Ambito d'uso: marketing, moda
Ambito d'origine: marketing, moda
Categoria grammaticale:
agg.
1. ‘(di tessuto) che nella consistenza e alla vista ricorda il vello dell’agnello’. 2. ‘che si traveste da agnello’; estens. ‘che assume le movenze mansuete tipiche di un agnello’; in partic. lupo agnellato; voce agnellata. 3. ‘che ha la cottura o il sapore della carne di agnello’
Da agnello (1. in relazione al manto; 2. dal significato estensivo associato all’animale; 3. in relazione alla cottura della carne) con l’aggiunta del suffisso -ato
1. 1996; 2. 2003; 3. 2008
Periodo di affermazione:
1. 2019-2020; 2. 2009; 3. -
Nessuna
LEI ad vocem agnellus (vol. I, 1345, XV)
Diffusione al: 14 febbraio 2023
Google: agnellato 30.500 r.; agnellata 5.980 r; agnellati 2.090 r.; agnellate 534 r.
Archivio “Corriere della Sera”: 1 r. (2009) nel sign. 2
“la Repubblica”: nessun risultato
“La Stampa”: 2 r. nel sign. 1 (1996; 2010)
L’aggettivo agnellato, formato da agnello e dal suffisso -ato, allo stesso modo di tigrato, zebrato, si riferisce a un tessuto ‘che simula il manto dell’agnello’. L’aggettivo, con un’accezione leggermente diversa, ossia ‘ricoperto del manto dell’agnello’, era stato registrato da Bruno Migliorini nella sua Appendice al Dizionario moderno di Alfredo Panzini (1963), ma tale significato, non altrimenti documentato, deve poi essere rapidamente uscito dall’uso. Agnellato con il primo significato che abbiamo indicato comincia a comparire intorno alla fine del Novecento per poi registrare un incremento cospicuo delle occorrenze nel 2010: lo troviamo in alcuni blog di moda e sulla “Stampa” nella presentazione di una esposizione di articoli d’abbigliamento. Un successivo incremento d’uso viene registrato, come testimoniato da una ricerca condotta su Google e su Twitter, intorno al 2016, quando cominciano a essere di moda le cosiddette “coperte agnellate”, ossia coperte, di solito di pile, che da una parte presentano un tessuto sintetico simile al manto dell’agnello. Si moltiplicano su internet descrizioni dettagliatissime di questa tipologia di tessuto a fini sia puramente tecnici, sia commerciali: in quest’ultimo caso le descrizioni accompagnano le immagini dei prodotti in vendita. Un ulteriore aumento delle occorrenze del termine viene registrato su Twitter nell’inverno 2019-2020, quando agnellato è ormai entrato nel lessico d’uso comune, probabilmente sulla spinta della diffusione commerciale dei prodotti. La maggior parte delle attestazioni odierne su internet compare all’interno delle denominazioni di prodotti commercializzati e delle descrizioni che le accompagnano. La modalità di formazione della parola è usuale nel campo della moda per indicare alcune fantasie e consistenze dei tessuti: basti pensare agli aggettivi (anch’essi nuovi e non registrati sui dizionari) muccato ‘che simula il manto della mucca’, coccodrillato ‘che simula la pelle del coccodrillo’, serpentato ‘che simula la pelle del serpente’, giraffato ‘che simula il manto della giraffa’.
Passiamo agli altri significati associati all’aggettivo: da quello estensivo di agnello quale ‘simbolo di mansuetudine e innocenza’ (cfr. GDLI), agnellato può voler dire ‘che assume modi mansueti’: è caso della collocazione voce agnellata, usata molte volte nei testi di Paolo Villaggio su Fantozzi. Può anche significare, con valore antifrastico, ‘che si veste da agnello’ ossia ‘che assume per convenienza modi mansueti’, spesso contraddetti dal suo normale comportamento: con lupo agnellato si intende infatti una persona che per indole è aggressiva ma che assume, spesso falsamente, un atteggiamento remissivo e mansueto che non le appartiene.
Infine, l’ultimo significato è di ambito culinario: abbinato a una pietanza, l’aggettivo indica il tipo di cottura o il sapore della carne dell’agnello: con budelline agnellate si indica una pietanza a base di budella di vitello le quali vengono cotte secondo il procedimento della cottura in umido dell’agnello. Altre volte agnellato indica l’associazione del sapore della carne d’agnello (estratta attraverso un fondo di cottura, un’osmosi ecc.) a un alimento: la trota agnellata, ad esempio, è una trota che ha dei sentori di carne d’agnello. Si tratta di un significato ancora troppo poco diffuso ma che il tempo, e soprattutto la fortuna che potrebbe senz’altro avere all’interno della cucina italiana sperimentale, potrà darci la certezza della sua stabilizzazione.
27 aprile 2023
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