Alcuni lettori ci chiedono se sia da ritenersi corretta l’espressione trucco e parrucco in uso nel mondo del teatro e in quello della moda.
Trucco e parrucco è un’espressione che sfrutta scherzosamente l’analogia nella terminazione delle due parole trucco e parrucca/parrucche alterando la seconda sulla prima.
L’accostamento delle due voci trucco e parrucca/parrucche si riferisce alle operazioni di cura del trucco e delle acconciature per gli spettacoli. Ma tale accostamento, che richiama sintagmi storici della nostra lingua come barba e parrucca, che ha lasciato il posto a barba e capelli, si è assestato proprio con l’alterazione trucco e parrucco, mentre la forma originaria e corretta trucco e parrucca ha una diffusione molto più limitata.
Trucco e parrucco sembra essere nato in ambito televisivo negli anni Novanta del secolo scorso, e ha trovato una certa diffusione anche nell’ambiente del teatro d’opera, soprattutto come denominazione del reparto che si occupa di queste operazioni, e nelle locandine degli spettacoli (ed è proprio per la redazione di queste che alcuni lettori hanno chiesto consulenza alla Crusca). Spulciando in rete, troviamo infatti, per esempio, attestazioni per il Teatro alla Scala, il Teatro dell’Opera di Roma, il Festival di Salisburgo. Ma si tratta di attestazioni, potremmo dire, incerte o timide, nel senso che, se figura l’espressione trucco e parrucco nella dicitura, viene poi impiegata nella spiegazione o in un contesto più ampio la forma corretta della parola, parrucca o parrucche: p.es. per il Teatro dell’Opera di Roma “Trucco e Parrucco. Una piccola stanza all’ultimo piano del Teatro è il regno dei trucchi e delle parrucche”; per il Teatro alla Scala figura prevalentemente la dicitura trucco e acconciatura teatrale, ma ricorre anche l’espressione trucco e parrucco (intervista a Mara Casasola truccatrice e costumista del Teatro,); Dorothea Nicolai in Wikipedia è citata come “responsabile di costumi, trucco e parrucco del Festival di Salisburgo”, ma poi in un’intervista compare come “direttrice/responsabile costumi trucco e parrucche” dello stesso festival). Segno evidente, quest’alternanza, che tra l’altro mostra continue variazioni nella consultazione in giorni diversi, del fatto che l’espressione è diffusa ma considerata ancora non del tutto accreditata e corretta.
Uscendo dall’ambito del teatro d’opera, la ricerca con Google attesta la nostra espressione dai primi anni Duemila soprattutto in pubblicazioni relative alla televisione e in opere di narrativa leggera, e ne mostra il forte aumento dopo il 2010. Questa cronologia è pienamente confermata dalla fonte di informazione fondamentale sulla diffusione delle parole rappresentata dai quotidiani: sul “Corriere della Sera” trucco e parrucco è assente fino al 2000, mentre ha 185 esempi tra il 2000 e il 2020, tra i quali alcuni riguardano rappresentazioni al Teatro alla Scala.
Fin qui abbiamo documentato la presenza e la cronologia di trucco e parrucco attraverso la rete, occupandoci quindi dell’uso dell’espressione.
Cosa ci dicono i dizionari, che rappresentano la norma? La registrazione di questo sintagma è ancora poco presente nella lessicografia. Lo registrano le ultime edizioni dello Zingarelli (Zingarelli 2022), sia come lemma parrucco sia al lemma trucco: “trucco e parrucco, nell’ambiente dello spettacolo, l’insieme di trucco e acconciatura dei capelli, sia naturali che posticci”, e del Devoto-Oli (Devoto-Oli 2021), che inserisce l’espressione sia s.v. trucco, dove viene marcata come gergale e definita “l'insieme delle operazioni dirette a truccare e acconciare un attore, un modello, un indossatore, ecc.”, sia s.v. parrucco “Parrucca, spec. nella locuz. trucco e parrucco”, datata 1999, un anno prima dello Zingarelli; la locuzione figura anche nel Thesaurus Treccani (2018), un dizionario analogico della lingua italiana, che mira soprattutto a presentare tutte le parole che hanno una relazione con la voce consultata: sotto il lemma trucco, tra i proverbi, espressioni, modi di dire troviamo trucco e parrucco.
Non credo però di essere lontana dal vero prevedendo che nel giro di qualche anno questa, possiamo dirlo, simpatica espressione troverà accoglienza su altri dizionari e sulle riedizioni dei principali dizionari dell’uso, che aggiornano continuamente il loro lemmario, e che purtroppo si trovano al momento a dover inserire molte parole, le più di origine inglese, entrate nella nostra lingua nell’epoca dolorosa della pandemia. L’accogliere un’innovazione leggera e scherzosa come trucco e parrucco non può fare alcun danno alla nostra bella lingua.
Ilaria Bonomi
17 ottobre 2022
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