Nel titolo si cita una fortunata trasmissione domenicale su RAIUno, che vede come protagonisti i dubbi linguistici degli italiani risolti in diretta da Francesco Sabatini, presidente onorario di questa Accademia, in veste di “medico della lingua” alle prese con le emergenze quotidiane.
L’emergenza che ci segnalano e ci hanno segnalato i nostri utenti a decine è sintetizzata in questa domanda: qual è il plurale di pronto soccorso?
In primo luogo è bene domandarsi se il sintagma pronto soccorso sia una unità lessicale a sé stante. Esaminando la lessicografia si nota che la maggior parte dei dizionari sembra considerare pronto soccorso un sintagma e non una entrata lessicale autonoma; per esempio nel Vocabolario Treccani alla voce soccorso troviamo, dopo la trattazione di sintagmi in cui l’aggettivo segue il sostantivo secondo la più corrente consuetudine dell’italiano contemporaneo (soccorso invernale, marittimo, aeronautico, alpino, stradale): “posto di pronto soccorso, o assolutamente pronto soccorso, reparto di un ospedale, o ambulatorio (che può anche essere attrezzato provvisoriamente), nel quale si effettuano medicazioni e si prestano le prime cure a persone colpite da malore o vittime di incidenti; per pronto soccorso s’intende anche la prestazione medica immediata, o comunque sollecita, eseguita in caso di incidenti, infortunî, malori improvvisi, ecc.”. Sostanzialmente identici Devoto-Oli e ZINGARELLI fino alle edizioni 2012. Neppure GRADIT 2007, che riporta la locuzione come unità separata rispetto alla trattazione della voce soccorso (con la descrizione “reparto di un ospedale o ambulatorio dove si prestano i primi soccorsi ai malati urgenti o ai feriti | insieme di bende, cerotti, farmaci, ecc., necessari a prestare i primi soccorsi a un ferito, spec. contenuti in una valigetta o in un armadietto | tale valigetta o armadietto”), fa cenno alla possibilità di un plurale.
Diversamente, Sabatini-Coletti 2008 che, al pari di GRADIT, riporta pronto soccorso come entrata a sé stante, la glossa esplicitamente come invariabile al plurale; così come invariabile al plurale lo considera il GDLI, l’unico che proponga la forma univerbata prontosoccorso, sancendo in tal modo lo status di lemma della sequenza. Infine il DOP Dizionario di ortografia e di pronunzia, di B. Migliorini, C. Tagliavini e P. Fiorelli dà per il plurale, accanto a i pronto soccorso, anche la forma i pronti soccorsi.
Al di là delle posizioni dei vari lessicografi, la necessità di considerare pronto soccorso, univerbato o meno, come un’entrata lessicale è motivata, sia dall’esistenza di uno specifico “sovrappiù semantico” (per usare le parole di Tullio De Mauro nell’Introduzione al GRADIT, § 22. Polirematiche) rispetto alla semplice “somma” di pronto + soccorso, sia dal suo mostrarsi come una unità inscindibile in cui è impossibile, se non al costo di variarne il significato, inserire un qualsiasi elemento, ancorché grammaticalmente coerente (un pronto soccorso è altra cosa per esempio da un pronto ed esperto soccorso). Spia della tendenza è forse da considerare l’impiego, che sembra in espansione, della preposizione semplice in al posto di quella articolata, al o nel che sia: “presenze in Pronto soccorso”, “rinvenuta in Pronto soccorso”, “finiscono in pronto soccorso” (dall’archivio di “Repubblica”; maiuscole e minuscole corrispondenti all’originale).
Sembrano invece esserci resistenze all’univerbazione, probabilmente a causa della trasparenza del sintagma perfettamente interpretabile nei suoi singoli elementi e anche per la presenza di analoghe formazioni che favoriscono l’interpretazione dell’espressione come sequenza di aggettivo + sostantivo, come i già citati soccorso alpino, stradale , e, con identico ordine degli elementi, mutuo soccorso (ormai pressoché inscindibile dalla sequenza società di mutuo soccorso), pronto intervento, primo intervento e primo soccorso. Queste ultime sequenze per la verità sembrano molto prossime a seguire un processo analogo a quello in esame: spesso presenti negli stessi contesti di pronto soccorso, in un primo tempo tali sintagmi tendevano a ricoprirne il significato originale letterale, mentre successivamente si sono anch’essi specializzati - in particolare primo soccorso e primo intervento -, andando a indicare un’attività analoga, ma meno specialistica nelle prestazioni rispetto al pronto soccorso, e anche il luogo dove tali prestazioni vengono messe in atto. D’altra parte spingono verso un’unica forma grafica forme già diffuse come elisoccorso, aerosoccorso, motosoccorso, il cui primo elemento però è costituito da un prefissoide. La considerazione di pronto soccorso come lemma unico si risolve nell’uso di accorgimenti grafici particolari: molto spesso troviamo adottato l’espediente della maiuscola: Pronto soccorso, Pronto Soccorso e anche ProntoSoccorso.
Veniamo alla questione del plurale: dal punto di vista quantitativo, l’orientamento della rete in generale, della stampa, e delle istituzioni in particolare, è la considerazione della forma come invariabile al plurale, i pronto soccorso o, come sempre appare nel sito ufficiale del Ministero della Salute, i Pronto Soccorso.
La seconda opzione più diffusa sembra essere i pronto soccorsi (o più raramente i prontosoccorsi ) coerentemente con altre formazioni analoghe [aggettivo+sostantivo], non molte per la verità, come altopiano (che prevede anche il plurale altipiani accanto a altopiani), altorilievo/altorilievi, bassorilievo/ bassorilievi.
Molto più rara la forma, che abbiamo visto ammessa nel DOP, i pronti soccorsi.
Si trova anche, e in misura consistente, la forma i pronti soccorso (un solo esempio: I pronti soccorso del consumismo, titolo di un intervento all’interno del blog di Beppe Grillo datato 11 dicembre 2011). Non è improbabile che alla base vi sia l’avvicinamento a formazioni del tipo capostazione il cui plurale è espresso dal primo elemento: capistazione; tale avvicinamento però non tiene conto della diversità tra i componenti delle due tipologie di composti e della diversa relazione che li lega.
Forse a causa dell’incertezza che caratterizza questa situazione c’è anche chi opta per la riduzione al primo elemento, come in questo articolo pubblicato il 4 luglio 2012 dal “Secolo XIX” di Savona: Albenga e Cairo, “pronto” declassati , dove il declassamento in causa è da pronto soccorso a primo soccorso.
In conclusione, se ci viene richiesta una risposta univoca, nonostante, come abbiamo visto, la situazione non sia ancora del tutto stabilizzata, la scelta preferibile, a nostro parere, è considerare la sequenza pronto soccorso invariabile al plurale.
A cura di Matilde Paoli
Redazione Consulenza Linguistica
Accademia della Crusca
20 luglio 2012
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