Questa scheda non promuove né ufficializza l'uso della parola
trattata, ma intende fornire strumenti di comprensione e
approfondimento.
vamping
Ambito d'uso: mass media, medicina, nuovi media, psicologia, rete
Ambito d'origine: giovani, nuovi media, social media
Categoria grammaticale:
sost. m. inv.
Definizione
‘La patologia per cui si rimane svegli gran parte della notte a causa della dipendenza dai dispositivi elettronici’
Etimologia
Prestito non adattato dall’inglese: nome d’azione dal verbo (to) vamp ‘vampireggiare’, a sua volta da vamp ‘vampiro’, riduzione di vampire.
Prima attestazione
2014
«Arriva dall’America la nuova moda online che impazza tra gli adolescenti, si tratta del vamping: letteralmente “vampireggiare”». (Francesca, Vamping: l’ultima moda online dei teenager, chedonna.it, 23/7/2014)
Periodo di affermazione:
2018-2021
Presenza sui dizionari
Devoto-Oli 2022
Repertori
Osservatorio della Lingua Italiana della Treccani, Neologismi Ottobre 2014.
Diffusione al: 30 novembre 2021
Google: 15.800 r.
"Corriere della Sera": 9 r. (p.a. 2016)
Archivio "Corriere della Sera": 6 r. (p.a. 2017)
"la Repubblica": 14 r. (p.a. 2014)
"La Stampa": 2 r.
Derivati
Note
La parola vamping è un anglismo non adattato che deriva, attraverso il suffisso -ing tipico del gerundio che forma sostantivi d’azione, dal verbo (to) vamp ‘vampireggiare’, non attestato, assieme al sostantivo in questione, in nessun dizionario “ufficiale” della lingua inglese. La parola comincia a comparire nei commenti degli utenti inglesi di Twitter a partire dal 2008, anno in cui spopola presso i giovani la saga Twilight, i cui protagonisti sono, per l’appunto, dei vampiri. Fino al 2014 il termine vamping viene usato presso le nuove generazioni con l’hashtag #vamping per incontrarsi la notte e rimanere svegli insieme, identificandosi in un popolo notturno. A luglio del 2014 esce un articolo di Laura M. Holson sul “New York Times”, che affronta il fenomeno del vamping da un punto di vista esterno e lo descrive come una dipendenza patologica dovuta all’iperconnessione delle nuove generazioni. Dal 2014 il termine comincia ad essere impiegato in una serie di articoli sulle maggiori testate giornalistiche nazionali in lingua italiana, soprattutto sulla “Repubblica”, sulla “Stampa” e sul “Messaggero”, come testimonia l’Osservatorio della Lingua Italiana sul portale Treccani. Nella lingua italiana la parola vamping non appartiene, come avveniva in inglese, al gergo giovanile, ma entra come forestierismo che indica la patologia, attraverso una visione critica e analitico-scientifica. Le attestazioni appartengono sempre a saggi, articoli e ricerche che approfondiscono la problematica, soprattutto dal punto di vista medico e psicologico: l’Osservatorio dell’Adolescenza, l’Associazione Culturale Pediatri, Telefono Azzurro e Doxa Kids, la Società italiana di Psicopatologia fino all’Istituto Superiore di Sanità inseriscono il termine nelle loro trattazioni. Molte sono le occorrenze sui quotidiani nazionali. Si rileva un uso crescente della parola nel 2018 e poi nel 2021 quando il fenomeno viene studiato come conseguenza delle restrizioni sociali imposte per prevenire la pandemia di Covid-19 accanto alla didattica a distanza, allo smartworking (o lavoro agile) e al distanziamento sociale.
