Ambito d'uso: giovani, mass media, nuovi media, rete, videogiochi
Ambito d'origine: giovani, rete, videogiochi
Categoria grammaticale:
v. trans. (usato anche come intrans.)
attaccare, deridere o zittire, con violenza e pubblicamente (soprattutto sui social network), solitamente da una posizione di forza, chi ha palesemente detto una sciocchezza.
dal verbo inglese to blast, ‘far esplodere, far brillare, distruggere, far saltare in aria’, con l’aggiunta della desinenza -are della prima coniugazione.
(in questo nuovo significato) luglio 2016, con la creazione della pagina Facebook Enrico Mentana blasta laggente.
Periodo di affermazione:
seconda metà 2016, 2017.
Nessuna
Diffusione al: 21 aprile 2019
Google: 26.900 r.
Negli ultimi anni, la progressione è la seguente: 2016 – 1.680; 2017 – 2.550; 2018 – 4.170; 2019 (fino al 21 aprile) – 5.280.
"Il Corriere della Sera": 0 r.
"la Repubblica": 2019 1 r.
"La Stampa": 0 r.
Il verbo, in inglese, è usato anche in senso figurato: il Merriam-Webster riporta il significato di attack vigorously, cioè ‘attaccare con violenza’, e come esempio d’uso la frase “blasting their opponents in the media” ‘attaccando con violenza i loro oppositori sui mezzi di comunicazione di massa’; gli Oxford Dictionaries specificano che esiste un uso informale di to blast nel significato di criticize fiercely ‘criticare con veemenza’ e forniscono l’esempio “the school was blasted by government inspectors” ‘la scuola venne criticata con veemenza dagli ispettori del governo’.
La prima attestazione in assoluto, con il significato affine all’inglese, nel gergo dei videogiochi, è del novembre 1988: “Blastiamoli vivi!”, sulla copertina del periodico dedicato ai videogiochi ZZap!
Successivamente, nel 1993, troviamo il verbo nel testo di un brano degli Articolo 31, “Strade di città”: “Dal fondo della strada bagliori di una deflagrazione nella notte, il nome di ciascuno appare ovunque, rumore di catene rotte […] blastano la gabbia! Strada di città”, citato in Renzo Ambrogio, Giovanni Casalegno, Scrostati gaggio! Dizionario storico dei linguaggi giovanili, Torino, Utet libreria, 2004, p. 41 (è segnalata anche la forma sblastare).
Sporadiche attestazioni dell’uso figurato (‘rimproverare aspramente’), limitatamente ad ambito giovanile soprattutto romanesco, appaiono nel 2008 (in Slangopedia) e nel 2013 (in Bruttastoria), entrambe documentate da Licia Corbolante di Terminologia nella sua ricostruzione del febbraio 2017.
La specializzazione del verbo per indicare la violenta esposizione al pubblico ludibrio della stupidità altrui, in particolare da una posizione di forza e sui social network, sembra avvenire in italiano, con lo stesso procedimento già visto per influencer: è stato preso un verbo inglese dal significato più generico e lo si è sottoposto a una restrizione semantica nell’ambito del gergo della rete, dove è nota la proliferazione di forme verbali “ibride” formate dalla fusione di sostantivi inglesi con il suffisso della prima coniugazione -are, come googlare, twittare e whatsappare.
Particolarmente rilevante, per la popolarizzazione del verbo, è risultato l’accostamento con un comportamento ricorrente da parte del giornalista Enrico Mentana (che ha fatto nascere vari gruppi Facebook dedicati al suo “culto”, tra i quali il principale è Enrico Mentana blasta laggente) risalente, come rileva Licia Corbolante sul suo blog, al 2016 circa.
Come spesso accade, il verbo ha una buona diffusione, soprattutto sui social network, perché indica un comportamento molto preciso, ed è difficilmente sostituibile se non con perifrasi: non è schernire, non è deridere, non è svergognare, non è umiliare; è una sorta di unione di tutti i comportamenti summenzionati, con in più l’aggravante che l’azione avviene specificamente da una posizione di forza: l’esperto che blasta l’inesperto, il colto che blasta l’ignorante, ecc. Il verbo ha attecchito al punto che esiste anche il sostantivo derivato blastatore, ossia chi blasta, e blastante usato come aggettivo, come in comportamento blastante.
19 marzo 2020
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