Ambito d'uso: medicina, sociologia, architettura, sanità
Ambito d'origine: psicologia comportamentale
Tecnicismo
Categoria grammaticale:
loc. sost. m.
Spazio (sanitario, ospedaliero o domestico) progettato ad hoc specialmente per persone a cui è stata diagnosticata una forma di demenza.
Da ambiente, voce dotta dal lat. ambiente(m), part. pres. di ambire ‘andare intorno’, e protesico, aggettivo derivato da protesi (voce dotta, dal lat. prothĕsis -is, a sua volta dal gr. próthesis, derivato di protíthēmi ‘porre innanzi’, da títhēmi ‘porre’ col pref. pro- ‘davanti’) con aggiunta del suff. -ico.
1996
"La struttura progettata integra una struttura del tipo RSA a una struttura di cura per affetti da demenza di Alzheimer. Hanno informato la stesura del progetto le particolari acquisizioni sulla concezione dello spazio fisico per anziani non autosufficienti e dementi, come “ambiente protesico”, rivalutando il ruolo del verde come spazio opportunatamente strutturato in grado di concorrere, se effettivamente utilizzato nei programmi terapeutici, alle condizioni di benessere dei ricoverati." (Luigi Chiara, Patrizia Valla, Servizi socio-assistenziali per anziani autosufficienti parzialmente autosufficienti e affetti da demenza di [A]lzheimer, “Paesaggio urbano. Dossier di cultura e progetto della città”, V, 2, 1996, pp. 76-77: 76)
Nessuna
Diffusione al: 7 ottobre 2024
Google: 3.361 r. (2.810 al sing. + 551 al pl.)
Archivio “la Repubblica”: 2 r. (2015; 2018)
Ambiente protesico è una locuzione sostantivale calcata sull’espressione angloamericana prosthetic environment, nata in America intorno agli anni Sessanta nell’àmbito della psicologia comportamentale per opera dello psicologico Ogden R. Lindsley (Geriatric behavioral prosthetics, in New Thoughts on Old Age, a cura di Robert Kastenbaum, New York, Springer, 1964, pp. 41-60). La sua circolazione in italiano è piuttosto recente, tanto che non è ancora registrata dalla lessicografia. La prima attestazione, risalente al 1996, è all’interno di un testo settoriale di àmbito socioassistenziale, pubblicato su una rivista dedicata all’urbanistica e all’architettura. Seguono cronologicamente ulteriori attestazioni in riviste appartenenti ad altri àmbiti settoriali, quali la sociologia, la sanità e la medicina, in documenti ufficiali stilati dall’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, e nell’art. 30 (Assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone non autosufficienti) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12/1/2017, (Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, “Gazzetta Ufficiale” n. 65, 18/3/17, Supplemento ordinario n. 15). Più recente è la trattazione scientifica da parte di Maria De Santis, professoressa associata di Progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura all’Università degli Studi di Firenze, all’interno del Manifesto lessicale per l’accessibilità ambientale. 50 parole per progettare l’inclusione (a cura di Adolfo F. L. Baratta, Christina Conti, Valeria Tatano, Conegliano, Anteferma edizioni, 2023, pp. 62-68).
Dal punto di vista linguistico, ambiente protesico è una polirematica (o unità lessicale superiore), ossia una combinazione di due o più parole (nel nostro caso N + Agg.) graficamente separate che costituiscono un unico lessema. Per quanto riguarda la semantica, occorre specificare che nella nostra locuzione l’aggettivo protesico assume il significato di ‘di supporto’: l’ambiente diviene una protesi esterna che integra e ripristina (se non addirittura sostituisce) una serie di funzionalità che la persona afflitta da demenza ha ormai perso.
8 novembre 2024
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