Alcuni lettori ci chiedono se l’uso frequente da parte dei media del termine pesticida per indicare antiparassitari, fungicidi, erbicidi ecc., in luogo di fitofarmaco (o agrofarmaco) sia legittimo.
La questione non è se, secondo noi esperti di lingua, pesticida può essere usato al posto di fitofarmaco. Come esperti di lingua osserviamo che entrambi sono ben formati secondo le regole morfologiche dell’italiano: essendo -cida di origine latina, la parola precedente viene a terminare in -i come fungicida, erbivoro, qualunque sia la vocale con cui finisce. Fito e farmaco sono di origine greca e il primo elemento di composizione fito- ‘pianta’ conserva la -o sempre, come tutti gli altri elementi greci in -o (foto-, mono-, eno-, ecc.), anche in composti in cui il secondo elemento è latino, ad es. nell’aggettivo fitosanitario.
Su agrofarmaco si può dire che è un misto di latino e greco; agro- è elemento di composizione latino, e conserva la -o perché il secondo elemento farmaco è greco. Agro- è primo elemento di parole dotte di formazione moderna come agrologia, agrobiologia. Si aggiunga che in italiano c’è anche la parola agro, già attestata fin dal XVII secolo nel senso di ‘campagna, campi, contado’, dal lat. ăgru(m), accusativo di ager, agri: questo potrebbe far pensare anche a composizioni Nome + Nome. Agro- si ritrova anche in formazioni come agrosilvopastorale, cioè relativo a campagna, boschi e attività pastorizia, parola che avrete notato sulla segnaletica delle strade che le auto dei turisti non possono percorrere. Tale composto mostra come agro- trascini la -o in silvo- davanti all’elemento finale latino pastorale, mentre il latino silva ‘bosco’ diventa, come previsto, silvicultura, silvicolo, silvicapra in composti con elemento finale di origine latina. Le parole formate con agri-, come agricoltura, agrimensore ci sono arrivate dal latino, oppure sono state formate da poco, come agriturismo, dove agri- può esser inteso come scorciamento di agricolo.
Tornando ad agrofarmaco, con 262.000 risultati è molto più frequente di agrifarmaco, che si trova in rete con soli 191 risultati, fra cui però un testo ufficiale come il Supplemento ordinario n. 216 alla “Gazzetta Ufficiale” dell’8/10/2011, che riporta il Regolamento (CE) n. 1234/2007 - Settore ortofrutta Disciplina ambientale (versione adottata con DM 3 agosto 2011 n. 5460, che sostituisce quella adottata con DM 30 settembre 2010 n. 8446). Chi l’ha usato (una sola volta in verità a p. 112) è stato influenzato dal segmento agri- in agricoltura, agricolo, agriturismo e non si è posto il problema dell’origine greca di farmaco.
Tuttavia le domande dei lettori non vertono sulla forma di queste parole, ma sul loro significato e soprattutto sul loro uso. Ci siamo perciò rivolti a una specialista del settore, la dr. Cristina Marello, che è specializzata in tecniche fitoiatriche e, benché il suo cuore batta per l’agricoltura biologica, svolge corsi per il rilascio del patentino fitosanitario per utilizzatori, consulenti, rivenditori. Anche lei conferma quanto ricordato da chi ha posto la domanda e cioè che, sia alle scuole superiori sia all’università, le è stato insegnato che il termine esatto per indicare gli antiparassitari, i fungicidi, gli erbicidi, ecc. è agrofarmaco o fitofarmaco e non pesticida. Cristina Marello mi ha consigliato un’istruttiva lettura: le 63 pagine delle domande del test d’esame per conseguire il sunnominato patentino, pagine in cui si parla sempre e solo di prodotti fitosanitari.
La Regione Piemonte, come altre in Italia, ha distribuito nel febbraio 2015 una Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari, a cura del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DiSAFA) dell’Università di Torino. In questo testo compare anche il termine pesticida, per così dire sdoganato dal Piano di Azione Nazionale (PAN) promulgato nel 2015. Tale piano recepisce la Direttiva 2009/128/CEE che istituisce un “quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”. A p. 19 della Guida in un riquadro intitolato “Terminologia” si legge:
Il termine prodotti fitosanitari è oggi utilizzato in sostituzione di termini impiegati in passato come ad esempio fitofarmaci, antiparassitari, presidi sanitari. Nel linguaggio comune i prodotti fitosanitari (PF) vengono spesso indicati anche con il termine di agrofarmaci. Il termine prodotti fitosanitari non va confuso con quello di pesticidi, che ha un significato estensivo, in quanto comprende non solo i prodotti fitosanitari, ma anche i biocidi, cioè i prodotti usati per debellare organismi nocivi e portatori di malattie, quali insetti, ratti, ecc.
Ci informa Cristina Marello che l’uso di agrofarmaco, antiparassitario e fitofarmaco è oggi in effetti superato fra gli addetti. Si preferisce utilizzare prodotto fitosanitario, anzi la sua abbreviazione PF, distinguendo i PF per uso professionale dai PFnPE (prodotti fitosanitari ad uso non professionale per piante edibili) e dai PFnPO (prodotti fitosanitari ad uso non professionale per piante ornamentali). Il termine pesticida indica prodotti contro organismi nocivi, anche in campi di impiego diversi dall’agricoltura o dal giardinaggio.
Nei testi su cui Cristina Marello ha studiato agli inizi degli anni ’90 era scritto che pesticida era ispirato dall’anglicismo pesticide, a sua volta derivato dal latino, e non andava usato. Tali testi parlavano di insetticidi, fungicidi, acaricidi, topicidi, quando si andava a identificare il tipo di parassita o animale nocivo, appunto pest in inglese, da debellare. Poi è arrivato il PAN 2015 e se nelle normative c’è scritto “azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”, si finisce per usare pesticida, come fanno normalmente inglesi e francesi, anche per i prodotti fitosanitari. Va detto che nel GDLI è attestato solo l’uso in agricoltura con un brano di giornale del 1985 in cui pesticida era introdotto sia per non ripetere fitofarmaco già usato poco prima, sia perché più popolare nelle polemiche sui rischi dell’uso dei fitofarmaci. Lo dimostrano anche vari passi di riviste giuridiche che dal 2008 in poi parlano dei rischi connessi ai residui di pesticidi negli alimenti, mentre fitofarmaco è il termine usato nei manuali di diritto industriale almeno fino al 2014.
La normativa è in continua evoluzione e le stesse Guide all’uso sostenibile dei PF edite dalle varie regioni italiane per il conseguimento dei certificati di abilitazione all’uso dei PF sono in revisione.
È improbabile che prodotti fitosanitari scalzi del tutto dall’uso il più trasparente pesticida.
Carla Marello
6 ottobre 2023
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