Eccentrico all’ambiente… è espressione ammissibile?

Un lettore chiede se “eccentrico all’ambiente”, espressione da lui usata nei confronti di una persona il cui “temperamento non collimava con quel dato gruppo sociale” sia ammissibile.

Risposta

Nel trattare della liceità dell’espressione “eccentrico all’ambiente” si dirà, in primo luogo (§ 1.), dell’origine dell’agg. it. eccentrico alla cui base sta un nobilissimo aggettivo greco: ἔκκεντρος, -ον / ékkentros, -on ‘fuori da un centro’. Quindi (§ 2.) si farà cenno alla ricezione di tale aggettivo greco in latino: primariamente quale termine dotto e nella forma (grecizzante) eccentrus; successivamente nel latino medievale e poi in quello umanistico (e sempre per via dotta), nelle forme excentricus/eccentricus, composti parasintetici formati dal prefisso ex- + lat. centrum ‘centro’. Quanto alle attestazioni in italiano dell’aggettivo eccentrico, se ne riferiranno alcuni esempi (§ 3.) distinti secondo l’àmbito tecnico-scientifico/astronomico (§ 3.1.) e alcuni suoi valori traslati (§§ 3.2.; 3.2.1.). Successivamente (§ 4.) si segnaleranno esempi di reggenze di tale aggettivo sulla base di dati tratti da fonti lessicografiche tradizionali e da corpora informatici. Si discuterà infine (§ 5.) la liceità dell’espressione “eccentrico all’ambiente…” nell’italiano contemporaneo e si esprimerà un parere in merito al quesito posto dal cortese lettore.

1. Alla base dell’aggettivo it. eccentrico sta l’aggettivo gr. ἔκκεντρος, -ον / ékkentros, -on (< ἐκ-/ek- ‘fuori’ + κέντρον/kéntron ‘centro’), voce d’àmbito tecnico-scientifico/astronomico indicante ‘fuori da un centro’ > ‘che non occupa un punto cardinale’ in relazione a corpi celesti caratterizzati dal non avere quale centro la Terra. In tale senso gr. ἔκκεντρος, -ον / ékkentros, -on ricorre in opposizione al parallelo aggettivo ἔγκεντρος, -ον / égkentros, -on (< ἐν-/en- ‘in’ + κέντρον/kéntron ‘centro’) ‘che sta in un centro’ > ‘che fa riferimento a un punto cardinale’: così – stando ai dati registrati in lessici della grecità linguistica (cfr., in particolare, Liddell-Scott, 1996, p. 508) – presso gli astronomi Cleomede (sec. II a. C.: De motu Circulari Corporum Caelestium i.6) e Gemino da Rodi (sec. I d.C.: Isagoge i.34); così presso l’astronomo e matematico Claudio Tolomeo (sec. II d.C.: Mathēmatikḕ sýntaxis / Almagesto 3.3.); e, anche, presso l’astrologo Vettio Valente (sec. II d.C.: Anthologia, 97.11). Il relativo sostantivo – ἐκκεντρότης, -ητος / ekkentrótēs, -ētos ‘eccentricità’ –, sempre d’àmbito tecnico-scientifico/astronomico, è attestato dal filosofo e storico della scienza Eudemo da Rodi (secc. IV-III a.C.: Leonardus Spengel, Eudemi Rhodii peripatetici fragmenta quae supersunt, Berlin, Calvary, 1870).

2. In latino – e come grecismo secco, e cioè sia nella forma eccentros, sia in quella latinizzata eccentrus – l’aggettivo in questione ricorre quale termine del lessico tecnico-scientifico/astronomico in Marziano Capella (secc. IV-V) ed è spiegato come “extra centrum positum … quo fit, ut terra solaris circuli non sit, sed eccentros habeatur”. Nel latino medievale (e poi in quello umanistico) – e sempre come voce relativa all’ambito tecnico-scientifico/astronomico –, accanto a eccentrus, ricorre anche excentricus: così presso Alberto Magno (sec. XIV): Sententiae 2.2.5.: “habet sol […] motum excentricum”; Caelestia 1.1.3.: “…ponit excentricos et epicyclos et centra diversa…” (Du Cange 1887, s.v.; Forcellini, 1965, s.v.).

