Ambito d'uso: giornalismo, giovani, marketing, musica, rete, social media, videogiochi
Ambito d'origine: marketing
Categoria grammaticale:
sost. m. e (più raramente) f.; sporadicamente anche agg.
1. la montatura pubblicitaria volta a rendere un prodotto particolarmente atteso e desiderato;
2. (per estensione) l’attesa febbrile, la trepidazione, la smania di conoscenza o di possesso riferite a un determinato prodotto lanciato sul mercato e intorno al quale si concentra un grande clamore mediatico.
Prestito dall’inglese hype ‘pubblicità eccessiva o ingannevole’.
1982
«Da “strada di magìa, sogno e mistero” (come la definisce John Huston) la “fabbrica delle stelle” si è trasformata in un fenomeno che gli americani sintetizzano in una sola parola: “hype”, e cioè puro e semplice pompaggio, drogaggio di eroi e di eroine che non sono tali, attraverso lo sfruttamento intensivo di tutta una serie di meccanismi economici, politici, psicologici, sociali.» (Carlo Sartori, Troppo breve il trionfo di Bo Derek, “La Stampa”, 18/1/1982, p. 7)
Periodo di affermazione:
2010-2020
Diffusione al: 13 settembre 2023
Google: (ricerche su pagine in italiano / verbatim) “essere in hype” 2.450 / 4.800 r.; “sono in hype” 5.490 / 9.440 r.; “sto in hype” 943 / 1.230 r.; “ho l’hype” 5.270 /1.790 r.; “avere l’hype” 1.460 / 1.500 r.; “c’è hype” 2.2900 / 12.700 r.; “hype a mille” 3.380 / 13.900 r.; “fa hype” 2.290 / 5.090 r.
Archivio “La Stampa”: 549 r.
Archivio “Corriere della Sera”: 175 r.
Archivio “la Repubblica”: 454 r.
hypare / hyppare: 1. ‘gonfiare, pompare, pubblicizzare’ (se riferito a cose); 2. ‘eccitare, spingere a entrare in uno stato di aspettativa spasmodica’ (se riferito a persone; anche usato assolutamente o riflessivamente: ‘eccitarsi per l’arrivo di qualcosa’)
Hype è un prestito integrale dall’inglese, lingua in cui la voce è attestata dal 1955 con il significato di ‘inganno, imbroglio, truffa’, e poi anche con quello di ‘trovata pubblicitaria’, ‘pubblicità eccessiva e ingannevole’. In origine forse legata allo slang malavitoso e alla pratica del “fare la cresta” su qualcosa (in sostanza facendolo pagare più di quanto valga), la parola indica oggi, in italiano come già in inglese (dove ha anche un uso più ampio), la strategia di marketing particolarmente aggressiva ed efficace con cui si crea aspettativa intorno al lancio di un prodotto o di un evento e, per estensione, l’attesa spasmodica generata nel pubblico di possibili acquirenti o fruitori.
Hype giunge sulle pagine della stampa nazionale italiana negli anni Ottanta, sempre segnalata tra virgolette come prestito inglese. Dagli anni Novanta se ne reperiscono occorrenze anche nei libri: in quasi tutti i contesti reperibili gli argomenti trattati sono il marketing e le strategie di vendita dell’industria culturale. Il significato della parola, in questi primi esempi forniti dagli archivi dei quotidiani e da Google Libri, è quello di ‘gonfiatura mediatica’, ‘clamore generato dalla strategia di vendita’. Le attestazioni sono inizialmente sporadiche (spesso ancora accompagnate da virgolette cautelative), ma aumentano in maniera lenta e progressiva fino ai primi anni del XXI secolo, quando la parola si emancipa dai contesti tecnici e di nicchia e si adatta a vari usi e argomenti, riferibili in genere a tutti i prodotti e gli eventi che possono generare clamore e attesa (canzoni, libri, film, videogiochi, eventi sportivi, culturali, politici, ecc.). Il significato, a sua volta, si estende, iniziando a rimandare anche alla dimensione psicologica dei potenziali consumatori, oltre che a quella pratico-strategica dell’operazione pubblicitaria: hype comincia quindi a indicare anche l’‘attesa per un prodotto prossimo al lancio sul mercato’.
Malgrado questo significato esteso non sia considerato dalla lessicografia italiana che registra hype (per ora solo Devoto-Oli e Treccani Neologismi, che hanno accolto la parola nel corso del 2023), attualmente la ricerca nel web sembra confermarne la vitalità: il senso in cui hype ricorre in prevalenza nel web è quello di ‘attesa febbrile, curiosità, smania di possesso generata dalla montatura pubblicitaria’. I molti siti specializzati, blog e forum in cui la parola è presente, spesso all’interno di usi gergali, sono dedicati ad argomenti specifici come videogiochi, musica e film e frequentati principalmente da giovani; in questi contesti si reperiscono anche esempi d’uso in espressioni come “avere l’hype (per qualcosa)” o “essere in hype (per qualcosa)”, che valgono ‘essere in attesa febbrile di qualcosa’ (tendenzialmente, ma non solo, l’arrivo sul mercato di qualche prodotto o il verificarsi di qualche evento).
Raramente la parola è usata anche in funzione aggettivale, col significato di ‘alla moda’ o ‘entusiasmante’.
Non (ancora) perfettamente acclimatata nella lingua comune, hype è di preferenza usata al maschile.
Nell’uso aggettivale:
22 novembre 2023
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