Ambito d'uso: giornalismo, politica, social media
Ambito d'origine: giornalismo, politica
Categoria grammaticale:
sost. m. (pl. -ifici)
1. riferito a una città (o a una sua parte) in cui si è verificata una crescita esponenziale dell’offerta di cibo destinata al turismo di massa; 2. ristorante o locale che prepara e serve cibi investendo sulla quantità, a discapito della qualità delle preparazioni e del servizio; 3. estens. situazione o ambiente in cui ciascuno pensa unicamente a ottenere vantaggi, anche in modo illecito, a scapito del bene pubblico (cfr. mangia mangia).
Suffissato deverbale, che ha come base il verbo mangiare con il suffisso -ificio.
1989
"Ma la riforma radicale, il passaggio diretto dalla vecchia alla nuova ristorazione, dai mangifici ai ristoranti a stelle, cuori e cappelli di cuoco, ha avuto gli stessi effetti dell’automazione nelle poste scassate, le lettere arrivano venti giorni dopo. L’Italia si è riempita di pessimi ristoranti, di pessimi maître, di pessimi cuochi." (Giorgio Bocca, “L’Espresso”, 4/6/1989)
Periodo di affermazione:
2017-2018
Nessuna
Ottavio Lurati, 3000 parole nuove: la neologia negli anni 1980-1990, Bologna, Zanichelli, 1990 (da cui è tratto l’esempio della prima attestazione sopra riportato)
Diffusione al: 15 ottobre 2023
[i dati si riferiscono alla somma delle forme singolari e plurali]
Google: 10.050 r.;
Archivio “Corriere della Sera”: 15 r. (p. a. 2017)
Archivio “la Repubblica”: 84 r. (p.a. 2001)
Archivio storico “La Stampa” (fino al 2005): 8 r. (p.a. 1994)
La parola mangificio, le cui prime attestazioni si collocano agli albori degli anni ’90, presenta il suffisso -ificio, il quale originariamente significava ‘arte di lavorare X’ (in cui X è la base; da lana à lanificio ‘arte di lavorare la lana’), poi nell’Ottocento ‘fabbrica che produce X’ (da calzatura à calzaturificio ‘fabbrica che produce calzature’) e nell’italiano contemporaneo ha finito per essere usato spesso con valore ironico, se non addirittura spregiativo (es. esamificio, riferito all’università di massa: cfr. GRADIT, con data 1999, dal “Messaggero”). Se in passato questo suffisso selezionava solo basi nominali, nell’ultimo decennio è stato impiegato anche per creare suffissati deverbali, come nel nostro caso: infatti, la base della parola esaminata è il verbo mangiare. In un primo periodo, almeno fino al 2016-2017, il termine circola all’interno di rubriche di critica gastronomica per indicare quel locale poco curato che prepara e fornisce vivande in maniera frettolosa e seriale, quasi un’industria della consumazione di cibo: lo troviamo in alcuni articoli sulla “Stampa” e sulla “Repubblica”, ma anche in alcune recensioni degli utenti di Tripadvisor quando vogliono descrivere un locale che presenta le caratteristiche di una mensa industriale. Nello stesso periodo, la parola comincia a essere impiegata nei giornali, in riferimento alle parole del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che denuncia la condizione del centro storico della città, stravolto dal turismo di massa, in particolare da un diffuso disinteresse per gli aspetti storico-artistici e da una crescente attenzione per l’offerta e la consumazione sfrenata e massificata di cibo, per lo più scadente. Da questo momento in poi il termine comincia a essere associato a tutte quelle città italiane che presentano lo stesso problema. In questo caso il termine ha quasi valore collettivo, riferendosi a uno spazio in cui la consumazione di cibo avviene in maniera diffusa in più punti; ma in questi anni e ancor oggi non ha perso il significato con cui nasce, ossia quello di ristorante o locale che fornisce cibo preparato e servito secondo modalità seriali e industriali. La vera cassa di risonanza per il termine, nelle due accezioni, è rappresentata dai social network, in particolare Twitter/X, in cui gli utenti spesso usano termini con connotazioni ironiche e/o spregiative, se non addirittura dissacranti. Ultimamente sui social si sta diffondendo il significato legato alla politica di ‘situazione o ambiente in cui avviene il mangia mangia, ossia in cui ciascuno pensa unicamente a ottenere vantaggi, anche in modo illecito’: il termine compare non solo associato a istituzioni o partiti politici, ma anche ad aziende e settori parastatali.
Infine, insieme a mangificio si sono diffusi altri suffissato on -ificio (tra cui bevificio e dormificio) per i quali si rimanda all’articolo di approfondimento.
1 dicembre 2023
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