3. In italiano l’agg. eccentrico appare attestato in tempi diversi e secondo due valori semanticamente distinti: quale grecismo d’àmbito tecnico-scientifico/astronomico, quindi di tradizione dotta e mediato attraverso il latino medievale, ricorre dal sec. XIII nel significato di ‘che è fuori dal centro, che non ha il medesimo centro’; poi, in una fase temporale molto più tarda (e cioè dal sec. XIX), è documentato nel valore esteso/traslato di ‘che è fuori dalla norma, estraneo alla consuetudine; bizzarro, stravagante, singolare’: in tal senso, si ha a che fare con un calco – condannato peraltro dai puristi del sec. XIX, stando al DELI, p. 503 – o sul fr. excentrique (a. 1657, prima attestazione) o sull’ingl. eccentric (a. 1685, prima attestazione).

3.1. Nel significato tecnico-scientifico/astronomico ‘Che non ha il medesimo centro; Che non è intorno al medesimo centro; detto di circoli, sfere e simili’ o, in quello della geometria, detto di figure simili che, pur contenute l’una nell’altra, non hanno però lo stesso centro, l’agg. eccentrico (inteso come opposto a concentrico) è attestato per la prima volta (cfr. GDLI, vol. V) in Ristoro d’Arezzo (a. 1282: La composizione del mondo, 13: E troviamo che li centri delli grandi cerchj, i quali son chiamati deferenti, sono fuori del centro della terra... E potemli chiamare eccentrici, imperciocchè li centrici loro son fuori del centro della terra”. Ricorre poi in Benedetto Varchi per indicare, nel sistema tolemaico, il moto circolare dei pianeti descritto sopra circonferenze (epicicli) il cui centro si trova su un’altra circonferenza avente il centro fisso, non nel posto occupato dalla Terra (B. Varchi, Lezioni sul Dante, XVII Sopra il secondo canto del Paradiso, in Id., Opere, vol. II, Trieste, Lloyd Austriaco, 1859, p. 425: “secondo Aristotile non si danno né gli eccentrici né gli epicicli”); quindi in Galileo Galilei (G. Galilei, Trattato della Sfera ovvero Cosmografia [1597], in Id., Opere, a cura di Eugenio Albèri, 15 voll., Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1842-1856, tomo III, 1843, p. 43: “Movendosi [la luna] nel proprio cerchio, cammina con eguale velocità; ma riferita al zodiaco, in esso cammina disugualmente per essere il suo cerchio eccentrico…”). Nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) l’agg. eccentrico è così spiegato: “Che non è sopra ’l medesimo centro. Gli Astrologi dicono in Lat. eccentricus – Com. [L’ottimo commento della Divina Commedia] Par. 7.: “il circolo breve del pianeto [sic!] è quello, il cui centro si muove sopra la circumferenza del Cielo, detto eccentrico”. Da segnalare anche l’uso dell’agg. eccentrico in forma sostantivata: così nel lessico settoriale della meccanica, nel valore di “disco/argano che, nelle macchine, serve a cambiare il moto circolare continuo in moto rettilineo alternativo, e viceversa” (cfr. Tommaseo-Bellini, s.v.; VOLIT, s.v.; Devoto-Oli 2013 e 2017 s.v.).

