Varianti: skin care, skin-care
Ambito d'uso: cosmesi, marketing, moda, nuovi media
Ambito d'origine: cosmesi, marketing
Rilancio
Categoria grammaticale:
sost. m. e f. inv.
Cura della pelle attraverso l’uso mirato di prodotti specifici.
Dall’inglese skincare, parola composta da skin ‘pelle’ e care ‘cura, attenzione’ che compare in inglese nel 1931 (dato OED).
2001
«Nell’universo Versace ci sono anche gioielli e cosmetici. "E sono parte integrante del gruppo, seguiti con la stessa cura che dedichiamo all’abbigliamento. La scorsa settimana abbiamo cominciato la presentazione mondiale della nuova linea di bellezza skin care, sviluppata con tecnologie giapponesi. Per noi si tratta di prodotti di grande importanza, su cui puntiamo per offrire una gamma cosmetica"». (Giusi Ferrè, «Così la medusa tornerà a colpire», “Corriere della Sera” sez. CorrierEconomia, Moda Design & Business, 29/10/2001, p. 20)
Periodo di affermazione:
2020-2022
Nessuna
Diffusione al: 2 marzo 2022
Google: 5.680.000 per “skincare”; 1.400.000 per “skin care”
Archivio del "Corriere della Sera": 173 r. (p.a. 2001) per “skincare”; 89 r. (p.a. 2001) per “skin care”
"Corriere della Sera": 50 r. (p.a. 2006) per “skincare”; 27 r. (p.a. 2006) per “skin care”
"la Repubblica": 162 r. (p.a. 2007) per “skincare”; 73 r. (p.a. 2006) per “skin care”
(Nei motori di ricerca Google e dei quotidiani le occorrenze di “skin care” e “skin-care” coincidono)
La parola skincare, anche nelle varianti non univerbate skin care, skin-care, è un prestito integrale dall’inglese skincare che significa letteralmente ‘cura della pelle’ (registrata nell’OED e nel Cambridge Dictionary). Il termine comincia a comparire nei testi in lingua italiana nel 2001 quando alcune case di moda iniziano a investire una parte dei loro proventi nella produzione di cosmetici destinati alla cura specifica della pelle. Fino al 2017 circa il termine viene usato all’interno di nomi propri (come i nomi delle linee di prodotti delle aziende cosmetiche), o in articoli di quotidiani che trattano gli aspetti economici e di marketing del nuovo settore produttivo, soprattutto nel confronto con le avanzate ricerche condotte dalle aziende orientali (coreane e giapponesi). Sempre a partire dal 2017 il termine comincia a fuoriuscire dai testi di carattere economico o specialistico cosmetico e a comparire su blog e siti che si occupano della cura personale della pelle. Nel biennio 2020-2022, la pandemia ha portato a un vero e proprio incremento d’uso della parola sia nei testi che trattano degli aspetti economici legati a questo settore produttivo (infatti, si registra una crescita della produzione cosmetica), sia in quelli che si indirizzano a un vasto pubblico e che descrivono i passaggi e le modalità con cui svolgere la cura personale della pelle. Questa impennata del numero delle attestazioni, che rivela una diffusione nell’uso comune del termine, è dovuta al nuovo rapporto con la propria immagine riflessa che la pandemia ha portato attraverso un impiego maggiore delle video-chiamate e simili. Inoltre l’uso prolungato della mascherina rende necessaria una cura particolare della pelle per le zone che non riescono a “respirare”. Negli ultimi due anni si sono diffusi anche due composti, integralmente prelevati dall’inglese: skincare routine (di genere femminile e assai diffuso) con cui si indicano tutti i vari passaggi per prendersi cura della propria pelle e skincare cocktailing (di genere maschile e meno diffuso rispetto al precedente) cioè la miscela di prodotti diversi per incrementare l’efficacia degli stessi.
Il termine può essere usato anche in maniera aggettivale, secondo un uso quasi “aziendalese”: linea skincare, prodotti skincare sono sintagmi più frequenti di linea di skincare o prodotti di skincare. Rimane aperta la questione del genere grammaticale: nonostante nella maggior parte delle attestazioni sui quotidiani nazionali e sui siti specialistici di cosmetica il termine prevalga al maschile (soprattutto quando ci si riferisce al settore/segmento produttivo e, più raramente, quando si sottintende trattamento), sulle riviste di moda e bellezza, sui blog dedicati alla cura del corpo e simili, si preferisce di gran lunga quello femminile (probabilmente traducendo direttamente la testa del composto care con cura, attenzione o sottintendendo routine, tutte parole di genere femminile). C’è un sostanziale equilibrio nell’uso del genere: quando si fa riferimento al settore produttivo si usa sostanzialmente il maschile, quando invece si parla dei passaggi che compongono il rituale di bellezza quotidiano alla portata di tutti, si preferisce il femminile, anche se non mancano esempi in cui la situazione viene ribaltata.
Infine si rileva la diffusione di altri composti che ricalcano skincare (formati da care ‘cura’) e presi in prestito integralmente dall’inglese, i quali, per ora, non registrano la stessa fortuna del termine in questione: body care (‘cura del corpo’), haircare (anche nelle forme hair care e hair-care, letteralmente ‘cura dei capelli’), sun care (‘cura della pelle e dei capelli al sole’). Di solito questi composti sono di genere maschile.
7 aprile 2022
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