remigrazione

Varianti: reimmigrazione

Ambito d'uso: politica, media

Ambito d'origine: politica

Categoria grammaticale:

sost. f.

Definizione

Letteralmente ‘migrazione indietro’ ovvero ‘ritorno al luogo di origine in seguito a una precedente migrazione’, ma rilanciata per indicare in forma eufemistica il significato di ‘espulsione forzata, deportazione di massa di persone con una storia di migrazione’.

Etimologia

Calco dall’inglese remigration, il sostantivo italiano remigrazione si compone del sostantivo migrazione preceduto dal prefisso re- che indica il ripetersi di un’azione in senso contrario. Potrebbe anche considerarsi derivato dall’antico verbo remigrare (attestato dal Cinquecento) con il significato di ‘tornare al luogo di origine’.

Prima attestazione

2017
"Un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione, poco dopo le 15, sul palco del cinema Lux di Borgosesia dove era in corso la conferenza «L’Italia sono anch’io», promossa dall’associazione culturale islamica di Borgosesia. Un convegno pensato per raccontare la vita quotidiana e l’integrazione dei ragazzi di origine musulmana nati in provincia di Vercelli. In quel momento erano appena finiti i saluti di rito e stavano parlando i dirigenti dell’associazione. I manifestanti - una decina in tutto - hanno sventolato uno striscione con la scritta a caratteri cubitali «Remigrazione contro l’islamizzazione»". (Giuseppe Orrù, Conferenza Islam, blitz dei manifestanti sul palco di Borgosesia, “La Stampa”, 14/1/2017)

Presenza sui dizionari

Nessuna

Repertori

Diffusione al: 14 aprile 2025

Google: 90.400 r. (di cui 27.700 dall’inizio del 2025)
Google libri: 2018: 1r. (prima attestazione, nel libro di Paolo Berizzi, NazItalia. Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista, Milano, Baldini&Castoldi, 2018); 2020: 3r. (di cui 1 di Paolo Berizzi, L’educazione di un fascista, Milano, Feltrinelli, 2020); 2022: 2r. ma con l’accezione di ‘rientro volontario al paese di origine’; 2023, 2024 e 2025: nessuna attestazione.
Corriere della sera”: 4 r. (2024: 2r.; 2025: 2r.).
la Repubblica”: 22 r.; (dal 2017; 2023: 3 r.; 2024: 7r.; 2025: 11r.)
“La Stampa”: 26 r. (2017: 4 r. prima occ.; 2019: 1 r.; 2024: 9 r.; 2025: 12 r.)

Note

Remigrazione ha una formazione del tutto in linea con le norme di derivazione dell’italiano e un suo significato letterale ‘ritorno al luogo di origine in seguito a una precedente migrazione’, ma non risulta registrata in nessun dizionario sincronico. È stata però inserita tra i Neologismi 2025 Treccani online nell’accezione di “ritorno forzato di persone immigrate nel loro Paese d’origine”, con l’annotazione che si tratta di un recupero eufemistico: tale precisazione intende richiamare l’attenzione sul modo in cui sono avvenuti, negli ultimi anni, la ripresa e il rilancio di questa parola. Non è certo un processo nuovo: si recupera una parola esistente, dalla forma non sospetta e la si “manomette” assegnandole un significato eufemistico, per celare atteggiamenti spregiativi, discriminatori o, come in questo caso, addirittura neonazisti. Si comincia a sentir circolare remigrazione dopo un’inchiesta del collettivo di giornalismo Correctiv che aveva reso noti i temi trattati in un incontro, convocato segretamente a Potsdam il 25 novembre 2023 dall’attivista di estrema destra austriaco Martin Sellner, che poche settimane dopo avrebbe pubblicato una sorta di summa delle sue terribili proposte in Remigration. Ein Vorschlag [trad. it. ‘Remigrazione. Una proposta’], Steigra, Verlag Antaios, 2024), che pare aprire la strada alla diffusione della parola con questa “nuova” accezione; il richiamo a deportazione non si ferma all’assonanza tra i due termini, si fa pericolosamente concreto nella descrizione del piano “risolutivo” alla questione migratoria. Il concetto alla base del nuovo significato di remigrazione si intravedeva già durante la campagna elettorale per le elezioni regionali francesi del 1992, nello slogan “Quand nous arriverons, ils partiront!” (quando arriveremo noi, loro se ne andranno), bandiera propagandistica del partito di estrema destra Front National. Sempre in Francia, nel 2014 Laurent Ozon, allora collaboratore di Marine Le Pen, lanciava la proposta di un Mouvement pour la remigration mentre in Germania il Bloc Identitaire organizzava un convegno per la remigrazione, in cui si definiva un piano dettagliato contro l’immigrazione di massa e la creazione di un alto commissariato per la remigrazione. L’uscita del libro di Sellner funziona per i leader di movimenti e partiti di estrema destra come un “liberi tutti”: anche Trump, nel pieno dell’ultima infuocata campagna elettorale, sul suo account di X pubblica un Post (il 15/9/2024) in cui elenca una serie di promesse tra cui: “return Kamala’s illegal migrants to their home countries (also know as remigration)”, dove approfitta proprio del termine remigration per sintetizzare il piano di rimpatrio degli immigrati clandestini che intende realizzare in caso di rielezione alla Casa Bianca.

