Trasferenza: trasferimento o giacenza?

Giovanna Gentili di Roma ci scrive "Vorrei sapere, non avendolo trovato in nessun vocabolario, se il termine trasferenza, che ho invece sentito e letto spesso con riguardo all'emergenza rifiuti a Napoli (siti di trasferenza), sia un termine corretto della lingua italiana".

Risposta

Trasferenza: trasferimento o giacenza?

 

La forma trasferenza, sconosciuta alla lessicografia, anche a quella più recente, repertori di neologismi compresi (alla data di redazione di questa scheda), risulta abbastanza usata (oltre 11.000 pagine in italiano su Google) e sempre in relazione alla gestione dei rifiuti, sia nel linguaggio giornalistico che in quello burocratico amministrativo. In particolare il sintagma sito di trasferenza (o similari) per "impianto nel quale è convogliato il rifiuto indifferenziato da inviare successivamente al trattamento di selezione e recupero della frazione secca e di quella umida" (per stazione di trasferenza nel Piano di gestione dei rifiuti in Sicilia 6.3.2) è divenuto comune nell'estate del 2008, in concomitanza con l'"emergenza rifiuti" in Campania, come si rileva dall'alta concentrazione delle occorrenze rintracciabili in rete in quel periodo. In realtà il sostantivo trasferenza in associazione a luogo, punto, area, stazione o sito, circola da diversi anni, tanto che la prima attestazione nell'archivio on line del "Corriere della Sera" risale al 1994: «Ieri il Comitato ha presentato anche un esposto alla Procura ricordando che il caldo eccezionale e la mancanza delle misure prescritte dalla legge per la realizzazione di una discarica (visto che il bosco delle Cinque Miglia è solo un punto di "trasferenza") hanno creato una situazione intollerabile di inquinamento» (Rifiuti sotto casa, cinque in ospedale - discarica pericolosa ad Anzio, 13.08.1994). Come è suggerito dalla virgolettatura, l'autore non è certo della comprensione del termine: poche righe più sotto si legge "I responsabili dell' amministrazione hanno replicato che il punto di stoccaggio è necessario in quanto ..." (e punto di stoccaggio appare un'altra volta nello stesso testo). Ancora nel 2004, quando il termine ricompare in relazione ad un'altra emergenza rifiuti sempre a Napoli, si sentiva il bisogno dei una spiegazione: «la discarica di Pianura, [...] che ora gli abitanti non vogliono venga riaperta nemmeno come "sito di trasferenza", provvisoriamente, insomma ...» (F. Bufi, Rifiuti, scontri a Napoli In strada donne e bimbi, 20.05.2004 "Corriere della Sera"). "La Repubblica", che si mostra più recettiva nei confronti del termine (180 risultati per il termine trasferenza di contro alle 5 del "Corriere"), sembra averlo accolto più tardi: la prima attestazione risale al 1999 in un articolo di M. Siracusa Cabrini, Un inferno di rifiuti inquinata via Giulia (18.11.1999) in cui si parla di stazione di trasferenza; anche in questo caso l'accettazione non è immediata e il termine continua ad apparire tra virgolette fino alla metà del febbraio 2001 (ancora emergenza rifiuti a Napoli). Da allora la voce mantiene una certa frequenza quasi esclusivamente in associazione a sito o, in misura minore, a suoi sinonimi (area, centro o stazione soprattutto); nel 2004 anche "La Repubblica" reintroduce le virgolette.

La forma è usata anche in ambito parlamentare dalla fine degli anni '90: per esempio nei Resoconti stenografici delle missioni della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti relativa alla Missione in Campania (Napoli 16.09.1997) e nella trascrizione della Audizione del presidente della Giunta regionale della Campania, avvocato Antonio Rastrelli, e del vice commissario per l'emergenza rifiuti, professor Ettore D'Elia (Seduta del 26.11.1998); successivamente compare nelle normative regionali a partire, sembra, da quelle della Sicilia: si trova nel Decreto N. 150 del 25.07.2000 (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.36 04.08.2000). Ovviamente se ne rintraccia l'uso nei siti delle varie Aziende Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA), anche se non in misura consistente e solo a partire dal 2002.

