Alcuni lettori segnalano il recente uso di debuttare come verbo transitivo (per es. “debuttare il ruolo” invece del più comune “debuttare nel ruolo”), soprattutto in relazione a testi che parlano di opere liriche. Chiedono se si tratti di un errore o se, invece, sia un costrutto accettabile.
Inquadramento storico
I dizionari storici ottocenteschi – la quinta edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca e il Tommaseo-Bellini – non ospitano la voce debuttare né la sua famiglia (debutto, debuttante) negli usi specialistici del linguaggio dello spettacolo, ossia nel senso di ‘esordire sulle scene’, ‘esordio’, ‘esordiente’, pure se risultano attestate con tali valori nella prima parte del secolo (DELI propone come data il 1813 per il verbo; 1831 per le altre due forme, già documentate nel 1829 in veneziano). GDLI cita la definizione puristica di Costantino Arlia, facilmente alla base delle ragioni dell’ostracismo: “è gallicismo sguaiato da buttare perché Cominciare, Principiare, Esordire possono tenergli luogo” (Lessico dell’infima e corrotta italianità, Milano, P. Carrara, 1890 [18811]). In effetti, il precedente del verbo italiano è il francese debuter (che propriamente si riferiva al fatto di “dare il primo colpo” in alcuni giochi con la palla).
Gli attuali dizionari dell’uso sono concordi nell’attestare sia l’accezione tecnica sia il valore esclusivamente intransitivo del verbo:
Zingarelli 2025: v. intr. aus. avere “esordire sulle scene: la nuova compagnia debutterà domani; debuttò con l’Amleto”
Devoto-Oli 2024: v. intr. “Presentarsi per la prima volta a un pubblico di spettatori o ascoltatori; esordire (anche + a, in) “la nuova compagnia debutterà domani; debuttare alla radio; debuttare nel Rigoletto”
Sabatini-Coletti 2024: v. intr. (aus. avere) “Detto di cantanti, attori e sim., fare la prima comparsa sulle scene davanti al pubblico; freq. con specificazione temporale o locativa” SIN esordire: “debuttò a vent’anni, debuttare alla Scala”
Garzanti Italiano Le Garzantine 2024: v. intr. [aus. avere] “esibirsi in pubblico per la prima volta o dare il primo di una serie di spettacoli; esordire”
Il Nuovo De Mauro: v. intr. (avere) 1831 CO “spec. di cantanti, attori ecc., apparire per la prima volta in pubblico, esordire: ha debuttato nella Traviata”
Vocabolario Treccani online: v. intr. «Presentarsi in pubblico per la prima volta, esordire, detto di cantanti, attori, ecc.; debuttò nel “Rigoletto”»
A tali omogenee indicazioni si conformano i due principali quotidiani italiani. Sfogliando per un anno le pagine del “Corriere della Sera” a ritroso dal settembre 2024, dentro i preponderanti debuttare delle cronache sportive e della politica, la nostra accezione tecnica del mondo dello spettacolo compare sempre secondo la struttura canonica che adotta la forma intransitiva: “David Fray, francese, 42 anni, debutta alla Scala nel concerto in sol di Ravel” (14/2/2024). Sulla “Repubblica” analogamente: “Poi è toccato a lei debuttare al Costanzi in Tosca” (4/7/2024), “Andrò a Strasburgo per debuttare nel ruolo di Adalgisa in Norma” (13/2/2024).
Non manca, però, l’eccezione: “Ma c’è ancora qualche opera che vorrebbe debuttare?” (intervista a Riccardo Muti, 22/2/2024 sulla “Repubblica”). Fa la sua comparsa, cioè, la costruzione basata sul valore transitivo e non più intransitivo del verbo (sul “Corriere”, peraltro, con lieve scarto cronologico all’indietro: «“Un sogno?” “Debuttare Norma e Aida, ma c’è tempo”» (31/10/2023).
Non si tratta, in realtà, di una semplice eccezione, ma propriamente di un nuovo specifico scenario: nella lingua soprattutto del mondo della lirica e della danza, infatti, debuttare è oggi usato prevalentemente come transitivo. Le attestazioni sono molto numerose, sia nelle recensioni di spettacoli, sia in bocca agli artisti nelle interviste («un’esperienza straordinaria con Leonide Massine, prima con “Le laudi evangeliche” debuttate a Perugia e poi alla Scala e poi sempre con Massine alla Scala “Fantasmi al Grand Hotel”»; Michele Olivieri, Intervista a Liliana Cosi, “Sipario” 7/5/2018), o nelle loro biografie («Nel 2016 debutta il ruolo di Figaro nel Barbiere di Siviglia al Teatro Venarìa di Torino […] Febbraio 2017 debutta Sharpless nella Madame Butterfly di Puccini presso il Teatro di Mede […] Luglio 2017 debutta Don Alfonso in “Così fan tutte” di W.A.Mozart», a proposito del baritono Daniele Muratori Caputo; “Nel 2024 inaugura la stagione del Teatro Comunale di Bologna, debuttando il ruolo del Cavaliere Des Grieux, con Manon Lescaut di Giacomo Puccini” a proposito del tenore Luciano Ganci) e anche in contesti come “Fabbrica” Young Artist Program: programma d’inserimento artistico del Teatro dell’Opera di Roma (IV edizione, 2022), dove si legge che “I cantanti possono debuttare numerosi ruoli da cantante in palcoscenico, in base alle esigenze di programmazione”.
