Ambito d'uso: burocrazia, amministrazione, veterinaria
Ambito d'origine: amministrazione, burocrazia
Categoria grammaticale:
sost. f. s.
Iscrizione di una persona, un animale o una cosa all’interno di un registro atto a conservarne specifici dati identificativi.
Sostantivo deverbale derivato da anagrafe, dal participio passato anagrafato (da anagrafare) e con aggiunta del suffisso -ura.
1935
Ai proprietari può essere consentito che la marchiatura ed anagrafatura del loro bestiame sia fatta in locale diverso e distante da quello ordinario (La legislazione italiana, A. Giuffrè, 1935).
Periodo di affermazione:
primi anni Duemila
Nessuna
Diffusione al: 28 agosto 2019
Google: 1.560 r.
Google Libri: 6 r.
"Corriere della Sera": 0 r.
"la Repubblica": 0 r.
"La Stampa": 0 r.
Il sostantivo anagrafatura deriva da anagrafato (con l’aggiunta del suffisso-ura), participio passato di anagrafare, a sua volta derivato da anagrafe. È attestato a partire dal XX secolo nell’ambito amministrativo-burocratico e aziendale (in espressioni come anagrafatura degli articoli di un magazzino, anagrafatura di bombole per il gas) ma, dai primi anni del Duemila, lo si trova impiegato largamente per indicare l’anagrafatura di animali domestici (di anagrafatura del bestiame si parlava già in alcuni testi giuridici e amministrativi del Novecento) e in particolare l’anagrafatura canina (ad agosto 2019 si trovano 551 risultati del sintagma su Google; 552 per “anagrafatura dei cani”), ovvero l’identificazione e la registrazione di un cane all’interno dell’anagrafe canina. Vedi la scheda su anagrafare.
Luisa di Valvasone
7 maggio 2020
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