Per quel che riguarda la formazione, trasferenza si mostra perfettamente coerente con il sistema italiano, essendo derivato di trasferire attraverso il suffisso -enza, dal latino -entia a sua volta dal participio presente della seconda coniugazione -ens (credens: credentia) (cfr. ROHLFS 1969, p. 426 par. 1107). La voce sembra legata ad una particolare accezione, propria del linguaggio giuridico, del participio presentetrasferente "[di] chi opera un trasferimento, [di] chi trasferisce ad un altro un bene, un diritto, o in genere, una posizione giuridica soggettiva" (GDLI); si può parlare di banca o agenzia trasferente (un credito), di parte trasferente in un contratto, perfino di Stato trasferente (un condannato) (Convenzione tra la Confederazione svizzera e la Repubblica di Cuba sul trasferimento dei condannati). Si riporta a titolo di esempio un contesto in cui si fa riferimento a una ditta trasferente: "Qualora si verifichi che la ditta [...] abbia trasferito la sua proprietà a più ditte, il Presidente deve suddividere la contribuenza della ditta trasferente fra le nuove ditte" [corsivi nostri] (Statuto del Consorzio di Bonifica Ledra Tagliamento). La citazione è interessante anche perché presenta la voce contribuenza come trasferenza sconosciuta alla lessicografia, che ha una certa diffusione in rete (oltre le 8.500 occorrenze su Google) soprattutto in siti relativi a consorzi di bonifica e particolarmente nel sintagma perimetro di contribuenza, ovvero 'limiti territoriali dell'area in cui gli abitanti sono tenuti a versare il contributo per la bonifica': probabilmente è ricostruita su contribuente, così come il più antico utenza (a. 1891) - altro termine usato dai fornitori di servizi pubblici per cui si versano contributi -, su utente.

Ciò che resta da chiedersi è il motivo dell'introduzione del termine trasferenza quando l'italiano dispone già di trasferimento, peraltro impiegato in contesti e valori analoghi. Sembra addirittura che la neo-formazione sia preferita al termine preesistente: se si esaminano i rapporti numerici tra le occorrenze in rete dei sintagmi area / centro / sito e stazione di trasferimento e i paralleli area / centro / sito e stazione di trasferenza, sempre in associazione a rifiuti, è evidente che in particolare area e soprattutto sito di trasferenza risultano molto più frequenti (641 a 28 e 852 a 18); solo stazione di trasferimento è notevolmente più usato di stazione di trasferenza (9980 a 1430). A parte l'assonanza con il sintagma centro di accoglienza, usatissimo in relazione ad un altro tipo di emergenza (emergenza immigrati; e ci si augura che le suggestioni e i parallelismi finiscano qui), la ragione del "successo" di sito di trasferenza (e simili) è forse da ricercarsi nelle diverse realtà effettive in cui si presenta la difficile situazione relativa ai rifiuti nel nostro paese. Se si confronta la definizione di stazione di trasferimento nel Glossario rifiuti proposto in rete dal comune di Bellusco (MI) - "Impianto in cui i rifiuti vengono scaricati dagli automezzi usati per la raccolta (solitamente piccoli) e ricaricati su mezzi di trasporto a lungo raggio (p. esempio autotreni, vagoni ferroviari, ecc) per il trasferimento agli impianti in cui si effettua lo smaltimento finale" - con la definizione di stazione di trasferenza fornita in apertura, dove non si fa alcun riferimento a mezzi di trasporto presenti nel sito, e se si considera che lo stesso sintagma è utilizzato in riferimento al trasporto ferroviario di combustibile nucleare (Relazione tecnica trasporti CAOR I/1-07/01 e CAOR I/2-07/02 relativa alla centrale nucleare di Caorso), è forse ipotizzabile che il termine trasferimento sia utilizzato in riferimento ad una realtà più dinamica rispetto a trasferenza; qualcosa del genere del resto sembra potersi dedurre anche dall'uso dei giornalisti che quando alludono al trasferimento effettivo usano appunto questo termine. Si ricorderà inoltre che nei primi articoli in cui sito di trasferenza ha fatto la sua comparsa, viene alternato con sito di stoccaggio, e stoccaggio è così definito nel già ricordato Glossario rifiuti «Immagazzinamento dei rifiuti a carattere temporaneo, con opportune precauzioni (stoccaggio provvisorio). Per l'accumulo a tempo lungo o anche indeterminato si usa più frequentemente il termine "sconfinamento"». Il sito di trasferenza quindi sarebbe una specie di 'sala di attesa' per i rifiuti, piuttosto che una 'stazione di cambio', come invece parrebbe essere la stazione di trasferimento: resta da augurarsi che non si tratti di un'attesa che prelude alla giacenza, secondo un'altra preoccupante assonanza.

 

A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca

12 giugno 2009


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