Rispondiamo ai numerosi quesiti giunti alla nostra redazione pubblicando questa risposta di Mara Marzullo apparsa su La Crusca per Voi (n° 32, aprile 2006, p. 8) sui nuovi significati di intrigante e suggestione.
Nuovi significati di intrigante e suggestione
Per l'attuale uso di suggestione è d'obbligo il riferimento all'inglese, ma si rende anche necessario ricostruire la storia di questa parola dalla base latina. Dal punto di vista etimologico, dal latino SUGGERERE (tra gli altri, 'suggerire, ispirare, consigliare') deriva il verbo italiano suggerire, da cui suggerimento, col suffisso -mento che serve a formare da un verbo un nome maschile (appunto deverbale) che indica un'azione o il suo risultato. Questo sostantivo è attestato comunque solo a partire dalla metà del Settecento col significato di 'consiglio, orientamento su ciò che è opportuno fare', in senso soprattutto positivo.
Ma il latino conosce anche SUGGESTIO che, oltre ad indicare la figura retorica con cui l'oratore fa una domanda ed aggiunge allo stesso tempo la risposta, significa 'suggestione, ammonimento, avviso, consiglio'. In italiano ne deriva suggestione che indica il processo psichico per cui un individuo accetta un'opinione di altri senza una valutazione critica, una tentazione, uno stimolo, perlopiù in senso negativo.
Con l'entrata settecentesca di suggerimento le due parole si allontanano ulteriormente, mentre dal latino l'influenza arriva anche ad altre lingue, in particolare al francese e quindi all'inglese, in cui suggestion ha il significato di 'consiglio, suggerimento'. A questo punto il fascino dell'anglismo favorisce l'impiego di suggestione di cui si discute, documentabile dalla metà del Novecento, se nell'edizione postuma del Dizionario moderno di Alfredo Panzini (a cura di B. Migliorini e A. Schiaffini, Milano, Hoepli, 1942, s.v.) si registra che questa voce «usata in psicologia ed in filosofia, e quindi nel linguaggio comune, per influsso, efficacia, azione che persone e cose operano su noi senza il concorso diretto del nostro volere e del nostro pensiero» si impiega «anche, per influenza inglese e francese, con il significato di suggerimento». Pertanto, a questo uso di suggestione sembrano contribuire certo la storia di antico latinismo della parola da sempre presente in italiano e documentata ma insieme indubbiamente la spinta inglese (cfr. Ivan Klajn, Influssi inglesi nella lingua italiana, Firenze, Olschki, 1972, p. 124). Ad ogni modo, si tratta di un significato ancora non registrato dai vocabolari più recenti (come il Sabatini Coletti Dizionario della lingua italiana 2004, Milano, Rizzoli Larousse, 2003) o registrato come «vocabolo raro, di basso uso» con questo valore (nel Grande dizionario italiano dell'uso di Tullio De Mauro, Torino, UTET, 1999-2000, con aggiornamento del 2003).
Altro caso è quello di intrigante. Dal latino INTRICARE ('imbrogliare, imbarazzare') deriva il verbo italiano intricare (e la forma di origine settentrionale intrigare), attestato da sempre nella lingua italiana per 'avvolgere, intrecciare' e di qui per 'tramare imbrogli, raggiri'; il vicino aggettivo intrigante viene da più parti indicato come un sicuro francesismo (come suggerisce anche la forma), sebbene intriguer e intrigue siano a loro volta introdotti nel francese dall'italiano nel Cinquecento (così Andrea Dardi, Dalla provincia all'Europa. L'influsso del francese sull'italiano tra il 1650 e il 1715, Firenze, Le Lettere, 1992, pp. 446-447).
Comunque, il significato di 'coinvolgente, interessante, accattivante' è accolto dai dizionari dell'uso più aggiornati: il GRADIT indica come data di prima attestazione della parola con questo significato il 1985 e rinvia all'inglese intriguing (mentre il lemma in generale è datato 1797 da Paolo Zolli, Retrodatazioni di francesismi settecenteschi, in «Lingua nostra», XXV (1), 1964, pp. 11-17 (14), ma «documentato con continuità dalla metà del Settecento», sempre per Dardi). Per l'inglese soccorre la versione in Rete dell'Oxford English Dictionary: intriguing significa anche 'ciò che suscita interesse o curiosità'; alla voce intriguant non si trova nulla di valore analogo, ma il verbo to intrigue ha già nell'aggiornamento cartaceo del 1976 la definizione di 'suscitare curiosità, interesse o affascinare', glossato come «a modern gallicism» ("un moderno gallicismo"). Le trésor de la Langue Française informatisé (anch'esso in Rete) offre esempi per questo valore non all'aggettivo intrigant, ma al verbo intriguer.
Nella terminologia linguistica, il caso di una parola che, avendo un suo significato in una lingua, per analogia con una parola di forma simile di un'altra lingua ne acquista un altro (che in alcuni casi finisce col soppiantare il primo) si chiama calco semantico. Il fenomeno è molto frequente in tutte le lingue e anche in italiano (ad esempio, avviene quando si usa realizzare col significato di 'capire, comprendere' dall'inglese to realize) e in alcuni casi comporta la definitiva perdita del significato originario della parola in favore di quello nuovo: è avvenuto così per autorizzare, che non si usa più per 'rendere autorevole' ma come 'permettere' sul francese autoriser. (cfr. Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, diretto da Gian Luigi Beccaria, Torino, Einaudi, 2004, s.v. calco).
31 maggio 2007
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