3.2. A partire dal sec. XIX e poi in tutto il sec. XX, l’agg. eccentrico ricorre sia nel valore figurato di ‘distante da un punto considerato come centro’, sia anche, per traslato, nel valore di ‘bizzarro, originale, stravagante, fantasioso, raffinato, esuberante, sofisticato’ (§ 3.2.1.), come si evince dai dati tratti dal GDLI, vol. V, pp. 13-14): Vincenzo Gioberti, Il gesuita moderno. Apologia, 1846-1847, p. 115: “L’Italia ebbe sempre … varietà nei diversi stati eccentrici dall’incivilimento diffusi per tutta la penisola”; Giuseppe Mazzini, Scritti editi ed inediti, 1897, p. 283: “la musica è segregata […] si è ristretta a una sfera di moto eccentrico, individuale”; nel valore di ‘distante dal centro di una città (strade, quartieri, locali) o dai centri più importanti (regioni, luoghi abitati)’, l’agg. eccentrico ricorre in Giovanni Rajberti, Il viaggio di un ignorante, 1857, p. 103: “Gli ‘omnibus’ vanno più raramente in quelle parti eccentriche”; in Carlo Pisacane, Saggi storici, politici, militari sull’Italia, 1868-60, p. 63: “Annibale evitò le vie eccentriche, scelse l’intermedia che menava dritto ad Arezzo”.

3.2.1. Nel valore di ‘bizzarro, originale, stravagante, fantasioso, raffinato, esuberante, sofisticato’, l’agg. eccentrico – sostantivato a partire dal sec. XIX – ricorre (e traggo ancora dati dal GDLI, vol. V, p. 14) in Francesco De Sanctis, Letteratura italiana, 1870, p. 92: “Alfieri era tenuto una singolarità, o, come si direbbe oggi, un eccentrico”; quindi, come mero aggettivo, in Riccardo Bacchelli, Oggi, domani e mai, 1932, p. 341: “[…] l’aspettava nell’automobile graziosa di un’amica eccentrica e mascolinizzata, pittrice”. Di nuovo, e relativamente alla stessa sfera semantica, l’agg. eccentrico – di nuovo ancora sostantivato e nel significato di ‘artista di varietà che esegue numeri vari’ – è attestato in Lorenzo Montano [pseud. di Danilo Lebrecht], Carte nel vento, 1923, p. 263: “eccentrici […], così si chiamavano in caffè concerto i cantanti che cambiavano costume a ogni pezzo…”. Onde le espressioni del tipo “vestire in modo eccentrico”, “giudicare qualcuno come eccentrico”, “suonare eccentrico” ecc.

4. Quanto alle reggenze dell’aggettivo eccentrico, va detto che, nelle fonti lessicografiche consultate (GDLI, vol. V, GRADIT, Devoto-Oli 2013 e 2017, VOLIT, Gabrielli 2019, GDLIM, Sabatini-Coletti 2008), non appaiono testimonianze di reggenza sintattica (fatta eccezione per il caso di Gioberti (citato nel § 3.2.): “diversi stati eccentrici dall’incivilimento diffusi per tutta la penisola…”). Di contro, invece, la consultazione dei materiali lessicali registrati nel sito Italian Web 2020 (itTenTen20) offre dati interessanti in cui l’aggettivo è seguito dalla preposizione a: oltre al consueto valore tecnico-scientifico/astronomico dell’agg. eccentrico ([1]: “eccentrico a un punto astronomico”), notevoli ne sono i valori traslati/figurati ([2]: “eccentrico a sé stesso / eccentrico a sé stessa”; [3]: “eccentrico a un calcolo”; [4]: “eccentrico a variazioni”).

Di seguito, alcuni esempi:

[1] “eccentrico a un punto astronomico”

[...] la Terra è immobil al centro del Cosmo, ma i sette pianeti ruotano ognuno su un proprio cerchio il cui centro non coincide con la Terra ma è, appunto, eccentrico a questa… (unical.it)

[2] “eccentrico a sé stesso / a sé stessa / a sé stessi / a noi stessi”

anche se resta da chiedersi, per Barbaras, in che misura un corpo eccentrico a sé stesso riesca davvero a garantire l’incontro […] Con Levinas il campo dell’alterità è affrontato senza conferire all’essere altro la determinazione di una identità con me… (kainos.it)

il lavoro conoscitivo della psicoanalisi ha la sua messa a fuoco nell’area di compenetrazione tra la rappresentanza logica e quella non logica della realtà: è una scienza eccentrica a sé stessa che indaga l’intero campo scientifico…   (psychiatryonline.it)