In Italia è la Lega a non lasciarsi sfuggire l’occasione di far proprio il termine e di mostrare la sua completa adesione riguardo alla soluzione che la parola ha assunto come significato: ne parla prima il capogruppo leghista Alessandro Corbetta (“Anche in Italia dobbiamo parlare di remigrazione, ovvero rimpatriare non solo clandestini e criminali, ma anche gli stranieri che scelgono di non volersi integrare”) e a ruota il deputato Rossano Sasso, in Parlamento (con lo slogan “remigrazione unica soluzione”). Sulla base delle ricerche in rete e sui principali quotidiani nazionali si possono fare alcune considerazioni: su Google la parola ha un picco nei primi mesi del 2025, ma in generale sembra esserci una certa resistenza a farla circolare, soprattutto nei giornali, che restituiscono risultati molto contenuti. Quello che, in casi simili, non si dovrebbe neanche riuscire a concepire eticamente, come esseri umani, è la proposta e la messa in atto di pratiche simili e non l’accoglimento della parola.

Esempi d'uso

  • Che cosa ci fanno i mercenari a bordo? Sono impegnati nel cosiddetto piano “remigrazione”: il rimpatrio forzato di tutti coloro che non sono in sintonia con l’“identità”. «Essere identitari — spiegano sul loro sito quelli di “Generazione” — significa difendere l’identità etnica e culturale delle quali siamo detentori». Un’identità messa in pericolo dai migranti. (Paolo Berizzi, Arriva la nave “nera”, ma la battaglia è solo via radio, “la Repubblica”, 7/8/2017)
  •  L’ossessione contro gli immigrati arriva al punto di proporre un nuovo ministero, quello della “Remigrazione”, per deportare i sans-papier. Una foga che, in campagna elettorale, fa scandalizzare persino Marine Le Pen, che bolla l’idea come «totalmente anti-repubblicana». Per non parlare delle frasi contro le donne e contro la comunità Lgbtq, l’aperto negazionismo del regime filo-nazista di Vichy, le minacce ai giornalisti (a una fiera di armi arrivò a puntare contro i cronisti un fucile da cecchino), le balle sulla Grande Sostituzione degne di QAnon. Questo è il personaggio che l’Ecr, il gruppo di Meloni, ha appena fatto accomodare nel salotto. (Francesco Bei, Il flirt di Giorgia Meloni con i filorussi. Cosa accadrà quando in Ecr arriveranno Viktor Orbán ed Eric Zemmour? E, soprattutto, se in America a novembre do vesse vincere l’amico di Putin?, “la Repubblica”, 8/2/2024)
  •  A partire dagli anni Novanta, tuttavia, l’estrema destra francese si è appropriata di quel termine fino a trasformarlo in un sinonimo di deportazione forzata. Il primo partito a promuovere la «remigrazione» è stato il Front National: alle regionali del 1992 sui manifesti elettorali campeggiava lo slogan «Quand nous arriverons, ils partiront!» («Quando arriveremo, loro se ne andranno via!»). All’inizio degli anni Dieci il concetto è stato adottato dal movimento Identitario, che predica una forma di razzismo «differenzialista» volto a tenere rigidamente separata la superiore «cultura europea» (intesa in realtà come «razza bianca») da tutte le altre. (Leonardo Bianchi, “Remigrazione” è la nuova parola d’ordine dell’estrema destra globale, facta.news, 14/10/2024) 
  • La parola d’ordine, in linea con le promesse elettorali di Donald Trump, è remigrazione, l’ultima teoria nera che prevede la deportazione di massa di tutti gli “stranieri”. (Marco Carta, Forza nuova chiama l’adunata dei neonazisti da Francia e Germania, “la Repubblica”, 23/1/2025)
  • Anche le foto dei migranti in catene per essere riportati in Guatemala da El Paso, in Texas, da un aereo militare, diffuse recentemente dalla stampa, hanno contribuito alla diffusione della parola “remigrazione”, perché le immagini sottolineavano quanto quel ritorno in patria fosse un ritorno obbligato e violento.
    Non a caso l’espressione usata per descrivere quelle partenze è stata invece, da parte di chi condanna quella scelta politica, “deportazione di massa”. (Valeria Della Valle, «Remigrazione», tutto sulla parola che piace all’estrema destra, “Avvenire”, 28/1/2025)

Raffaella Setti

Approfondimenti e link

9 settembre 2025