Ambito d'uso: economia, giovani, nuovi media, psicologia, social media
Ambito d'origine: psicologia
Categoria grammaticale:
sost. f. inv.
1. psicol. patologia che consiste nell’ansia di essere estromessi dalla realtà virtuale 2. finanz. ansia di non riuscire a cogliere il miglior investimento finanziario, soprattutto, ma non solo, nell’ambito del mercato virtuale in criptovaluta.
Dall’inglese FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out ossia ‘paura di essere tagliati fuori, estromessi da un evento o un’esperienza piacevole’.
2011
"Va inoltre evidenziata una nuova nevrosi a cui gli utenti dei social network possono essere esposti: si chiama Fomo, dalle iniziali di Fear Of Missing Out, e rappresenta la paura di essere (o di sentirsi) “tagliati fuori”: consiste cioè nel sentimento di solitudine che la socialità digitale può in qualche modo veicolare". (Lorena Toller, Chi c’è in chat?, Roma, Sovera Multimedia, 2011, p. 44)
«Ora scopro che la mia è un’esperienza universale. Ha perfino un nome clinico, la nuova nevrosi creata dai siti sociali. Si chiama Fomo, le iniziali di “fear of missing out”: la paura di essere tagliati fuori. [...] Contro la sindrome Fomo la Turkele propone di cominciare con piccoli esercizi quotidiani: "Ogni tanto, separiamoci dal nostro smart-phone, per riprenderci il controllo su noi stessi"». (Federico Rampini, Sindrome Facebook quando troppi amici ti fanno sentire solo, repubblica.it, 11/4/2011)
Periodo di affermazione:
2018-2020
Diffusione al: 31 gennaio 2022
Google: 139.000 r.
"Corriere della Sera": 18 r. (p.a. 2013)
Archivio "Corriere della Sera": 1 r. (2015)
"la Repubblica": 30 r. (p.a. 2011)
"La Stampa": 21 r. (p.a. 2013)
La parola FOMO (scritta anche Fomo o FoMO) è acronimo di Fear of Missing Out ‘paura di essere estromessi, tagliati fuori’. Il termine nasce in ambito anglosassone nei primi anni del 2000 per descrivere un’ansia generata da una qualsiasi estromissione sociale e/o dall’impossibilità di partecipare a un evento o a usufruire di un servizio, o di comprare un prodotto e con questo significato è stato registrato nel Merriam-Webster. Nel 2010 circa la parola comincia a essere usata nell’ambito specialistico della psicologia e psichiatria per descrivere la patologia caratterizzata da un’ansia eccessiva (sfociante in disturbi ossessivi e altre manifestazioni simili) dovuta alla dipendenza dal mondo virtuale; con questo significato è stata registrata dall’OED. Con questa accezione la parola è cominciata a circolare massicciamente nei testi in lingua inglese e negli ultimi due anni legati alla pandemia da Covid-19, gli studi e l’interesse per la FOMO si sono moltiplicati facendo sì che la parola sia fuoriuscita dal lessico specialistico; un sintomo di questa tendenza è il conio del neologismo vaccine FOMO, cioè l’ansia di essere estromessi dalla vaccinazione che viene testimoniata, da chi l’ha fatta, attraverso delle foto in tempo reale postate sui social network. Il termine entra nella lingua italiana nel 2011 circa (stando alle prime attestazioni rilevate dal web) e viene subito usato con il significato che ha sviluppato per estensione all’interno delle scienze psicologiche e cioè la patologia legata alla dipendenza dal mondo virtuale, nonostante i primi testi in cui ritroviamo la parola siano di carattere divulgativo e non tecnico-specialistico. Dal 2011 comincia a essere usata sui quotidiani nazionali, mentre entra nei testi specialistici di psicologia italiana soltanto a partire dal 2015. A differenza dell’evoluzione semantica che ha subìto in inglese, nella lingua italiana il termine FOMO è entrato con il significato relativo alla patologia dovuta dalla dipendenza virtuale per poi descrivere un’ansia generica prodotta da un qualsiasi tipo di estromissione sociale, non necessariamente alimentata dal confronto con la realtà virtuale. Con questo significato la parola FOMO (in queste occasioni scritta di solito fomo) è entrata nel lessico giovanile, in contesti ironici e giocosi. Infine negli ultimi anni, con il termine FOMO si descrive anche l’ansia di non riuscire a cogliere il miglior investimento finanziario nell’ambito del mercato virtuale, ossia una paura tipica del trading patologico.
Per quanto riguarda il genere grammaticale, la parola registra molte più occorrenze al femminile ma non mancano esempi di FOMO al maschile: il genere femminile è preferibile e viene preferito perché la testa del composto è fear, il cui traducente italiano è paura, di genere femminile, così come gli iperonimi patologia, malattia.
18 febbraio 2022
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