Toscano sciòcco 'scarso di sale'

Monica Lubrano, abitante a Milano, ma figlia di toscani, ci chiede notizie sull'uso toscano di sciòcco nell'accezione di 'scarso di sale', detto di un cibo, e sul rapporto con insìpido 'privo di sapore'; altri utenti domandano se la forma sia da ritenersi toscana o anche di lingua; altri ancora quale ne sia l'etimologia. Rispondiamo riproponendo parti di un lavoro di Gabriella Giacomelli e Teresa Poggi Salani dal significativo titolo Parole toscane, pubblicato sulla rivista "Quaderni dell'Atlante Lessicale Toscano", 2/3, 1984/85, pp. 123-229.

Risposta

Toscano sciòcco 'scarso di sale'

A  proposito della distinzione tra il valore di 'scarso di sale' e quello di 'insipido', Gabriella Giacomelli scrive: «nelle prime inchieste [per l'Atlante Lessicale Toscano ALT], fatte soprattutto nelle province di Firenze e di Pistoia, gli informatori stessi avevano puntualizzato creando questa distinzione. È una distinzione compiuta da molti Toscani - di qualsiasi livello sociale e culturale - che oppongono sciocco ad altri termini quasi sinonimici. Un pistoiese, in genere, potrebbe dire "Questa minestra non sarebbe sciapita, è soltanto sciocca", se basta un pizzico di sale a renderla gradevole. Sciocco si contrappone quindi a salato. Però a Pisa, ci dice il Malagoli, è molto comune il paragone sciocco 'ome 'r lesso e almeno in questo stereotipo si prescinde completamente dall'aggiunta di sale, per mettere in rilievo lo scarso sapore della carne cotta nell'acqua. Sciocco viene a contrapporsi a saporito. Sul piano dell'uso concreto la questione appare ancora più complessa: l'acqua, p. es., è insipida, mai sciocca: non è sciocca perché la sua caratteristica normale è di non aver sapore di sale. La contrapposizione, per alcuni, non è tra sciocco e salato, ma tra sciocco e propriamente salato quanto si conviene (spesso con valutazione personale). D'altra parte perfino per chi oppone sciocco a saporito anche il vino non è mai sciocco, ma scipito o insipido: dunque anche per questi il sapore la cui assenza rende un cibo sciocco sembra essere nella gradazione del salato. Comunque è certo che sciocco ha per tutti una connotazione negativa e che ciò che è gradevolmente insipido, non è mai sciocco. [...] Sciocco è considerato [...] parola italianissima usato in relazione a una persona "che ha o che denota scarsa intelligenza, avvedutezza e perspicacia" o al suo comportamento (De Felice-Duro); ma è solo toscano - lo stesso vocabolario, p. es., lo avverte - in relazione a cibi. È però un dialettismo di cui non si ha consapevolezza, adoperato anche da persone colte, e che, d'altra parte, ha occorrenza quasi esclusiva in ambito familiare: un dialettismo che quasi nessuno pensa a censurare [...].  Sciocco non è mai ambiguo sia per le differenze dei contesti in cui viene adoperato, sia perché nel significato italiano, viene interpretato come una facile metafora, occasionale o meno, pari a quella che porta comunemente insipido (e scipito, sciapito, sciapo) al valore di '(persona) insignificante, insulsa'. È importante a questo proposito lo "scherzo", non insolito in Toscana, ma di cui abbiamo una precisa testimonianza ad Arni (Punto 11 [dell'ALT] in provincia di Lucca): sciocco è colui a cui il prete non ha dato il sale al momento del Battesimo; il significato astratto viene fatto dipendere dal significato concreto. Ma non si crea ambiguità anche perché si può osservare che lo sciocco italiano e lo sciocco toscano non fanno parte esattamente dello stesso registro: il primo è raro nel linguaggio corrente e spesso sentito come letterario o affettato» (p.211 sg.).

Il percorso della forma attraverso le testimonianze nella lessicografia italiana è delineato da Teresa Poggi Salani: «Le due accezioni, cha abbiamo così distinto ['senza sapore' e 'senza o con poco sale'], hanno però larga possibilità di sovrapporsi, risultano dunque oggettivamente difficili da separare, quando non si debba dire che è del tutto arbitrario tentare di farlo. Non mancano tuttavia lessici italiani che le hanno senz'altro distinte; così, per esempio, il Rigutini-Fanfani, che spiega: "Scipito, Che è senza sapore. // Detto di vivanda, Che non è salato quanto basta". Cfr. invece il Carena "vale Scipito, senza sapore, e più particolarmente senza sale, o non salato abbastanza". Il Tommaseo (n. 3083) d'altra parte distingue senz'altro tra sciocco e insipido: ecco per esempio l'osservazione del fiorentino Meini "Può una vivanda non essere sciocca, e pure insipida; cioè, può esserci stato messo il sale, e nondimeno, sia per mancanza di condimento, sia per la qualità della roba stessa, non aver quel sapore che la rende grata al palato". La datazione si situa nel sec. XIV: 'senza sapore' è, detto dell'acqua in contrapposizione al "buon vino", nel Bencivenni, Volgarizzamento dell'esposizione del paternostro (tra il 1300 e il 1313 circa); detto del vino, nel Crescenzi volgarizzato: "La diversità del vino è per lo sapore, imperocché altro è dolce [...], altro è sciocco" (di "vivanda", con riferimento al sale, è attestato nelle Novelle di Franco Sacchetti). "Scipito e senza sapore" spiega già la I Crusca, e l'uso di sciocco per cibi e bevande si ritrova sempre nei vocabolari successivi, quando però riceve comunemente la qualifica di "toscano". Solo, il Vocabolario del Migliorini gli attribuisce un'area più estesa: "Non comune fuori di Toscana e di qualche altro luogo". [...] Comunque in Toscana sciocco è saldissimo, in linea generale per nulla sospettato di possibile limitatezza geografica anche dalla persona colta (regolarmente sorpresa dell'ilarità che altrove suscita il suo dire che "la minestra è sciocca")» (p. 216 e sg.).