Esempi d'uso
- Scopro ora che rimanere svegli a cazzeggiare di notte su internet si chiama #vamping. Che ansia questa modernità" (tweet di @m4gny del 13/10/2014)
- Gli adolescenti, si sa, sono per adulti fonte di preoccupazione e ansia. Se negli anni ’70 i nostri nonni temevano che i figli fumassero qualche spinello, la nuova frontiera della dipendenza è costituita dal vamping. Per quanto il termine ossa ricordare i vampiri di Twilight o di film affini che tanto vanno di moda, non è una dipendenza dal film dell’orrore, o chissà quale macabra mania, per fortuna. Il vamping è il termine con cui si indica l’abitudine degli adolescenti di passare notti insonni al computer, chattando su Faceboook, divorando serie televisive, fino alle prime luci dell’alba, appunto come vampiri, con ovvi danni alla salute dei ragazzi, che si ritrovano stanchi, affaticati; nei casi più gravi si sono manifestati anche fenomeni di allucinazioni. (Rosa Rita Bellia, La lunga notte dei social: la nuova moda del “vamping” colpisce i giovani, catania.liveuniversity, 17/10/2014)
- Quando diventa buio, per molti adolescenti non è arrivata l’ora di dormire, ma il momento giusto per socializzare, rigorosamente nel mondo virtuale. Si chiama Vamping ed è l’ultima ‘moda’ – se così si può definire – che incentiva i giovani a rimanere connessi tutta la notte per navigare tra un social e l’altro. [...] Siamo di fronte a una patologia da curare? “Piuttosto lo definirei un aspetto sociale importante, da non sottovalutare. Questo disturbo del sonno, causato dal Vamping, può creare un’alterazione dell’umore. Ma allo stesso tempo, può essere un disturbo dell’umore, già presente, a creare la necessità di un rifugio notturno nel web. Ogni adolescente ha una storia a sé. Per aiutarlo a superare questo attaccamento ad Internet – ha concluso Nobili – bisogna capire quale sia l’origine del circolo vizioso che si è instaurato. È davvero il Vamping a causare l’insonnia, o piuttosto l’insonnia è la conseguenza di un disagio sociale?”. (Isabella Faggiano, Vamping, Nobili (neuropsichiatra): “Attenti alle luci del pc, alterano la melatonina”, sanitainformazione.it, 27/3/2018)
- Se poi gli si chiede in quanti riuscirebbe a stare senza smartphone per una giornata, il 26,96% dice di no. “I ragazzi usano il cellulare di notte soprattutto per parlare con altri coetanei. Questo fenomeno si chiama vamping, e ha anche ripercussioni sul rendimento durante la giornata. Se si dorme poco si è meno attenti, meno reattivi. Chattano di notte, molto spesso, perché durante il giorno sono impegnati in altre attività. Questo ci deve far domandare dove sono i genitori. Gli adulti investono più sul futuro che sul presente dei ragazzi”, osserva Lavenia. (Valeria Pini, Smartphone e tablet peggiorano i rapporti in famiglia, repubblica.it, sez. Salute, 23/11/2019)
- Qustodio è un’app di parental control che consente di calibrare i controlli. A partire dal limite di tempo di utilizzo nel corso della giornata, evitando l’uso notturno, il cosiddetto vamping. (Umberrto Torelli, Per controllare i figli sul web meglio attivare subito l’app, “Corriere della Sera”, sez. Media & Hi-Tech, 20/4/2020, p. 36)
- Il “vamping” è una dipendenza che colpisce principalmente ragazzi e adolescenti che passano la notte, o parte di essa, incollati allo schermo di un pc o di uno smartphone. Questo eccesso di connessione con la rete, causa l’inversione del ritmo sonno-veglia, fenomeno che la pandemia ha fatto emergere in modo preoccupante, aggravato anche dall’isolamento dei giovani e dalla didattica a distanza durante il lockdown. (Endrius Salvalaggio, Giovani e sonno. Indagine Fondazione Ars Medica: un bambino su tre sveglio di notte, quotidianosanita.it, 18/10/2021)
Miriam Di Carlo
Approfondimenti e link
20 dicembre 2021