E si va anche, con questi usi, parecchio indietro nel tempo, sicuramente lungo entrambi i decenni del nostro secolo. Un fattore importante a cui fare riferimento per inquadrarli sta nella coesistenza del valore intransitivo con quello transitivo dentro l’inglese to debut. Questa può avere avuto un’influenza determinante sulla fortuna di quella che potremmo considerare un’influenza dell’inglese sull’italiano.
Una valutazione quantitativa
Secondo i principali dizionari dell’uso, in inglese to debut è usato come verbo intransitivo, nel senso di “fare il proprio debutto”, soprattutto in riferimento a un artista o a uno spettacolo. Il Collins online ne segnala l’ingresso in inglese dal francese verso la metà del Settecento (ma l’OED Oxford English Dictionary online ne posticipa di ottant’anni, al 1830, l’impiego come verbo, peraltro sempre intransitivo). Per quanto riguarda la variante britannica, nel Collins compare solo l’accezione intransitiva (definita come to make a debut [fare il proprio debutto]) per quanto riguarda la variante britannica, mentre in American English risulta presente anche l’uso transitivo (to present for the first time [presentare per la prima volta]). Gli esempi forniti all’interno della voce riguardano il settore dello spettacolo:
to perform (something) for the first time before an audience
He didn’t know when the orchestra would debut his new symphony
[rappresentare (qualcosa) per la prima volta in pubblico
Non sapeva quando l’orchestra avrebbe debuttato la sua nuova sinfonia]
unitamente al settore economico-commerciale:
to place on the market for the first time; introduce.
[immettere sul mercato per la prima volta; presentare]
Il Cambridge Dictionary online è più stringato e indica la possibilità dell’uso intransitivo o transitivo ma, nel secondo caso, l’esempio fornito è solo vagamente rapportabile al campo delle arti e dello spettacolo:
The museum recently debuted a brand-new, never-before-seen exhibit, “Living in Space”.
[Il museo ha di recente debuttato una mostra nuovissima e inedita: “Living in Space”]
Gli approfondimenti che vengono forniti sulla stessa pagina web spostano il campo di applicazione di debut al settore merceologico:
if a company debuts a product, service, or share, or if it debuts, it becomes available to the public
for the first time:
The company has recently debuted its new website.
Drug discount cards, approved by Medicare, debuted last year.
[se un’impresa debutta un prodotto, un servizio o un titolo di borsa, o se è il prodotto stesso a debuttare, quest’ultimo diventa per la prima volta disponibile al pubblico:
L’impresa ha debuttato di recente il suo nuovo sito web.
I buoni sconto sulle medicine, approvate dal Servizio Sanitario, hanno debuttato l’anno scorso.]
Sempre a proposito dell’uso transitivo del verbo, l’Oxford Advanced Learner’s Dictionary recita:
debut something (especially North American English, business) (of a product or advertising campaign) to be presented to the market for the first time; to present a new product or advertising campaign to the market
They will debut the products at the trade show.
The market debuted its ‘Get Fresh’ campaign last fall.
They have promised to debut the software by the end of the year.
[debuttare qualcosa (soprattutto inglese nordamericano, settore commerciale) (di un prodotto o campagna pubblicitaria) essere immesso sul mercato per la prima volta; presentare un nuovo prodotto o una nuova campagna pubblicitaria sul mercato
Debutteranno i prodotti alla fiera campionaria.
Il mercato ha debuttato la campagna “Get Fresh” lo scorso autunno.
Si sono impegnati a debuttare il software entro la fine dell’anno.]
Anche il dizionario americano Merrian-Webster presenta come seconda l’accezione transitiva, senza specificare alcuna marca d’uso:
to present to the public for the first time; introduce
debut a new product.
[immettere sul mercato per la prima volta; presentare
debuttare un nuovo prodotto.]
È interessante notare che anche i più recenti dizionari bilingui inglese-italiano, come l’edizione del 2020 del Garzanti Hazon e del 2023 del Ragazzini, non riportano l’uso transitivo né di to debut né di debuttare.
Inoltre nessuno dei dizionari consultati segnala eventuali differenze nella datazione in inglese dei due impieghi del verbo, intransitivo e transitivo. In generale, poiché negli esempi che illustrano i vari usi, spesso tratti dal web, prevale la variante intransitiva, si può ipotizzare che inizialmente debut sia stato utilizzato in stretta connessione al mondo dello spettacolo, e poi si sia spostato verso le attività commerciali, forse anche modificando la struttura dei suoi argomenti e accettando un oggetto diretto.
