Varie domande arrivate in redazione ci chiedono precisazioni sull’uso del verbo sudare: può essere usato come verbo transitivo (ed eventualmente in forma passiva)? Può essere usato con il pronome riflessivo?
Il verbo sudare in italiano è normalmente usato come verbo intransitivo (monovalente), con significato di ‘traspirare per lo sforzo’: “ho corso e ho sudato”; il soggetto del verbo (che in questo caso è sottinteso) è animato (tipicamente un umano), l’ausiliare è avere. In posizione di soggetto possiamo trovare anche la parte del corpo che emana sudore: “gli sudano le mani”: in questo caso la persona (il possessore) compare in posizione di oggetto indiretto. Dopo uno sforzo posso dire che “sono sudato” e non si tratta di una forma passiva ma di un predicato nominale, dal momento che il participio passato di sudare può essere usato come aggettivo; analogamente dirò: “ha le mani sudate”. Non si dice invece “mi sono sudato” (per rispondere a Eleonora P., Alessio O., Claudio De C.), né “hai sudato le mani” (Salvatore C.). Analogamente, se ho indosso un indumento e ho sudato, dirò per esempio che “la felpa è sudata” e non che “è stata sudata” (Loredana R.).
Rientra nella costruzione intransitiva anche il modo di dire sudare freddo, ovvero ‘provare un malessere o uno stato di agitazione in grado di provocare al contempo sudore e brividi’, usato anche con valore iperbolico (per indicare una situazione di ansia).
Il verbo sudare può essere usato altresì con significato figurato, di ‘faticare’: “ho dovuto sudare per passare l’esame”; si veda anche il modo di dire sudare sui libri nel senso di ‘impegnarsi molto nello studio’. Qui ci si ricorderà delle sudate carte che Leopardi lasciava per osservare Silvia intenta nei lavori femminili: una combinazione poetica che trae forza dalla figura retorica della metonimia (l’effetto, ovvero il sudore, lascia il posto alla causa, la fatica dello “studio matto e disperatissimo”). Ma l’uso figurato del termine ha una lunga storia, come attestano i dizionari dell’italiano: “sudare nelli studi” è già usato da Leonardo Bruni (GDLI, s.v., 4); in una delle sue lettere, Pietro Aretino scriveva: “Vi faccio porgere una mia nuova fatica, la quale è sudata, come potete vedere, per il vostro nome ancora” (GDLI, s.v., 7).
Oltre alla costruzione intransitiva (monovalente), il verbo sudare conosce una costruzione transitiva (bivalente), che prevede un oggetto diretto. Il significato in questo caso sarà diverso a seconda che abbiamo in posizione di soggetto un inanimato (es. “il tronco suda resina”, propriamente ‘trasuda’), o un animato. In questo secondo caso avremo espressioni con significato iperbolico:
− ‘tirar fuori’ (come nei modi di dire sudare l’anima, sudare sangue)
− ‘bagnare con il sudore’ (come nei modi di dire sudare una / un paio di / ... / sette camicie)
− ‘guadagnare con grande impegno’: sudare lo stipendio, sudare la promozione.
In questa ultima accezione, il verbo può essere usato in forma passiva: “la promozione è stata sudata” (anche in ambito sportivo). Il verbo, inoltre, può essere usato nella forma pronominale, in unione con pronome riflessivo (che in questo caso si limita a indicare l’intensa partecipazione del soggetto all’azione): “sudarsi la promozione / lo stipendio / il pane / la pagnotta” ecc. Frasi spesso pronunciate con orgoglio da chi è convinto che “nessuno gli abbia regalato niente”.
Cristiana De Santis
17 giugno 2024
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