Il fondo degli incunaboli dell’Accademia della Crusca si compone di 41 edizioni, con collocazione Inc. 1–41 e la sua costituzione, e la conseguente catalogazione, risale ai primi anni ’70.
Le notizie a nostra disposizione concernenti la storia della biblioteca si sono rivelate, fino ad oggi, per lo più circostanziali e frammentarie, diversamente dalle vicende storiche che hanno interessato l’Accademia dalla sua fondazione che hanno trovato un’adeguata collocazione in diversi studi.
A partire dal 1812 nei Diari e nei Verbali delle adunanze del Consiglio si menzionano rapporti sullo stato della biblioteca, cataloghi a libro, e saggi di schedatura, ma allo stato attuale degli studi dell’archivio della Crusca non è stato reperito niente di questi materiali.
La biblioteca conserva comunque tre cataloghi a schede:
Le prime notizie d’archivio riguardanti gli incunaboli si hanno negli anni ’40 quando la Commissione straordinaria per il riordino della Reale Accademia della Crusca, presieduta da Gentile, delibera una ricognizione del patrimonio librario con una conseguente catalogazione e redazione di cataloghi e inventari.
Purtroppo la guerra incombe, i lavori procedono lentamente e sullo scorcio del 1942, Mario Casella - accademico, già bibliotecario dell’Accademia e membro della Commissione straordinaria - preoccupandosi dell’inesistenza di una schedatura seppur sommaria degli incunaboli, anche in funzione di una loro assicurazione, inizia a redigere un inventario.
Dal dicembre 1942 inizia lo stoccaggio degli incunaboli, dei libri rari e dei manoscritti in vista della loro spedizione alla locale Soprintendenza bibliografica per salvaguardarli dai bombardamenti. Le opere sono inviate nel marzo 1943 e le casse, al loro interno, contengono solo un elenco sommario per l’individuazione corretta delle opere, forse quello redatto da Casella2.
Con tutta probabilità risale sempre a questi anni la compilazione delle schede catalografiche degli incunaboli che vengono spedite a Roma per la stesura dell’Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia3, il cui primo volume esce nel 1943, tanto più che l’interruzione del lavoro di riordino della biblioteca potrebbe spiegare la parziale registrazione nell’IGI degli incunaboli appartenenti alla Crusca, pur tenendo conto che alcuni di essi potrebbero essere entrati a far parte del patrimonio librario anche successivamente.
Solo dal 1971, in vista del futuro trasloco nella villa Medicea di Castello, la Dott.ssa Clotilde Barbarulli, sotto la guida del Dott. Renzo Romanelli della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, inizia un lavoro di riconversione del vecchio catalogo in schede di formato internazionale, l’inventariazione del Vecchio fondo e del fondo dei Rari, con la loro conseguente riorganizzazione, la costituzione del fondo degli Incunaboli, nonché la creazione del catalogo topografico.
Il fondo degli "Incunaboli" viene creato riunendo il materiale antico disseminato nel fondo dei “Rari” e in quello dei “Citati”, come dimostrato da alcune vecchie collocazioni a lapis rinvenute all’interno della coperta e dal fatto che tutti gli incunaboli recano nell’ultima carta il timbro con il numero di inventario del 1971.
Note:
1) All’interno del fondo “Libri rari” era comunque seguita una collocazione relativa (Es. l'Inc. 38 era Libri rari 4/23)
2) Arch. Cru. Verbali 17, c. 82.
3) Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia, Roma, La Libreria dello Stato, 1943-1981, 6 voll. Questi gli incunaboli dell’Accademia registrati: Inc. 1, Inc. 2, Inc. 3, Inc. 4, Inc. 5, Inc. 6, Inc. 8, Inc. 9, Inc. 10, Inc. 151, Inc. 17, Inc. 19, Inc. 20, Inc. 25-26, Inc. 40.
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