Nel suo importante testo ‘Technologies of gender’ la De Laurentis pone la sua visione del soggetto come processo eccentrico a sé stesso, cioè molteplice e scisso secondo un numero vasto di variabili… (musil.it)

[3] “eccentrico a un calcolo”

Il bambino tenta di reperire la logica degli spostamenti della madre, ma presto scopre l’impossibilità di questa operazione. La madre risulta eccentrica a questo calcolo, i suoi spostamenti sono indipendenti da qualsiasi regolarità (psychomedia.it)

[4] “eccentrico a variazioni”

Buxtehude in quest’opera ci guida all’esplorazione di un universo sonoro ricco di espressione […] alternando una scrittura libera a fughe rigorose, temi eccentrici a variazioni canoniche, dissonanza a danze… (orfeonellarete.it)

5. Conclusioni

Dagli esempi riportati (§ 4. [1-4]) emerge in modo evidente che la struttura sintattica “eccentrico a + N” appare attestata solo in tempi relativamente recenti al pari – anche e del resto – dell’uso sostantivato dell’agg. eccentrico nel valore di ‘persona che si distingue per originalità, stravaganza, raffinatezza ecc.’.

Isolata (§ 3.2.) è la struttura “eccentrico da + N”; mentre frequenti attestazioni della struttura “eccentrico a + N” sono riscontrabili nei dati registrati nel sito Italian Web 2020 / ItTenTen20. Quanto ai loro semantismi – fatta eccezione per un’unica attestazione dell’agg. “eccentrico a + N” nella tradizionale accezione del lessico tecnico-scientifico/astronomico (unical.it: “la Terra è immobil al centro del Cosmo, ma i sette pianeti ruotano ognuno su un proprio cerchio il cui centro non coincide con la Terra ma è, appunto, eccentrico a questa [sc. Terra]…”) –, dominano senz’altro e in modo vistoso esempi relativi a due specifici e settoriali àmbiti semantici: quello della psicoanalisi e quello della psichiatria in espressioni in cui sono evocati individui segnati da difficoltà di relazione interpersonale. In tali casi la struttura “eccentrico a + N” pare ricalcare usi paralleli del tipo “estraneo a… / indifferente a…”.

A mio parere, l’espressione “eccentrico all’ambiente” può essere considerata accettabile sia dal punto di vista grammaticale che, parimenti, da quello semantico. Se mai, potrebbe essere sostituita da forme parallele che prevedano locuzioni avverbiali del tipo “eccentrico rispetto a… / in relazione a... / relativamente a…”. E quindi: “eccentrico rispetto all’ambiente / eccentrico in relazione all’ambiente / eccentrico relativamente all’ambiente”. Ma si tratta, in ogni modo, di scelte individuali, a mio parere comunque tutte possibili e tutte accettabili.

Nota bibliografica:

  • Gian Biagio Conte, Emilio Pianezzola, Giuliano Ranucci, il Latino. Vocabolario della lingua latina, Firenze, Le Monnier, 2010.
  • Giacomo Devoto, Avviamento alla etimologia italiana. Dizionario etimologico, Firenze, Le Monnier, 1967.
  • Carolus Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis auctum a D. P. Carpenterii, Niort, L. Favre Imprimeur-Éditeur, 1887.
  • Egidio Forcellini, (et al.), Lexicon totius Latinitatis, 6 voll., Bologna, Forni/Padova, Gregoriana, 1965.
  • Aldo Gabrielli, Grande dizionario Hoepli italiano, Milano, Editore Ulrico Hoepli, 2019.
  • GDLIM - Grande Dizionario della Lingua Italiana Moderna, 5 voll., Milano, Garzanti, 1998-1999.
  • Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon, Oxford, Clarendon Press, 1996.

Emanuele Banfi

19 marzo 2025


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