Varianti: sextorsion
Ambito d'origine: nuovi media, rete
Categoria grammaticale:
sost. m. o f.
Estorsione di denaro, di favori sessuali o altro ai danni di una persona, dietro minaccia di rendere pubblici contenuti personali compromettenti di natura sessuale (messaggi di testo, foto o video).
Prestito integrale dall’inglese sextortion, parola macedonia formata dalla fusione di sex ‘sesso’ e (ex)tortion ‘estorsione’, sul modello di sexting ‘invio, tramite le nuove tecnologie telematiche, di materiale sessualmente esplicito’.
2012*
“Spiava le sue vittime attraverso le webcam, entrava negli hard disk, rubava foto e informazioni. E poi le ricattava. Torna a far discutere l'incredibile vicenda dell'hacker messicano Luis Mijangos, arrestato nel settembre del 2011, con l'accusa di aver spiato più di 230 persone, alcune delle quali minorenni. […] L'accusa è di estorsione e “sextortion”, la condanna sette anni di carcere”. (Marta Serafini, L’hacker che rubava le vite via webcam, Corriere.it, sez. Esteri, 15/3/2012).
*1950 variante “sextorsion” (esempio isolato, anteriore di pochi mesi alla prima attestazione inglese citata nei dizionari)
“Una nuova forma di ricatto è stata adottata ad Hollywood e si chiama “sextorsion”. Protagonisti: Mister B. Klekner, professore universitario, e due graziose fanciulle poco più che ventenni, Helen Keller e T. Hugues. Il vecchio professore incontrò Helen in ascensore e si innamorò di lei, prese in affitto un appartamento e vi installò la fanciulla. […] Allora per obbligare il vecchio avaro a sciogliere i cordoni alla borsa, Helen di accordo con la sua amica installò nell’appartamentino dove avevano luogo i convegni intimi un apparecchio registratore, poi fece sentire i dischi al povero professore, il quale per tre anni fu così ricattato e sborsò novemila dollari”. (B. Cerdonio, Registratore d’amore, “Stampa Sera”, sez. Attualità e aneddoti, p. 3, 3/1/1950)
Periodo di affermazione:
2017/2018
Nessuna
Diffusione al: 12 agosto 2019
Google: 42.600 r. (4.330 r. della variante “sextorsion”)
"Corriere della Sera": 2 r. (1 del 2016, 1 del 2019); “sextorsion” 1 r. (del 2015)
corriere.it: 7 r. (1 del 2012, 2 del 2016, 3 del 2018, 1 del 2019); “sextorsion” 4 r. (1 del 2013, 1 del 2015, 2 del 2018)
"la Repubblica": 13 r. (2 del 2015, 1 del 2016, 3 del 2017, 5 del 2018, 2 del 2019); “sextorsion” 4 r. (1 del 2015, 1 del 2018, 2 del 2019)
"La Stampa": 20 r. (1 del 2014, 1 del 2015, 5 del 2016, 6 del 2017, 4 del 2018, 3 del 2019); “sextorsion” 3 r. (1 del 2016, 1 del 2017, 1 del 2019)
La parola sextortion inizia a diffondersi in italiano nel secondo decennio del Duemila, in seguito al verificarsi, anche nel nostro paese, dei primi casi di estorsione sessuale in rete: il reato di estorsione a sfondo sessuale, esistente da ben prima dell’avvento del nuovo millennio, diviene tuttavia più frequente grazie alle nuove tecnologie informatiche e alla nascita dei social network, che rendono più semplice e immediato lo scambio di quei contenuti di natura sessuale sfruttati dai criminali per ricattare le vittime. Con la crescita esponenziale del fenomeno, tra il 2017 e il 2018 si moltiplicano in rete gli articoli e gli interventi di blog e periodici che affrontano l’argomento per sensibilizzare gli utenti sui pericoli del web e spiegare in che cosa consista tale tipologia di ricatto, contribuendo così a una discreta affermazione del termine nell’uso, quantomeno in quello della rete.
Il termine, attestato in forma minoritaria anche nella variante impropria sextorsion, con parziale adattamento della grafia alla pronuncia (e per influsso del corrispondente italiano estorsione), oscilla ancora nel genere (come del resto spesso avviene per i prestiti dall’inglese di recente introduzione nella nostra lingua), tra il maschile, che risulta al momento prevalente, e il femminile (dovuto, appunto, alla corrispondenza tra extortion e estorsione).
In alternativa a sextortion, si potrebbe ricorrere alle espressioni estorsione sessuale in rete o ricatto sessuale in rete, che tuttavia, pur rappresentando la perfetta traduzione della voce inglese, non sono però altrettanto sintetiche e immediate. Un più valido traducente della forma inglese potrebbe allora essere la neoformazione pornoricatto, già discretamente attestata nell’uso, che avrebbe anche il vantaggio di richiamare per analogia il composto pornovendetta (proposto dal gruppo Incipit come traducente di revenge porn), anch’esso afferente alla sfera semantica dei nuovi reati a sfondo sessuale veicolati dalla rete.
28 maggio 2020
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