettere al netto l’entrate comuni”. Sono di stampo misogino due brani successivi, nei quali affiora un significato più generico, peraltro collegato al precedente: ‘calcolando vantaggi e svantaggi’, ‘facendo un calcolo preciso’ (documentazione in GDLI, s.v. netto21):

Chi ... volesse esaminare se sia bene il prender moglie deve mettersi in vista tutti i diletti e tutti i dolori che la vita coniugale seco porta necessariamente e ... metter in chiaro se finalmente ne risulti al netto maggior quantità di piacere o di dispiacere (Antonio Cocchi [ante 1758]);

Quei poveri uomini che ad accasarsi riduconsi, se innanzi non son ben avvertiti in far la tara ed il defalco e in ben ridurre al netto la quantità della donna che pigliano, restan chiariti, senza rimedio, di quanto male a occhio ne presero la misura (Giovan Battista Fagiuoli [ante 1742]).

Sono le avvisaglie di un processo espansivo, sintomo dell’allargamento della sfera semantica della loc. al netto di da un ambito specialistico verso il più generico significato di ‘escluso’, ‘eccettuato’ (anche ‘se si eccettua’, ‘se si esclude’), non (ancora?) approdato nei vocabolari. La fase decisiva pare situarsi più o meno a metà degli anni dieci del secolo attuale, come indicherebbe uno spoglio minimo dei quotidiani (i giornali percepiscono e registrano precocemente le tendenze in atto nella lingua). Ho sondato un campione (ridotto ma significativo) della “Repubblica” relativo agli articoli dei giorni 11-13 febbraio del 2004, del 2014, del 2019, del 2024.

Nessuna occorrenza che ci interessi è nel 2004; una è nel 2014:

al netto di qualche fallo e del nervosismo nel finale (13 febbraio);

9 sono nel 2019:

[…] superficie non superiore ai 600 metri quadri al netto di eventuali pertinenze accatastate separatamente» (11 febbraio);
[…] al netto dei legami sospetti con oligarchi e degli intrecci col Russiagate (11 febbraio);
[…] al netto di un’ipotesi di una Brexit disordinata (11 febbraio);
[…] al netto delle scremature successive… (11 febbraio);
[…] al netto della speranza... (12 febbraio);
al netto delle spiegazioni dell’allenatore… (13 febbraio);
al netto di problemi personali… (13 febbraio);
al netto di questa distorsione di prospettiva… (13 febbraio);
[…] al netto di infortuni e squalifiche… (13 febbraio).

9 sono anche nel 2024:

[…] al netto di qualche acciacco che ne sta condizionando il rendimento… (11 febbraio);
[…] una soluzione che al netto di alcune criticità… (11 febbraio);
[…] al netto dei dubbi sulle infrastrutture da realizzare… (11 febbraio);
[…] al netto delle note svagatezze sotto porta (12 febbraio);
al netto dell’astensione di Michela Calzà (Pd)… (13 febbraio);
[…] al netto delle recenti durezze verbali … (13 febbraio);
al netto dei grandi cantieri serviti… (13 febbraio);
[…] al netto della riservatezza che si deve a una minore (13 febbraio);
al netto delle legittime differenze… (13 febbraio).

Analoga la distribuzione temporale che attesta il “Corriere della sera”, anche se la quantità complessiva della documentazione è più ridotta. Concorda con questi dati cronologici l’esempio (novembre 2013) che fornisce “Il Giornale”, allegato da uno dei lettori.

Consapevoli dell’impostazione non prescrittiva della nostra Consulenza, i lettori non sollecitano un parere sulla opportunità di adottare nella propria lingua al netto di nella nuova accezione. Un caso concreto, recentemente verificatosi, può contribuire a orientare i lettori. In un articolo proposto per la pubblicazione a una rivista che dirigo, in prima stesura l’autore aveva scritto (in due diversi passaggi): “Dunque, al netto di h” e “Al netto di questa minima variazione di data”. Un revisore si era mostrato perplesso, giudicando le due occorrenze poco consone al contesto formalmente sostenuto di una pubblicazione scientifica. Nella seconda stesura l’autore accetta il suggerimento del revisore, rinunziando all’innovazione semantica da lui prima adottata, in crescita nella lingua comune, ma non generalizzata.

Sulla vitalità e sul futuro di essa decideranno, in virtù dell’uso auspicabilmente consapevole che ne faranno, i parlanti e gli scriventi della nostra lingua.


Rosario Coluccia

30 agosto 2024


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