Per verificare queste ipotesi proviamo a condurre qualche piccola indagine con il servizio NGram Viewer di Google Books, che mette a disposizione corpora di testi di vario tipo in più lingue. In inglese (senza differenziare tra britannico e americano), l’uso transitivo sembra essere recente (dalla seconda metà degli anni Ottanta del Novecento), e con una notevole tendenza all’aumento della frequenza, come dimostra l’andamento temporale del sintagma “debuted the role” (debuttare il ruolo), mentre il costrutto intransitivo “debuted in the role” (debuttare nel ruolo) compare sporadicamente nel corpus oltre un secolo prima, e la sua presenza si fa costante all’inizio degli anni Settanta, pur non conoscendo mai il successo recente dell’omologo costrutto transitivo:
La forma del passato della voce verbale debuted è stata selezionata per assicurare che i risultati dello spoglio non comprendano anche il sostantivo, oltre a facilitare il successivo confronto con l’italiano. Detto questo, quello transitivo sembra essere comunque un uso minoritario: se chiediamo a NGram Viewer di tracciare il grafico di debuted in base alle forme che seguono immediatamente il verbo, vediamo che la linea azzurra evidenziata nel grafico qui sotto, che corrisponde al primo uso potenzialmente transitivo (potenzialmente, perché “debuted the” potrebbe introdurre un’espressione temporale), è molto meno frequente di altri usi intransitivi, peraltro già rilevati a partire almeno dagli anni ’40 del Novecento:
Che il campo semantico dominante sia quello dello spettacolo (musica, cinema e teatro) lo si evince dai principali sostantivi (se si escludono le solite espressioni temporali) che seguono debuted nel corpus angloamericano considerato: series (‘serie televisiva’), film, album, chart (‘classifica’) e feature (che può corrispondere a ruolo, numero o parte). Anche in questo caso, se si esclude l’occasionale “gobba” all’inizio dell’Ottocento, diverse combinazioni con debuted fanno la loro comparsa nel corpus poco prima del 1940:
Se passiamo all’italiano, il confronto tra le stringhe “debuttato nel ruolo” e “debuttato il ruolo” si risolve a favore della prima variante, quella intransitiva, che compare subito dopo il 1940, registra un picco negli anni ’90, in corrispondenza del “debutto” della variante transitiva, per poi avere alterne fortune nel XXI secolo. “Debuttato il ruolo” compare sul finire del XX secolo, registra una vera e propria impennata nel primo decennio del XXI secolo per poi, misteriosamente, scomparire:
Per il resto, le frequenze d’uso rilevate nel corpus italiano di NGram Viewer rispecchiano ciò che abbiamo già rilevato per l’inglese. La prima combinazione che potrebbe indicare un uso transitivo è “debuttato il” (tratteggiato dalla linea verde in evidenza nel grafico qui sotto, ma non sono escluse espressioni di tempo come “ha debuttato il mese scorso”), comunque molto meno frequente delle stringhe che indicano usi sicuramente intransitivi in virtù delle preposizioni e congiunzioni che compaiono dopo il verbo:
Conclusioni
Alla luce degli spogli illustrati sopra possiamo concludere che, nella lingua italiana, il verbo debuttare fa il suo ingresso dal francese débuter nei primi decenni del XIX secolo, per riferirsi alla prima apparizione in pubblico di cantanti, attori e simili, e poi (per estensione), nel significato di ‘dare inizio a un’attività o carriera’. A tutt’oggi nessuno dei dizionari italiani consultati (nemmeno quelli bilingui) riporta la possibilità di un uso transitivo del verbo, che in francese viene invece registrato come “raro” dal Trésor de la Langue Française informatisé e come da evitare (“emploi critiqué”) dal Larousse:
Éviter de donner à ce verbe intransitif un complément d’objet direct, sur le modèle de commencer (*débuter la séance avec la lecture de l’ordre du jour). Bien que très fréquente aujourd’hui, cette construction n’est pas admise par le bon usage.
[Evitare di attribuire un complemento oggetto a questo verbo intransitivo, secondo il modello di cominciare (*debuttare la seduta con la lettura dell’ordine del giorno). Benché sia oggi molto frequente, questo costrutto non è ammesso nell’uso corretto della lingua.]
È quindi probabile che il recente successo, in italiano, della forma transitiva sia dovuto all’influenza dell’inglese, oggi sicuramente la lingua di maggiore prestigio a livello globale, che la ammette (specie nella variante americana) senza particolari resistenze, e non solo nel campo specifico dell’opera lirica, del cinema e della musica. Resta da vedere quanto, in futuro, l’uso transitivo di debuttare si farà strada in Italia anche al di fuori della cerchia di melomani e cinefili.
*Ai fini dell’attribuzione d’autore, Gabriella Cartago ha redatto la sezione Inquadramento storico, Stefano Ondelli Una valutazione quantitativa. Le conclusioni sono frutto di una stesura congiunta.
Gabriella Cartago
Stefano Ondelli
19 febbraio 2025
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