Varianti: green-pass, greenpass, Green Pass, Green pass, GreenPass
Ambito d'uso: lingua comune, media
Ambito d'origine: media, lingua giornalistica
Categoria grammaticale:
locuz. m. inv.
Documento sanitario che attesta la vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2, la guarigione dalla malattia COVID-19 negli ultimi sei mesi o la non positività alla malattia COVID-19 e che permette di accedere e circolare liberamente in determinati luoghi.
Espressione inglese, originariamente usata in Israele come traducente dell’ebraico תו ירוק ‘etichetta verde’, formata dall’aggettivo green ‘verde’ e dal sostantivo pass ‘permesso, documento che permette di accedere e circolare liberamente in determinati luoghi’.
2021
«E a dimostrazione che la prima cosa da fare, dopo aver messo alle spalle la paura del Covid, sia una bella vacanza c’è Israele. Il primo paese per numero di iniezioni in rapporto alla popolazione (40%), avendo già visto scendere alcune curve dell’epidemia ha deciso di spalancare le porte di alberghi, resort e palestre a chi ha ricevuto la seconda dose. Il “Green Pass” da scaricare sul telefono partirà fra un paio di settimane, ha annunciato il ministro della Salute Yuli Edelstein, che ha lasciato aperta la lista dei “luoghi di svago” frequentabili». (Elena Dusi, Passaporti per i vaccinati. Tutti li criticano, ma tanti paesi già li prevedono, Repubblica.it, sez. Cronaca, 11/2/2021)
Periodo di affermazione:
2021
Devoto-Oli 2022
Treccani online Neologismi 2021
Diffusione al: 26 dicembre 2021
Google: 33.600.000 r.
"Corriere della Sera": 4.577 r.
"la Repubblica": 7.398 r.
"La Stampa": 6.627 r.
greenpassare; no green pass; super green pass
In italiano il sintagma green pass è oggi comunemente impiegato per indicare la certificazione digitale e stampabile, rilasciata dal Ministero della Salute, che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2, la guarigione dalla malattia COVID-19 negli ultimi sei mesi o l’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare. Nonostante la sua ampia circolazione nella lingua corrente, in cui si è diffusa, veicolata dai giornali e dalla rete, l’espressione non costituisce il nome ufficiale del certificato adottato dal governo italiano, che è invece quello di “certificazione verde COVID-19” (usato nei decreti legge, nei documenti e nelle comunicazioni istituzionali, oltre che sul certificato stesso). Anche nei documenti e nelle comunicazioni ufficiali dell’Unione Europea, il nome ufficiale scelto per la certificazione digitale non è green pass, bensì “EU Digital COVID Certificate” (tradotto in maniera pressoché letterale nelle diverse lingue ufficiali dell’Unione, tra cui l’italiano “certificato COVID digitale dell’UE”).
L’origine del sintagma nel suo attuale significato sanitario va quindi ricondotto altrove, in particolare a Israele, il primo paese a introdurre, nel febbraio del 2021, un certificato di vaccinazione anticovid o di guarigione dalla malattia per l’accesso a uffici, attività commerciali e luoghi pubblici, a cui è stato appunto dato il nome, in inglese, di “Green Pass”. I principali media italiani avrebbero quindi cominciato a impiegare l’espressione con specifico riferimento al certificato israeliano, e se ne sarebbero in seguito appropriati per indicare anche quello italiano, quello europeo o di altri paesi. Impiegato inizialmente in alternativa ad altre denominazioni, ufficiali e non, come passaporto o pass vaccinale, passaporto o pass sanitario, certificato o certificazione verde, passaporto verde, carta verde Covid, Covid pass e simili, il sintagma green pass si è progressivamente affermato come la variante largamente predominante nell’uso giornalistico e della rete, per poi estendersi anche alla lingua corrente.
Alla rapida affermazione del sintagma potrebbe aver contributo, oltre alla sua maggiore sinteticità rispetto alle denominazioni italiane concorrenti, anche il fatto che il sostantivo che funge da “testa”, pass, è un prestito inglese ormai da tempo radicato in italiano, e l’aggettivo green che lo accompagna presenta un significato presumibilmente noto a gran parte dei parlanti italiani, seppure più diffuso nella sua accezione “ecologica”, di rispetto e tutela dell’ambiente. A partire da green pass, sono state inoltre formate anche altre parole legate all’attuale emergenza sanitaria, sia coniazioni di natura più effimera ed estemporanea come il verbo greenpassare ‘controllare il possesso e la validità del certificato digitale noto come green pass’ o il sintagma furbetto del Green Pass ‘chi tenta in modo fraudolento di eludere o falsificare il certificato Covid digitale UE’, sia formazioni di maggiore circolazione, come no green pass ‘persona contraria all’obbligo di possesso e/o all’esibizione del certificato noto come green pass’ e super green pass ‘certificazione digitale attestante l’avvenuta vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2 o la guarigione dalla malattia COVID-19, ma non l’esito negativo di un test antigenico’ (quest’ultima nota anche come “green pass rafforzato” o “certificazione verde rafforzata”, in contrapposizione al cosiddetto “green pass base” o “green pass di base”, rilasciato invece anche dopo un tampone).
20 gennaio 2022
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