Riguardo alla questione etimologica ancora Gabriella Giacomelli prende in esame le due ipotesi proposte, a seconda che si consideri primario il significato astratto della forma, 'stupido, insignificante', o quello concreto, 'scarso di sale, privo di sapore'. La prima è «la soluzione per cui propende U. Vignuzzi in un articolo pubblicato pochi anni or sono. Egli vede sciocco come 'scosso', 'sbattuto' poi 'tocco' 'stupido': sarebbe il participio passato breve di un verbo di non chiara etimologia ma ricostruibile sulla scorta di scioccolare 'scuotere (un albero, i panni ecc.)' e di scioccolo 'privo, libero da pesi e impegni' di area senese e amiatina. Con ciò si viene a opporre alla tradita opinio di sciocco da un *exsuccus parallelo a exsūcus ['senza succo'] del latino classico, modificato nella vocale tonica [o aperta in luogo di chiusa] dall'influsso del suffisso /-òcco/: un'etimologia plausibile, accettata comunemente, con maggiore o minore sicurezza, da vocabolari etimologici e difesa con ottimi argomenti nel 1955 da G. B. Pellegrini. In base a questa il valore concreto sarebbe certo quello primitivo. Così le due proposte etimologiche vengono a contrapporsi per assicurare la priorità all'uno o all'altro dei due significati. In mancanza di una prova decisiva preferisco attenermi all'opinione tradizionale che valorizza come primitivo il senso dell'aggettivo toscano» (p. 218 sg.).

Per approfondimenti:

  • B. Migliorini, Vocabolario della lingua italiana, Torino, Paravia, 1965
  • G. Malagoli, Vocabolario pisano, Firenze, Accademia della Crusca, 1939
  • G. Rigutini - P. Fanfani, Vocabolario della lingua parlata, novamente compilato da G. Rigutini,  Firenze, Barbera, 1906/1907
  • G. Carena, Prontuario di vocaboli attenenti a parecchie arti, ad alcuni mestieri, a cose domestiche, ed altre altre di uso comune per  saggio di un vocabolario metodico della lingua italiana, 2a ed. Torino, Stamperia Reale, 1851/1860
  • N. Tommaseo, Dizionario dei sinonimi della lingua italiana, a cura di P. Ghiglieri, Firenze, Vallecchi, 1973 (Rist. anast. dell'ediz. 1867)
  • U. Vignuzzi, Una parola fantasma nel Saporetto (e il problema etimologico di sciocco), "Lingua Nostra", XXXVIII, 1977, pp.14-17
  • G.B. Pellegrini, Sciòcco, "Lingua Nostra", XVI, 1955, pp.75-76

A cura di Matilde Paoli

Redazione Consulenza Linguistica

Accademia della Crusca

Piazza delle lingue: La variazione linguistica

3 ottobre 2008


Agenda eventi

  Evento di Crusca

  Collaborazione di Crusca

  Evento esterno


Avvisi

Visite all'Accademia della Crusca

Avviso da Crusca

Per concomitanza con le Feste, la visita all'Accademia della Crusca dell'ultima domenica del mese di dicembre è stata spostata al 12 gennaio 2025 (ore 11).

Vai alla sezione

Notizie dall'Accademia

Progetto Le parole verdi - natura e ambiente - da Dante ai giorni nostri

12 nov 2024

CruscaScuola: Corso di formazione per i docenti a.s. 2024/2025 Leggere e comprendere i testi: riflessioni, strumenti e strategie didattiche

08 nov 2024

CruscaScuola: Un viaggio tra le parole. Il progetto per i docenti delle scuole secondarie di primo grado per l'a.s.2024/2025

08 nov 2024

L’Accademia della Crusca nomina otto nuovi Accademici

30 ott 2024

Scomparsa l'Accademica Ornella Castellani Pollidori

21 ott 2024

Dalla parola al fumetto, dal fumetto alla parola. Verso un piccolo glossario del fumetto e dell'illustrazione - Istruzioni per l’uso

16 ott 2024

L'Accademia della Crusca partecipa alla Bright Night dell'Università di Firenze

17 set 2024

Premio Internazionale Isola di Mozia 2024 conferito all'Accademico Rosario Coluccia

10 set 2024

Vai alla sezione