Ambito d'uso: politica, media, diritto ambientale
Ambito d'origine: ecologia
Categoria grammaticale:
loc. sost. f.
Condizione di bilanciamento tra le emissioni nocive immesse nell’atmosfera in conseguenza di attività antropiche e quelle che vengono assorbite dai sistemi naturali (suolo, foreste, oceani)
Calco dall’inglese climate neutrality, a sua volta probabilmente derivata dalla locuzione aggettivale climate neutral (‘neutrale rispetto al clima’)
2008
«La conoscenza del peso della propria impronta climatica permette di raggiungere la neutralità climatica, che indica la condizione di un soggetto o di una istituzione che non produca effetti dannosi sul clima, sia riducendo l’impatto della propria impronta, sia compensando i residui effetti prodotti con la partecipazione a opere o interventi destinati a ridurre il cambiamento climatico globale. Quest’ultima operazione è denominata “carbon offset”». (Stefano Nespor, L’impronta climatica, federalismi.it, 24, 17/12/2008)
Periodo di affermazione:
2020-2021
Nessuna
Diffusione al: 3 luglio 2023
Google (pagine in italiano): 404.000 r. (2018: 942 r.; 2019: 1.960 r.; 2020: 4.780 r.; 2021: 7.140 r.; 2022: 12.400 r.) (ma con “rumore”)
Google libri (pagine in italiano): 1.950 r.
“Corriere della Sera”: 182 r. (2019: 8r.; 2020: 30r.; 2021: 60r; 2022: 62r.; 2023: 22r.).
“la Repubblica”: 352r.; (dal 2010 prima occ.; 2016: 1 r.; 2019: 22 r.; 2020: 43 r.; 2021: 104 r.; 2022: 118 r.; 2023: 63 r.)
La locuzione neutralità climatica trova le sue radici già nei primi accordi internazionali sui cambiamenti climatici, in particolare nel Protocollo di Kyoto (sottoscritto nel 1997, ma entrato in vigore dal 2005) e nell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (firmato nel 2015 ed entrato in vigore nel 2016). L’Accordo di Parigi è il primo trattato giuridicamente vincolante che fissa l’obiettivo di mantenere “l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali” per raggiungere un “equilibrio tra le fonti di emissioni e gli assorbimenti antropogenici di gas a effetto serra”. Ancora la locuzione neutralità climatica non compare, ma in quest’ultima frase ne è contenuta l’essenza del significato.
In inglese è la prima attestazione della forma climate neutrality, su cui si è formato poi il calco italiano. Si tratta del Report of the Annual Meeting of the Environment Management Group del United Nations Environment Management Group del 2007, in cui si contano 22 occorrenze di climate neutrality (anche tra virgolette, a segnalare la novità dell’espressione) e alcune occorrenze della corrispondente locuzione aggettivale climate neutral (‘climaticamente neutro’) di cui la locuzione nominale può essere uno sviluppo.
La prima occorrenza in italiano rintracciata in rete è del 2008, anche se i passaggi della locuzione, in italiano e nella comunicazione corrente, restano però occasionali e decisamente sporadici almeno fino al 2019, quando la Commissione europea presenta il cosiddetto Green Deal europeo, una tabella di marcia per rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050. Questo produce, a cascata, la necessità dei singoli Stati, dagli enti locali fino alle industrie e alle aziende, di adeguarsi all’applicazione dei parametri per arrivare agli obiettivi di compensazione tra emissioni nocive e investimenti per neutralizzarle. Con il PNRR del 2021 (in cui neutralità climatica ricorre 4 volte) in Italia sembra prendere avvio la realizzazione della svolta verso la transizione ecologica, anche con importanti appuntamenti internazionali a tutela dell’ambiente, con un ruolo di primo piano: dal G20 di Napoli alla Pre Cop26 di Milano, fino ad arrivare a Glasgow per la Cop26, ma anche il primo Youth4Climate della storia.
Sulla spinta della necessità di estendere la conoscenza e la comunicazione “divulgativa” di concetti tecnico-scientifici in materia di tutela del clima e dell’ambiente, in questo periodo la locuzione neutralità climatica registra un incremento significativo di uso e di occorrenze, confermato dalla ricerca in rete e negli archivi dei maggiori quotidiani nazionali.
L’ingresso della locuzione nella lingua comune porta anche all’esigenza di definizioni che chiariscano meglio le differenze rispetto ai significati di altre espressioni, come neutralità carbonica, impatto netto zero, impatto zero: la neutralità climatica, rispetto all’impatto zero, si presenta come obiettivo intermedio, di solito calcolato nell’arco di un anno, di ogni soggetto (singoli, comunità, aziende, ecc.) che rilasci nell’atmosfera CO2 e gas nocivi per l’ambiente (la neutralità carbonica riguarda soltanto le emissioni di CO2): occorre pertanto ridurre le emissioni nocive e contemporaneamente mettere in atto strategie di compensazione che migliorino le condizioni ambientali e quindi le capacità di assorbimento e di eliminazione dei residui inquinanti.
16 ottobre 2023
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