Ambito d'uso: economia, elettronica, fisica, informatica, medicina, musica, psicologia, rete, social media
Ambito d'origine: elettronica, informatica, rete
Neologismo semantico
Categoria grammaticale:
v. trans. usato anche ass.
1. innescare, attivare, far scattare
2. attivare (in senso psicologico), far arrabbiare, pungere nel vivo, provocare, uscire di testa
può essere interpretato come derivato dal sostantivo inglese trigger ‘grilletto, innesco’ con l’aggiunta del suffisso -are (= ‘innescare, far scattare, attivare’) o (specialmente se inteso nel senso di ‘far arrabbiare’) come adattamento del verbo inglese to trigger ‘attivare, innescare’.
1976
“L’utente deve posizionare il cursore grafico su uno dei punti del grigliato da cui intende iniziare un disegno di componente e triggerare il cursore con uno dei comandi grafici a sua disposizione […]” (Atti del Congresso annuale dell’AICA, Associazione Italiana per il Calcolo Automatico, Bari, Edizioni Dedalo, 1976, p. 634).
Periodo di affermazione:
1. anni ’90 del ‘900
2. 2016/2017
Nessuna
Diffusione al: 30 luglio 2019
Google: “triggerare” 12.000 r., “triggera” 88.800 r., “triggerato” 11.200 r., “mi triggera” 5900 r., “ha triggerato” 5000 r., “ho triggerato” 700 r.
“La Stampa”: “triggerare” 1 risultato
“Corriere della Sera”: “triggerato” 1r
Triggerare è usato in molti ambiti con molti significati diversi e più o meno specifici, tutti però riconducibili ai concetti dell’“innescare”, del “far scattare” o del “dare avvio”. Le prime testimonianze del suo impiego, risalenti agli anni ’70, arrivano dalla lingua dell’elettronica e dell’informatica, dove il suo uso è legato al funzionamento di particolari apparecchiature, come l’oscilloscopio, o alla descrizione di precise operazioni tecniche (si triggerano segnali, processi, funzioni ecc.). Di poco successiva (e già consolidata a partire dagli anni ’90) sembra la sua diffusione in altri ambiti specialistici e accademici (medicina, psicologia, economia, fisica, ingegneria, per citarne alcuni), in ognuno dei quali il verbo può essere considerato tecnicismo e assume di conseguenza valori di volta in volta particolari. Triggerare è comunque prevalentemente usato in modo transitivo. Segnaliamo l’eccezione dell’uso in ambito medico-anestesistico, in cui un paziente che triggera (in senso assoluto) è un paziente che inizia un atto respiratorio senza l’ausilio di macchinari. Appare radicato e diffuso l’impiego nell’ambito musicale e in particolare della musica elettronica, dove triggerare uno strumento – nello specifico una batteria – significa rendere il suo suono campionabile equipaggiando le pelli di specifici sensori.
La formazione di triggerare è stata certamente incoraggiata dalla presenza solida in italiano del prestito inglese non adattato trigger ‘innesco, grilletto’, registrato dalla lessicografia (Zingarelli, Gradit, Treccani) che ne data la prima attestazione al 1951 (Zingarelli). I dizionari segnalano l’uso specialistico di trigger in ambito tecnologico, elettronica, economia e medicina: quasi gli stessi settori in cui l’uso specialistico di triggerare sembra più consolidato. Trigger sono, per esempio, le parti che innescano processi in certi apparecchi (interruttori dell’oscilloscopio o di qualsiasi altro strumento tecnico, sensori delle pelli della batteria, ecc.) o, in senso esteso, tutto ciò che è in grado di innescare una reazione (in psicologia si parla, per esempio, di “trigger emozionali”). Anche sui quotidiani la presenza di trigger è tracciabile a partire dagli anni ’70, diffusa a partire dai ’90 e tendenzialmente legata ad articoli specialistici o di divulgazione.
Testimoni della diffusione di triggerare, invece, non sono i dizionari, in cui non è registrato, né i giornali, sui quali, a differenza del sostantivo trigger, il verbo compare solo in casi eccezionali, quanto la letteratura specialistica e il web. In particolare le ricerche sulla rete ci restituiscono un campionario molto vario di esempi d’uso, difficili da isolare per contesto. A partire da questi dati, comunque, è facile comprendere come non sempre il suo impiego sia dettato da specifiche funzionalità degli strumenti usati o aspetti delle operazioni svolte, e come dunque non sempre sia da considerare tecnicismo. In molti casi, triggerare sembra poter essere agevolmente sostituito da avviare, innescare, far scattare.
Recentemente (a partire circa dal 2016), sull’onda della diffusione di un meme identificabile, appunto, con il nome di “Triggered”, la forma triggerare ha acquistato un nuovo significato, strettamente legato agli ambiti d’uso del web, dei social network, dei forum. Qui il verbo può essere usato per descrivere l’azione del “pungere nel vivo”, del “far arrabbiare” o anche dell’“attivare una reazione” (tendenzialmente di rabbia, in più rari casi positiva): in questi nuovi contesti di triggerare sono frequenti anche usi assoluti (“qualcuno triggera”) e intransitivi pronominali (“qualcuno si triggera”), in occasione dei quali il suo significato si avvicina a quello di arrabbiarsi o sclerare. È verosimile interpretare il recente successo di triggerare come un calco del verbo inglese to trigger, il quale compare nelle immagini-meme (al participio passato, triggered) e che nel mondo anglofono è ampiamente usato in ambito psicologico (oltre che in molti altri settori) per indicare l’attivazione di reazioni di rabbia o sofferenza dovute a traumi subiti.
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12 marzo 2020
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