La tequila o il tequila?

Diversi lettori e lettrici chiedono quale sia il corretto genere di tequila in italiano.

Risposta

La tequila o il tequila?

Tequila ‘liquore originario dell'omonima città messicana, ottenuto dalla distillazione delle foglie di una specie di agave’ è in italiano un prestito dallo spagnolo. In questa lingua tequila è maschile. Indagando un po’ su questo liquore, si scopre presto che ne esistono diverse varietà, tra cui tequila blanco (non invecchiato e imbottigliato subito dopo la distillazione, o invecchiato non più di due mesi), tequila reposado (invecchiato più di due mesi ma meno di un anno in botti di quercia), tequila añejo (invecchiato tra uno e tre anni in piccole botti di quercia). Data la vicinanza tra la lingua italiana e quella spagnola, è facile riconoscere che gli aggettivi che descrivono queste varietà sono maschili: i conoscitori di tequila, quindi, usano il nome al maschile anche in italiano, come testimonia anche il fatto che in italiano le tre varietà sono denominate rispettivamente bianco, riposato e annoso, con aggettivi accordati al maschile.
In questo caso, il genere viene assegnato al prestito tequila ricalcando il genere che il nome ha nella lingua di origine, genere che è conosciuto dagli esperti della materia, anche perché è facilmente riconoscibile per la somiglianza tra le due lingue (come si è detto, un parlante italiano riconosce molto facilmente che spagnolo blanco equivale a italiano bianco, e reposado a riposato). Gli esperti e/o appassionati di tequila quindi insistono molto sul fatto che il nome in italiano si debba usare come maschile. Si legga ad esempio questo incipit di un articolo su come si beve questo liquore: “Rigorosa premessa: la corretta declinazione di genere per questo distillato è al maschile. Si dice quindi il tequila e non la tequila”.
I dizionari della lingua italiana, però, registrano la voce come sostantivo femminile. L’assegnazione di genere femminile si spiega nel modo seguente: parlanti italiani non esperti della materia, e quindi ignari del genere che tequila ha in spagnolo, hanno assegnato spontaneamente a questo prestito il genere femminile perché il nome termina in -a, che è la terminazione più tipica per i nomi femminili in italiano. Si osservi che è stato adottato in italiano come femminile anche il nome sauna, prestito dal finlandese, lingua nella quale non si ha la categoria di genere (e quindi non è possibile l’opzione di assegnare a un prestito dal finlandese il genere che ha nella lingua di origine). In assenza di questa opzione (che, anche per prestiti da lingue dotate di un sistema di genere, è comunque possibile solo nel caso in cui i parlanti della lingua che riceve il prestito siano in grado di conoscere il genere che il nome preso a prestito ha nella lingua di origine), i parlanti italiani spontaneamente hanno trattato sauna come femminile, in virtù del fatto che termina in -a. Lo stesso criterio avrà guidato l’assegnazione del femminile a tequila, da parte di parlanti italiani inconsapevoli del genere che la voce ha in spagnolo.
Non è sempre possibile prevedere in base a quale criterio un prestito riceverà il suo genere in italiano. Diversi studi (riassunti recentemente da Raffaella Setti) hanno mostrato che tra le strategie usate si ha sia il replicare il genere che il nome ha nella sua lingua di origine (se questa lingua ha un sistema di genere uguale a o almeno compatibile con quello della lingua che accoglie il prestito, ed è conosciuta almeno parzialmente dai parlanti che usano per primi il prestito), sia assegnare il genere in base a un criterio fonologico (per l’italiano, la terminazione) o semantico (ad esempio, assegnando al prestito lo stesso genere di un nome pre-esistente nella lingua che accoglie il prestito che sia percepito come traducente o iperonimo del prestito).
Il genere di tequila in italiano è quindi oggetto di variazione tra diversi gruppi di parlanti, in relazione alla loro conoscenza più o meno approfondita del referente e delle sue caratteristiche. Questo caso è simile a quello di flûte nel senso di ‘calice da champagne’, usato prevalentemente al maschile (per influsso appunto di ‘calice’ o dell’iperonimo ‘bicchiere’), ma femminile per coloro che conoscono il francese, lingua ancora di prestigio in settori come la gastronomia, l’enologia, l’arredamento, la moda, e, soprattutto, a quello di samba, entrato in italiano come femminile, ma il cui uso al maschile, conforme al genere che il ballo ha nel portoghese brasiliano, pur se minoritario, appare in crescita. Anche nel caso di tequila, come in quello di flûte, non si vede la necessità di consigliare o sconsigliare una delle due opzioni (si osservi che anche tequila maschile, come flûte femminile, è una scelta “snobistica”, che sottolinea una maggior familiarità da parte del parlante con il referente e la sua origine). In italiano i nomi maschili in -a sono numerosi e ben saldi nell’uso: si pensi a grecismi come clima, tema, problema, ai nomi designanti persone di sesso maschile derivati in -ista o composti con l’elemento -iatra, nonché ad atleta, poeta, e vari prestiti designanti umani di sesso maschile, quali sosia, ulema, lama ‘monaco tibetano’. Infine, si può segnalare che, in un’area semantica vicina a quella di tequila, si usano come maschili in -a nomi di vini e spumanti quali il barbera (attestato e registrato dai dizionari però anche come femminile) e il Franciacorta.


Anna M. Thornton


 

24 febbraio 2017


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