Firenze, Accademia della Crusca, 17 gennaio 2024
Il 18 gennaio 2024 una rappresentanza dell’Accademia della Crusca, insieme al Presidente Paolo D’Achille, si riunirà a Roma, in via delle Coppelle, nel Palazzo Baldassini: qui, a cura dell’Accademia e del Comune di Roma (Roma Capitale) e con il consenso dell’Istituto Luigi Sturzo (che ha sede nel palazzo) e della Soprintendenza, alla presenza dell’Assessore Miguel Gotor e del Presidente Nicola Antonetti (Istituto Sturzo), sarà collocata una lapide in memoria di un grande protagonista del nostro Rinascimento, il veneziano Pietro Bembo.
Pietro Bembo visse nel sec. XVI e fu il ‘principe dei grammatici’, il grande regolatore della lingua italiana, l’autore di un libro che divenne celebre in tutta Europa, le Prose della volgar lingua (1525). Fu anche poeta ed editore delle opere di Dante e di Petrarca e latinista eccezionale. Se ancor oggi studiamo la grammatica latina secondo le regole dell’età classica di Cicerone e Virgilio, e non di Apuleio o Quintiliano, questa scelta si deve a Bembo; ma, soprattutto, Bembo, nelle Prose della volgar lingua, fissò le regole grammaticali della nostra lingua, che rimasero stabili per secoli, mantenendo un contatto tra gli uomini moderni e i nostri grandi trecentisti, Dante, Petrarca e Boccaccio. Si deve a lui se le strutture fono-morfologiche dell’italiano contemporaneo sono ancora modellate sugli autori del Trecento fiorentino, nonostante i cambiamenti avvenuti nel tempo.
Bembo, dopo la nomina a cardinale, visse a lungo a Roma, appunto nel Palazzo Baldassini, allora di proprietà di Giovanni Della Casa, a sua volta poeta e autore del celebre Galateo, altro testo destinato a una fortuna europea. In quel palazzo Bembo morì il 18 gennaio 1547 e fu sepolto nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, non distante da via delle Coppelle. Per questo lo scoprimento della lapide avverrà il giorno 18, alla presenza del Presidente dell’Accademia della Crusca. Questo il testo dell’epigrafe:
+ S.P.Q.R. ACCADEMIA DELLA CRUSCA
2024
Chi ama la lingua italiana sarà contento di sapere che così si celebra a Roma un grande letterato e un grande grammatico, la cui opera ha segnato la storia dell’italiano.
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