Abbiamo ricevuto due quesiti intorno al verbo tranciare; il primo riguarda l’espressione tranciare un giudizio: è possibile usare anche trinciare un giudizio? Il secondo verte sul participio presente tranciante nel significato di ‘preciso, acuto, incisivo’: è italianizzazione del francese tranchant?
I verbi trinciare e tranciare non solo sono sinonimi (significano entrambi ‘tagliare di netto in pezzi più o meno piccoli’), ma condividono la stessa origine francese: trinciare è un adattamento già duecentesco della forma più antica trencher (antenata del moderno trancher), mentre tranciare è un derivato di trancia, prestito novecentesco del francese tranche ‘pezzo, fetta’ (a sua volta derivato dalla forma moderna del verbo trancher). Gli usi con i diversi oggetti dipendono in parte dalla diversa data di introduzione dei due verbi, ma soprattutto dalla normale tendenza dei parlanti a specializzare il significato delle parole che sono largamente sinonime: si trincia il pollo e anche il tabacco (il trinciato per antonomasia), ma si tranciano un discorso e un giudizio e si trancia (o si taglia) anche la testa al toro, nel senso figurato di ‘risolvere una questione in modo rapido e definitivo’; si può dire che oggi, in linea di massima, si usa trinciare nel significato di ‘tagliare in pezzi’ e tranciare in quello di ‘recidere di netto’. Nel quadro di tale specializzazione semantica, il giudizio tranciante è quindi quello che ‘chiude la questione perché perentorio e non appellabile’ (senza essere necessariamente acuto o giusto), e il suo impiego è stato certo favorito, nel Novecento, dal modello dell’aggettivo francese tranchant, usato del resto anche in italiano, come prestito non adattato; un pur possibile giudizio trinciante non evoca nell’ascoltatore contemporaneo la nettezza e perentorietà dell’affermazione, quanto piuttosto la capacità di fare a pezzi – come un pollo – il malcapitato oggetto della sentenza.
Roberta Cella
22 giugno 2022
Evento di Crusca
Collaborazione di Crusca
Evento esterno
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In ottemperanza alla normativa vigente, si raccomanda a tutti coloro che frequentano, a vario titolo, la Villa medicea di Castello, l’osservanza delle seguenti regole da adottare per il contenimento dei consumi energetici:
- all’interno della Villa l’esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale è consentito per 11 ore giornaliere dall’8 novembre al 7 aprile (art. 1 comma 2 del Decreto del Ministro della Transizione ecologica del 6 ottobre 2022);
- la media ponderata delle temperature dell'aria, misurate nei singoli ambienti di ciascun locale della Villa per la climatizzazione invernale non deve essere superiore a 19 gradi centigradi, più 2 gradi centigradi di tolleranza (art. 19-quater del Decreto legge n. 17 del 1° marzo 2022);
- l’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria deve essere limitata allo stretto necessario;
- regolare la luminosità della luce artificiale a seconda della luminosità esterna;
- spegnere le luci, il monitor del PC e il fancoil quando ci si allontana dalla propria postazione di lavoro e al termine del proprio orario di lavoro;
- non stampare mail o altri documenti, se non strettamente necessario.