Vandalo, vandalismo, vandalistico e vandalizzare

Ci sono pervenute alcune richieste sulla correttezza dei termini vandalistico, vandalizzare e vandalizzato; qualcuno ci ha anche chiesto indicazioni sulla loro etimologia. 

Risposta

 

Vandalo, vandalismo, vandalistico e vandalizzare

 

Il nome proprio Vandalo, indicante un membro della popolazione germanica (i Vandali, appunto) che all’inizio del V secolo d. C. invase e devastò ampi territori dell’Impero romano, arrivando a saccheggiare perfino Roma, ha generato in italiano, per antonomasia, il nome comune vandalo, indicante chi sfregia un bene privato e soprattutto pubblico senza alcuna ragione, per il puro e sciocco gusto di farlo. Dal nome proprio e dal nome comune sono derivate diverse altre parole, alcune effettivamente in uso, altre no (o quanto meno non ancora). 

La prima è l’aggettivo vandalico, effettivamente ricorrente nell’uso e attestato in tutti i nostri vocabolari con due significati: uno specifico, legato al nome proprio (= ‘dei Vandali’: la guerra vandalica); l’altro generico, legato al nome comune (= ‘da vandalo’: un atto vandalico).  

La seconda è il nome, altrettanto ricorrente, vandalismo, che indica la ‘tendenza a compiere atti vandalici’.  

Da vandalo da una parte e da vandalismo dall’altra sono stati ricavati, rispettivamente, vandalizzare (= ‘sfregiare per vandalismo’; da cui anche il participio vandalizzato = ‘sfregiato per vandalismo’) e vandalistico (equivalente, per significato, a vandalico).

Benché perfettamente coerenti con i meccanismi che presiedono alla formazione delle parole in italiano, vandalizzare e vandalistico sono talmente rari da non poter essere considerati termini stabilmente entrati nell’uso: il che sembra confermato dal fatto che nessuno dei nostri vocabolari registra il neologismo vandalistico, di cui si potrebbe senz’altro fare a meno, ricorrendo all’acclimatato vandalico. Invece vandalizzare, accolto nello ZINGARELLI [almeno dal 2008], e nell’edizione 2007 del GRADIT, ha alcune rare attestazioni già a partire dalla fine del Settecento, come documenta il Deonomasticon Italicum di Wolfgang Schweickard. All’occorrenza, potrebbe essere usato.

 

Giuseppe Patota

 

11 ottobre 2016


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