Come ha ribadito più volte il presidente dell'Accademia Claudio Marazzini nei suoi interventi dedicati all'epidemia di Coronavirus, anche in questo periodo di emergenza sanitaria l'attenzione per la lingua, principale veicolo di comunicazione e scambio tra individui e popoli, resta importante. Lunedì 30 marzo 2020 il primo ministro albanese Edi Rama ha tenuto un discorso in occasione dell'invio, da parte del suo paese, di una delegazione di 30 medici e infermieri nell'Italia colpita dall'emergenza.
Elton Prifti, illustre linguista di origine albanese, attualmente direttore, insieme a Wolfgang Schweickard, del progetto del Lessico Etimologico Italiano, dal novembre 2019 membro della Crusca in qualità di accademico corrispondente, ha commentato con piacere l'evento, salutandolo come un segno dell'amicizia tra popoli, nonché della vitalità della nostra lingua.
Riportiamo qui il discorso del professor Prifti, insieme al collegamento al video del discorso di Edi Rama.
“Miku i mirë, në ditë të vështirë ('L’amico vero si riconosce nei momenti difficili') recita un noto detto molto radicato nel sentire comune albanese. È proprio questo che il popolo albanese ha dimostrato a quello italiano, il 30 marzo, con il nobile gesto dell’invio di 30 medici e infermieri nelle zone italiane più toccate dall’epidemia. Si è trattato – a quanto pare – di un’iniziativa del Premier del governo albanese Edi Rama, seguita senza alcun indugio dai 30 volontari, i quali stanno ora curando fianco a fianco dei colleghi italiani i pazienti negli ospedali delle zone più esposte al contagio. Non dovrebbe stupire, d’altro canto, visti gli stretti rapporti che intercorrono da secoli tra i due “paesi di fronte”, come dimostrano tra l’altro, per la compagine albanese, i molteplici elementi italiani e italoromanzi dell’albanese e la conoscenza ampiamente diffusa della lingua italiana, di cui dà prova lo stesso Primo Ministro Rama nel suo discorso. Nella storia più recente sono stati l’Italia e gli italiani a dare sostegno, l’ultima volta solo qualche mese fa, in seguito al terremoto che ha colpito l’Albania nel novembre 2019.
Ma l’impatto positivo che ha avuto e sta avendo quest’azione di soccorso va ben oltre l’aiuto concreto, tecnico. Il gruppo di medici provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico, da un’Albania con un PIL nominale pro capite di quasi sette volte inferiore a quello dell’Italia e che da anni sta bussando alle porte dell’Unione Europea, ha portato soprattutto speranza all’intero paese, agli italiani, dimostrando a tutti l’importanza della solidarietà, specialmente in un momento come questo, di evidente individualismo nazionale. Se si può esprimere un rammarico, è di dover costatare come si sia anche abusato del generoso gesto per alimentare sentimenti antieuropei, mentre più che mai c’è bisogno di più Europa. È l’Albania che lo sta ricordando e – ancor più – dimostrando con i fatti."
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