Il presidente dell'Accademia della Crusca, in un'intervista rilasciata il 6 novembre 2021 a Adnkronos, si è espresso sull'uso della parola booster, attualmente impiegata in ambito medico e giornalistico per indicare la dose di vaccino che, somministrata dopo la prima, ha la funzione di rinnovare e accrescere gli effetti dell'inoculazione precedente: un concetto che, in italiano, è espresso dalla parola richiamo.
Secondo Claudio Marazzini, l'uso di booster appare "inutile e incomprensibile", soprattutto considerato il fatto che è rivolto a tutta la popolazione, presso la quale la competenza linguistica inglese è distribuita in modo disomogeneo. Nelle parole di Marazzini: "La diffusione indiscriminata e acritica, tramite i media e non solo, della parola booster da sola e senza l'equivalente italiano, che pure esiste, mostra che ancora una volta si è persa l'occasione di aiutare gli italiani a capire meglio, forse per 'educarli' all'abbandono della loro lingua, o per dimostrare che l'italiano non ha parole adatte. E questo non è vero, perché richiamo, per i vaccini, esiste dalla prima del Novecento". Sono molte le malattie che richiedono la somministrazione di più dosi di vaccino: "In italiano in questi casi" ha spiegato Marazzini, "abbiamo sempre detto richiamo, per esempio per l'antitetanica, e nessuno ha mai contestato questo termine".
La parola booster è stata impiegata in questo senso anche in un contesto ufficiale, ossia una circolare nel Ministero della Salute del 27 settembre 2021, firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza. In questo testo, il termine ricorre tuttavia tra virgolette e accompagnato da una spiegazione del significato posta tra parentesi, spiegazione nella quale significativamente si ricorre all'equivalente italiano richiamo, comprensibile a tutti.
Non è la prima volta che la Crusca, nella persona del presidente o attraverso il lavoro di accademici e collaboratori, si pronuncia in merito alle pratiche linguistiche che si sono diffuse in relazione all'emergenza sanitaria attualmente in corso. Tutti gli interventi sono raccolti in questa sezione del nostro sito.
In generale, la preoccupazione dell'Accademia, specialmente in relazione all'uso degli anglismi, è quella di richiamare l'attenzione di parlanti e istituzioni sul diritto di tutti i cittadini italiani alla piena comprensione di quanto espresso in contesti istituzionali ufficiali, a maggior ragione se questo riguarda la salute collettiva.
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